Dark

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"Tu hai sempre saputo ciò ma il tuo cuore non ha mai e dico mai avuto la forza di accettarlo perciò sei giunto fin qui per chiedere informazioni e vere certezze all'unica creatura legata agli dei che un tempo dimoravano qui.
Pensavi che la figlia del Dio più possente e valoroso potesse risolvere le cose, chi altri se non una semi dea potrebbe abbattere il grande male della sua cultura?
Avete imposto il vostro dominio sul pianeta raccogliendo le briciole che gli dei lasciarono a voi e a eroi come noi pensando che le minacce del mondo antico si fossero estinte insieme a coloro che spianarono la strada al dominio di voi utilizzatori di magia.
Ma vi dimenticaste di loro al primo assaggio di magico potere, per secoli coloro che possedevano il dono della magia erano grati e gli dei mantenendoli in vigore grazie al loro credo e così tutti coloro che vedevano in questi....prestigiatori..."

Disse la semidea con un velo di disprezzo nella voce avvicinandosi lentamente a Leòmhann con passo lento ma deciso.

"Ma voi avidi del potere spacciaste ciò che gli dei vi avevano concesso come se fosse vostro, le scintille che fuoruscivano dalle vostre mani non erano più un'opera divina bensì la vostra abilità con l'antica energia espressa.
La vostra lingua è sempre stata biforcuta come quella di una serpe ma al contrario di quella bestia voi siete stati di condannare questo fottuto mondo a un fato inesorabile.
Il popolo cominciò a vedere in voi le figure da adorare dimenticando coloro che proteggevano l'esistenza condannandoli all'oblio.
Nessun mago mi assistette durante la battaglia con Chernobog, al mio arrivo tutti giurarono sulla propria madre e il proprio padre il loro contributo nella battaglia per il destino del mondo.
Giovani, anziani, malati, forti e deboli, abili e meno abili tutti i maghi giurarono di aggiungere al potere della mia ascia il loro.
Avremmo respinto le tenebre assieme...avremmo salvato il mondo insieme.
Esattamente come era d'uso durante l'epoca in cui i semidei solcavano il mondo, quando i mortali fiancheggiavano i loro salvatori donando la loro vita per proseguire la causa, tempi in cui l'onore e il valore non erano soltanto termini con cui riempirsi la bocca durante i pranzi con gli altri capi per fare una misera e stentata impressione.
Quando la terra vomitò dalle sue viscere orde e orde di morti e demoni dalle forme più bizzarre è raccapricciante io ero lì.
Dinanzi al mare di oscurità che andava a portare la distruzione IO mi ergevo a unica difesa, in vece di mio padre e delle altre grandi forze che nel profondo battagliavano, circondata dalle forze elementali del fulmine e del vento con salda fra le mani la mia fedele ascia.
Quel giorno come ti ho già detto pelle di tuono fece grondare i liquami di ogni sorta di creatura innaffiando la terra sterile come un enorme e improvviso acquazzone di sangue sporco e corrotto.
I colpi sferrati erano così tanti da non averli potuti contare così come gli schizzi che a poco a poco macchiarono il mio corpo immergendomi in quel liquido impuro e maleodorante.
Quel giorno caddero così tanti seguaci del male da non potere essere quantificati, potresti contare tutti i fiumi e laghi presenti in queste terre ma non avrebbero in acqua tutto il sangue versato quel giorno così come neppure tutti i cimiteri del mondo potrebbero comporre una pila così alta di ossa e denti <<finemente>> ammassate le una sulle altre a costruire una torre alta quasi finito alle nuvole adornata dagli arti mozzati di stupidi demoni con tanta voglia di offrire la loro vita a me.
Ma nessun mago quel giorno perì neanche uno.
Morirono contadini nel disperato tentativo di difendere ciò che in quell'inferno gli era rimasto, la loro famiglia e la loro sanità mentale.
I più credettero che la fine del mondo fosse ormai giunta e che per guadagnarsi un posto nella nuova realtà si necessitasse di una morte onorevole contro le orde delle tenebre.
Lance sostenute da bambini sfilarono con valore e fierezza insieme alla mia ascia durante il fragore della battaglia così come le picche di vecchi decrepiti che trovavano forza nel coraggio nel conficcate in mezzo alla fronte di quelle dannate creature.
Nessuno aveva la speranza della vittoria neanche io a dire il vero mago ma tutti eravamo animati dal fervore della battaglia.
Ma loro no, loro non portarono a compimento ciò che avevano promesso.
Il valore lo nascosero sotto le loro lunghe e preziosi vesti così come i cappucci nascosero i loro volti infami mentre lasciavano uno a uno le loro terre in balia della battaglia.
Quei luridi vermi riuscirono a farmi provare più rispetto verso coloro che avevano ceduto alla tentazione del potere del distruttore mettendo la propria magia al servizio del male.
Ne feci a pezzi a decine in quella battaglia scempiando a colpi decisi e privi di alcun rimorso i loro corpi ma quella morte era definibile più pregna di valore che servire il bene ma abbandonare una massa di inermi popolani.
Non contenti però del loro gesto osarono spingersi ancora oltre come se ciò che avevano fatto non fosse già abbastanza grave.
Il campo di battaglia era ancora preda del completo silenzio, neppure il vento più flebile osava possedere il coraggio di spirare sopra la secca erba tinta dal sangue dei caduti che copioso era scolato nelle voragini con cui la terra aveva espulso coloro che ne infestavano le viscere.
Quel lago nero e scarlatto si era ormai asciugato lasciando solo un leggero retrogusto nell'aria misto al tanfo delle montagne di cadaveri lasciati lì a marcire senza che nessuno, ancora tremendamente scioccati dalla battaglia, se ne prendesse cura lasciando nemici e alleati lì nella speranza che insetti e corvi facessero banchetto con ciò che restava.
Ma credo che neanche la più affamata delle bestia avrebbe ritenuto saggio cibarsi di quelle carni tinte di sangue nero.
Ma nonostante tutto questo gli occhi vuoto di chi era sopravvissuto all'inferno in terra avevano al loro interno qualcosa che brillava, una flebile luce instillata non dalla disperazione per ciò che avevano vissuto in prima persona ma per la certezza di aver difeso ciò che restava fino all'ultimo con ogni sforzo immaginabile.
La gloria della vittoria riuscì perfino a farmi dimenticare la grande infamia e beata nella prima alba che dolcemente faceva capolino a scaldare la vasta piana mortifera mi commossi di gioia.
Nessuno tra i presenti osò notare in quelle lacrime imprigionate nella carne incavata un segno di debolezza anzi ogni persona ancora capace di pensare si riunì attorno a me elevandomi a sua salvatrice e omaggiando me come vera erede di mio padre e degna del fulmine di Perun.
Ma proprio mentre tutto noi cercavamo di raccogliere i cocci della nostra esistenza coloro che erano fuggiti con la coda fra le gambe tornarono senza alcun ritegno.
Dalle caverne e dagli anfratti che come ratti avevano usato per sfuggire alla morte sciamarono al primo sentore di scampato pericolo.
Pian piano si riunirono proprio in quella piana dove noi veri guerrieri avevamo salvato il mondo e con l'altezzosità che li contraddistingueva osarono affermare, nel vano tentativo di giustificarsi ai miei occhi e a quelli di tutti, queste esatte parole <<le vostre lame hanno respinto l'oscurità e ora toccherà a noi, veri custodi del mondo, ricostruire ciò che resta>>.
Io sbottai ordinandogli di lasciare quel luogo di dolore ma il loro capo sembrava non temere le mie minacce continuando ad abbindolare i poveri mortali con le sue belle parole.
Il sangue della sua testa ancora incrosta la lama della mia ascia, stesso destino sarebbe toccato agli altri se non fossero scappati mostrando a tutti la vera natura dei maghi.
Mago tu meglio di tutti dovresti capire ciò che sto dicendo e quanto pesano le mie parole, tu sei diverso da coloro che al tempo tradirono me e la mia gente e per questo ho acconsentito alla tua presenza qui.
Tu sei stato istruito a diventare un manipolatore del potere antico ma sei ben conscio dei valori che esso reca.
La lancia che brandisci ne è la prova tangibile se sei stato degno di ricevere la lancia infallibile e la benedizione della grande dea corvo non puoi essere come i grandi traditori ma allo stesso tempo la tua natura di mago nega la mia completa fiducia.
Ora ti concedo la possibilità di enunciare ciò che hai da dire nel vano tentativo di convincermi, su mostrami la tua splendida favella."

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