Promises

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Nevitha rimase in attesa di una risposta fissando a pochi metri da lui il volto di Leòmhann seguendo con gli occhi spenti tutti i dettagli che lasciavano intendere il nervosismo e la pressione che le sue parole avevano indotto nello stregone.
Per quanto la dialettica di Leòmhann fosse enormemente variegata e capace di riaccendere anche gli animi più spenti a nuove prospettive il compito in questo fatidico caso risultava abbastanza arduo.
La natura divina di Nevitha induceva la ragazza a non ascoltare minimamente i consigli di esterni limitandola a seguire ciò che le frugava per la testa indipendentemente se i suoi pensieri fossero la cosa giusta o sbagliata da applicare in quella specifica situazione.
Probabilmente solo il grande Dio del tuono Perun avrebbe potuto far muovere Nevitha secondo ordini precisi ma anche su questo si nutrono diversi dubbi.
Inoltre il suo odio per i maghi non faceva altro che aggravare la posizione di Leòmhann nel cercare un cavillo che la potesse convincere a non rimane neutrale.
Dopo alcuni secondi di attesa ricca di tensione nell'aria con diversi giochi di sguardi tra i due lo stregone rosso finalmente fece la prima mossa iniziando a parlare.

"Ciò che dici è corretto figlia del tuono, la tua imparzialità nei confronti degli uomini è motivata da gravi torti subiti nel passato.
So cosa si possa provare nel cercare di rendere migliore il mondo quanto le cadute subite da buone intenzioni siano dolorose.
Le guerre si vincono e si perdono, se il fato è stato misericordioso con il prode guerriero potrà ritentare con una nuova battaglia e riscattarsi.
Ma sconfitte come questa non ti permettono rivincite, ti abbatti convinto che non vi sia modo per aiutare il mondo e che il declino sia inevitabile.
È ciò che hai pensato del mondo degli uomini signora della tempesta vero?
Un mucchio di serpi in seno pronte a gettarti via al termine della grande minaccia..."

Roteò leggermente gli occhi facendo trasparire alla fine del suo discorso un leggero sospiro.
Leòmhann era ben conscio di quanto la situazione fosse diversa da quella vissuta da lui anni prima ma ciò era un dettaglio da tralasciare sapientemente, per cercare un legame con la semi dea si poteva condonate qualche piccola menzogna.
Di tutta risposta lei inarcò una delle sue sopracciglia rosse e sfoltite dando una risposta al mago irlandese.

"Io non ho fallito nel mio tentativo di salvare il mondo ho vinto la mia battaglia, io sono uscita vincitrice.
Tu mi parli di fallimento ma fallimento non fu mago, queste terminologie dovresti usarle riferendoti a voi soltanto."

La lingua lesta di Leòmhann non si fece attendere e con solo qualche rapido istante di attesa rispose a tono alla figlia di Perun.

"Così stai confermando semplicemente ciò che ho enunciato in precedenza Lady Nevitha, la tua battaglia è stata vinta e tu dal lago di sangue ti sei eretta vincitrice.
Ma il tuo vero intento non era fermare i morti no, se lo fosse stato te ne saresti andata dopo l'ultimo teschio frantumato a colpi di ascia.
No le battaglie si vincono e si perdono e non posso costituire l'obbiettivo di una creatura divina.
Lo hai detto tu stessa, volevi divenire la loro guida ma l'avidità e la sete di potere di alcuni hanno condannato tanti alla tua perdita.
Ti ha fatto male vedere come le promesse e il valore non servissero a nulla qui nel mondo degli uomini e hai arbitrariamente deciso di punire tutti indistintamente.
Non avresti più supportato gli umani, dico bene?"

Lei fece attendere la sua risposta distogliendo lo sguardo dal suo interlocutore.

"Ho fatto delle scelte su cui ancora oggi non nutro il più piccolo rimpianto, ho scelto di non prestare più il fulmine all'umanità e a quanto vedo in fondo siete riusciti a cavarvela anche senza l'ascia di Nevitha.
Perciò stregone se vuoi abbindolarmi con presunti sensi di colpa stai sbagliando strategia.
Le persone che mi seguirono non ebbero colpo ma io mantengo sempre le mie promesse senza la più piccola eccezione.
Se ora non hai altro da dirmi puoi levare le tende, questioni molto più urgenti di tentare vanamente di convincermi attendono te e la tua stirpe."

Lo stregone annuii accennando un lieve sorriso nella sua direzione poi alzò una mano in segno di saluto esibendo anche un leggero inchino.

"Lady Nevitha le porgo le mie scuse per averla disturbata fino ad ora, vorrà dire che l'umanità dovrà combattere una nuova guerra senza il suo potere.
Ma abbiamo già superato crisi come questa e nelle mie speranze lo faremo anche questa volta."

Lo stregone dalla giacca verde sistemò il suo vestito raddrizzando il cilindro che a poco a poco stava scivolando verso il basso.
Dopo un altro saluto prese la via della porta ma prima che essa su chiudesse definitivamente alle sue spalle volle aggiungere qualcosa al suo discorso iniziato in precedenza.

"Signora del tuono, io posso fare in modo che quello che lei cerca le venga dato.
La sua anima non sarà più in pena su questa terra, ma lei dovrà aiutarmi.
Non tutto ciò che è perduto nell'oblio del vuoto è irrecuperabile"

La porta si chiuse di botto facendo tremare le finestre come durante un terremoto, ma il rumore dei vetri in vibrazione non era altro che un semplice tintinnio confrontato alle urla che la semi dea avrebbe emesso da lì a poco.
A quelle parole lei, che già si era voltata per riprendere le cure della sua piantina, si voltò nuovamente con rapidità non umana è sgranò gli occhi tanto da far quasi riaprire alcune vecchie ferite per via della contrazione del volto.
Urlò una singola volta il nome dello stregone scuotendo l'intera stanza lanciandosi poi all'inseguimento del mago.
Scattò in avanti scardinando la porta come fosse un fuscello abbattuto dal vento sterzante.
I chiodi sparati per tutto il corridoio d'ingresso tintinnarono o si conficcarono nei muri in pietra mentre ciò a cui precedentemente erano fissati volò per quasi tutta la lunghezza del corridoio finendo per conficcarsi nel portone principale.
Furiosa di rabbia arrestò la sua corsa in fondo alle scale fissando la porta d'ingresso protetta da incanti antichi e potenti.
Ma a ella bastò sollevare una mano per infrangere quella barriera.
Dall'esterno si udì lo scricchiolare della roccia che viene velocemente frantumata dal metallo.
L'ascia si staccò dalla sua antica dimora richiamata dalla sua proprietaria, senza la minima resistenza il portale venne trapassato da parte a parte dalla furia dell'arma la quale fece un preciso ed esatto ritorno sulla mano aperta di Nevitha.
Non perse altro tempo e prima che qualcuno potesse rivelare la caduta degli incanti uscì all'esterno sotto la pioggia scrosciante e incessante volgendo lo sguardo verso il cielo nero.

"Lo sento....non sei più qui mago.
Ma se pensi di potermi ricattare con ciò che hai nominato, Chernobog sarà l'ultimo dei tuoi problemi."

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