Hammer of the dark - part two

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"Dovrei stare qui, ad aspettare, mentre loro si sacrificano nel cercare di contenere quella cosa... dovrei veramente dare ascolto all'alto concilio, ma se seguissi le loro direttive condannerei a morte certa tutte le guardie di perimetro."

Fino a quel giorno la protezione che, come una personale guardia, aleggiava attorno allo stregone lo aveva difeso da ogni sorta di pericolo, rischio o maledizione: il potere magico che aveva permesso allo stregone di ergersi come figura di spicco del mondo sovrannaturale non era totalmente farina del suo sacco, oltre trecento anni prima era divenuto un adepto della dea Babd, la signora della guerra e dei corvi.

Ciò è d'altronde ricordato dal suo soprannome "corvo di Babd", un araldo della dea celtica in terra, la quale ricompensava Leòmhann con una costante difesa.

Nessun arma avrebbe potuto nuocere davvero al suo protetto, pochi hanno assistito a questo fenomeno ma, se nell'eventualità venissero danneggiate, le sue carni in inumana velocità riprenderebbero la forma posseduta precedente al danno.

Non importa la zona della ferita, sia essa un arto amputato, uno squarcio nel torace, la perdita di un organo o perfino la decapitazione; se l'arma utilizzata non possiede particolari capacità esoteriche ciò che provoca non è duraturo e destinato a essere rigenerato.

Ma ciò poteva renderlo invincibile dinanzi a un mortale o a un mago di media capacità, Leòmhann era ben conscio del fatto che la sua benedizione divina fosse limitata al cospetto di un'altra divinità.

Oggi nell'età dei maghi il senso di estrema riverenza nei confronti degli dei si è perduto, solo chi porta l'antico sapere attraverso il tempo può davvero concepire l'inferiore di qualsiasi stregone rispetto a un essere divino.

Oggi l'uomo ha dimenticato quanto il respiro degli dei fosse immensamente superiore, quando essi solcavano le terre degli uomini e quest'ultimi, con riverenza, si prostravano in segno di rispetto e timore: gli dei scandivano le vite degli uomini in ogni loro aspetto, a essi si rivolgevano le preghiere nella speranza di benevolenza e prosperità, nella speranza che le forze superiori che tenevano nel loro giogo il mondo fossero clementi; poi vi erano proprio i maghi, oggi onnipotenti signori del mondo, da millenni alla ricerca delle grazie divine per accrescere il proprio potere.

Quando le due grandi ere antiche, l'età degli dei e quella degli eroi, ebbero termine il mondo ripose le proprie speranze in coloro che un tempo erano semplici intermediari delle divinità, ma gli dei restano dei e i mortali, pur essendo grandi conoscitori della magia, restano mortali

Leòmhann era ben consapevole di avere possibilità esigue, per non dire nulle, in una battaglia contro il nemico che si annidava sotto ai loro piedi, Chernobog il distruttore non è un avversario alla portata di alcun mago, persino gli dei avevano perso contro di lui.

I dubbi di Leòmhann durarono altri, interminabili, istanti prima di giungere a una conclusione, contro ogni auspicabile alternativa lo stregone decise di recarsi sul posto, prima ancora di essere un mago il suo spirito era quello di un guerriero.

Avrebbe assistito i suoi compagni nella probabile battaglia e sarebbe caduto combattendo, non prima di aver cercato di fare il possibile per contrastare la grande oscurità.

Una considerazione nobile per quanto egoista, se davvero lo stregone irlandese fosse caduto in quella battaglia il mondo sarebbe rimasto privo di una delle sue principali armi, e con Leòmhann ormai caduto chi avrebbe difeso la sua stessa famiglia dalle forze in movimento?

Sono per certo pensieri sovvenuti alla mente dello stregone, la sua famiglia era da sempre al centro dei suoi pensieri e mai si sarebbe mosso senza essersi assicurato di poter dare a loro un futuro. Privo ormai di esitazioni e tentennamenti fece un passo in avanti, sotto ai suoi stivali si protendevano alcune decine di metri di totale vuoto, senza pensare ulteriormente si staccò definitivamente dal ramo che gli fungeva da trespolo saltando dall'albero.

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