Homecoming

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Ankht si dissolse in pochi battiti di ciglio lasciando dinanzi a Leòmhann una fievole nube di polvere nerastra, la quale si dissolse istanti dopo a causa della brezza invernale che stava investendo Berlino in quelle ore.
Il resto andò secondo le previsioni dello stregone irlandese, dopo un'ora l'assemblea riprese le sue mansioni con meno polemiche rispetto alla prima parte, si concordò una seconda riunione da tenere però con i soli rappresentanti di Prussia e Inghilterra.
Questa decisione lasciò comunque molto perplessi coloro che rappresentavano le altre nazioni, era interesse comune mantenere sotto controllo la potenza militare dei prussiani, molto probabilmente nella futura seconda assemblea dopo tanti giri di belle parole ne avrebbero fatto parte anche una cerchia più larga di maghi e politici rispetto alle idee iniziali.
Il resto si tenne sull'argomento delle due spedizioni in Scandinavia e nei Balcani.
La spedizione a nord sarebbe stata guidata proprio dal presidente di quell'assemblea, Hans Krueger, seppur seguito da un nutrito gruppo russo-prussiano.

Nonostante gli interessi della Prussia spingessero per una spedizione volta al risparmio di risorse i russi insistettero fortemente per  una missione impostata al totale annientamento di un fantomatico nemico che agli occhi dei prussiani veniva visto come immaginario.
Alla fine si decise per un gruppo formato da Krueger e altri quaranta tra maghi e apprendisti provenienti dalle due nazioni, assistiti da circa duecento truppe militari con basilari conoscenze della magia e sul come fronteggiare le creature sovrannaturali.
La delegata dei regni nordici offrì addirittura un supporto da parte dell'élite dei cacciatori di Troll locali, un'armata in piena regola.
Al contrario la spedizione balcanica fu molto più modesta nelle pretese complice anche il fatto che a gestirla vi fosse Leòmhann, noto per i suoi metodi poco convenzionali.
Nonostante non richiedesse scorte armate gli fu imposta dai due imperi che guardavano con attenzione l'area, quello austriaco e quello ottomano.
Assieme a loro dal punto di vista delle forze magiche vi sarebbero stati una decina di maghi provenienti dall'impero britannico, dall'Austria e dallo stesso impero ottomano.
Leòmhann acconsentì alle condizioni delle forze politiche in gioco lasciando poi con i dovuti saluti l'aula.

Il resto delle discussioni non gli tangevano, problemi minori puramente da burocrati più che da maghi, lasciando volentieri questi grattacapi agli alti parrucconi presenti in sala.
Raggiunto il piano terra dell'edificio fece battere a terra il suo bastone per tre volte, il rumore del legno a contatto con il marmo risuonò di botto nella vasta sala.
In un istante lo stregone si dissolse in un turbolento mucchio di piume nere, le quali dopo essere rimaste per alcuni momenti sospese nel vuoto della stanza si dissolsero, prima ancora di poter posarsi delicatamente in terra.
Ora poteva far ritorno a casa.

[Irlanda, un giorno dopo]

"PADRE, PADRE!"

Gridò a squarciagola la bambina che finalmente poteva rincontrare il padre dopo alcune settimane di assenza, i suoi capelli biondi quasi bianchi contrastavano con l'immensa distesa di verde che caratterizzava la terra di smeraldo.
Tra lei e suo padre vi erano soltanto pochi metri ma per ella furono probabilmente gli attimi più concitati e lunghi della sua vita.
Le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi azzurri si andavano a mescolare con la rugiada mattutina sugli steli d'erba.

"Gioiello della mia vita fatti stringere"

Disse il mago scendendo dalla sua cavalcatura, un enorme corvo dalle piume nere rilucenti e dal becco affilato come la miglior spada d'Europa.
Con un rapido balzo atterrò sul prato abbassandosi all'altezza di sua figlia, la bambina inconsolabile si gettò fra le braccia del suo genitore stringendolo con tutta la forza che possedeva in quel suo corpicino esile e minuto.
Lui di contro ricambiò la stretta prendendola dolcemente in braccio.

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