Family

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"Dorme come una fatina, quando termina tutte le energie che la pervadono cade nel mondo dei sogni."

La sera era arrivata in fretta nel giorno del ritorno a casa di Leòmhann, la piccola Daisx aveva tenuto impegnati i suoi genitori per l'intera giornata, gioiosa di poter star per una volta assieme a entrambi senza l'angoscia della partenza imminente del padre.
Tra giochi e saltelli nel vastissimo prato in prossimità della scogliera e una scampagnata nel grande bosco, che donava all'area una nota di mistero e fascino, giunse il momento del sonno per la dolce bambina.
Sua madre si occupò della messa a letto, una veloce pulita e subito a infilarsi la candida vestaglia da notte formata dalla più fine seta.
Ci mise davvero poco ad assopirsi nell'abbraccio delle calde coperte accompagnato dalle note della melodia che ogni notte sua madre le cantava.

"Yerenyl...dobbiamo parlare"

Leòmhann aveva atteso in silenzio il sopraggiungere del sonno della sua bambina restando seduto su una delle poltrone del salotto, intento a fissare le stelle dalla finestra.
Teneva il capo leggermente piegato all'indietro mentre con gli occhi gialli e rapidi seguiva le luci incastonate nella volta celeste.
Appena sentì la voce di sua moglie avvisare del sonno della figlia si alzò dalla sua posizione assumendo uno sguardo serioso perdendo per un attimo il sorriso, che lo aveva contraddistinto per tutta la giornata.
Portò una mano alla tempia massaggiandola delicatamente ma con fare nervoso, come se una grande preoccupazione lo attanagliasse, nonostante non lo avesse dato a vedere per tutto quel tempo per non rovinare la giornata di sua figlia.

"Fergus lo so, non resterai.
La guerra sta arrivando nuovamente in questo mondo e tu prima di essere il mio sposo sei un guerriero di questa terra.
Ne abbiamo già parlato, molto molto tempo fa."

Disse l'elfa, cercando in tutti i modi di mascherare la malinconia che traspariva chiara dalla sua voce, avrebbe voluto dire tante cose a suo marito ma come ogni singola volta dalla sua bocca usciva la solita frase rassegnata al destino dello sposo.
Il corvo di Badb è portato alla battaglia come pochi ed è questo il destino di chi giura fedeltà alla dea corvo.
Leòmhann sospirò rattristato intuendo ciò che la moglie non riusciva a esprimere a parole, provocare dolore nella persona a cui teneva di più a questo mondo era per lui motivo di immensa tristezza e rimorso: non era ciò che desiderava ma il mondo necessitava del suo intervento ora più che mai.

"Yerenyl ciò che sta accadendo qui va oltre ogni cosa che abbiamo vissuto sino ad ora, mi spezza il cuore non poter assecondare una volta ancora i vostri desideri ma ciò è necessario per la vita di tutti.
Se starò lontano da voi sarà solo per proteggervi e garantire il futuro della nostra bambina.
Quando tornerò....prometto che recupereremo il tempo perso, per noi non è un'unità importante lo scorrere dei giorni d'altronde"

Disse abbozzando un leggero e malinconico sorriso avvicinandosi alla sua consorte con passo lento.

"Fergus io lo so, non devi darmi alcuna spiegazione.
Io sarò qui ad aspettarti sempre ad ogni tramonto e a ogni alba anche fossero mille anni.
Il tuo ruolo e quello di molti altri consentirà almeno a questa nuova generazione di vivere nella pace noi due abbiamo visto il sangue di troppe creature cadere sulla terra.
La morte e la guerra cambiano le persone in modi differenti e imprevedibili."

Leòmhann rimase quasi incantato dalla voce della moglie non riuscendo a dare la risposta che aveva preparato a quel breve ma intenso discorso, lei sorrise al comportamento del marito muovendo una mano verso il suo viso accarezzandolo con dolcezza e tenerezza.
Lui le prese il palmo con la sua mano stringendola delicatamente ricambiando il sorriso della sposa dalle orecchie a punta e dagli occhi violetto.

"Senza la guerra non sarei dovuto intervenire per convincere tuo padre a non muovere azioni belliche contro noi uomini però."

Disse chiaramente per sdrammatizzare la situazione per entrambi.
Nonostante la dolcezza che si poteva respirare ad ampi polmoni nell'aria era tanta anche la tristezza per la perdita di qualcosa da poco riottenuto forse per sempre questa volta.
Stavolta Leòmhann avrebbe voluto dire tante cose a sua moglie ma nulla dei suoi pensieri riuscì a concretizzarsi in parole se non un leggero balbettio come un qualsiasi ragazzino imbarazzato dinanzi alla sua amata; una visione alquanto ironica che avrebbe suscitato non poche risate in certi ambienti dell'alta società dei maghi, ma in quel momento nella sua testa non passavano certo questo tipo di pensieri.
Chiuse gli occhi riaprendoli lentamente dopo qualche istante.

"Vedremo insieme lo scorrere del tempo portare via nostra figlia da noi incontro al suo destino e noi fieramente assisteremo all'evoluzione delle cose profondamente orgogliosi per ciò che abbiamo custodito e visto crescere per anni, non temere Yerenyl."

Lei non disse nulla limitandosi a un semplice ma immensamente esaustivo sorriso, a volte non vi è bisogno di parola alcuna per esprimere un concetto a prescindere da quanto esso sia articolato o profondo.
Lei si protese verso di lui con gli occhi in dirittura di chiusura adagiando nuovamente le labbra sulle sue venendo presa di riflesso in braccio.
Di certo non vi è bisogno di alcun indovino o veggente dalle illimitate capacità per anche solo intuire ciò che accadde dopo.
La malinconia dell'aria si perse distrutta tra una tenera effusione e un'altra facendo dissolvere ogni preoccupazione che l'ombra gravosa della guerra aveva gettato.
Persino i corvi che usualmente pattugliavano il perimetro della magione si levarono in volo trovando rifugio tra le travi del tetto, desiderosi di non incrociare neanche per un fugace istante il momento del loro signore per rispetto nei suoi confronti.
Quando il sole fu nuovamente alto tra i cieli della terra di smeraldo riscaldando l'erba umida e fresca assieme agli animali che pian piano avevano iniziato a far capolino dalla terra, dai tronchi della boscaglia e dalle alte fronde il loro sonno era ancora giovane.
Leòmhann si destò per primo al primo raggio di sole che sfiorò timidamente la sua pelle.
Si alzò dal giaciglio lasciando riposare la sua consorte preparando tutto l'occorrente per il viaggio che lo attendeva nel più estremo silenzio desideroso di non dover replicare un nuovo addio o meglio arrivederci con sua moglie e soprattutto con sua figlia, il suo pianto gli avrebbe straziato più di quanto già non fosse il cuore.
Quando tutto fu pronto per ciò che lo attendeva decise di recarsi un'ultima volta nella camera della bambina.
Quasi gli venne da commuoversi ma riuscì a trattenere le lacrime una volta ancora.

-A te figlia mia...spero che possa essere il primo di tanti doni-

Lo stregone protese entrambe le mani in avanti concentrandosi attentamente su di esse, pian piano una strana energia impalpabile andò ad accumularsi su di esse.
Il leggero calore emesso dal processo quasi svegliò la bambina la quale rimase però assopita.
Dopo un abbondante minuto nella mani del mago si era materializzata una lancia dalla punta talmente affilata da luccicare al solo tocco della luce con bordi seghettati anch'essi taglienti come poche cose.
Sulla sua lunga asta erano state incise delle rune che recitavano "Vivi da guerriera" come monito alla piccola.

"Brandirai anche tu la gae bolg*, Daisx. Così come tuo padre.
Sei il mio orgoglio."

Disse il mago lasciando adagiata l'arma alla parete svanendo come aveva già dato prova di fare all'interno di una nube di piume nere.
La bambina appena udì la voce del padre si destò, ma alla riapertura degli occhi non vide altro che un turbinio di piume color carbone in caduta rapida su di lei, sulle coperte e in terra.

"P-papà..."

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GLOSSARIO:
*Gae Bolg: La Gae Bolg (o lancia fulmine) è un'arma appartenente al ciclo epico irlandese (o ciclo dell'Ulster).
La lancia che non manca mai il bersaglio brandita dall'eroe Cú Chulainn donatagli dalla sua maestra, Scáthach signora di Dun Scaith.

Whisper of magicWhere stories live. Discover now