Fallen

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[Varsavia, 1806]

La porta si spalancò d'improvviso sbattendo il suo pomello in pregiato ottone contro la parete, provocando un forte e disturbante rumore che si propagò in fretta per tutta la stanza, dove fino ad allora regnava la quiete più assoluta.
Sulla soglia della porta un giovane soldato ammantato nella classifica uniforme prussiana sfornita di mostrine al valore o medaglie, probabilmente per via della sua giovane età.
La carne sotto quei panni era madida di sudore come si poteva ben vedere dalle gocce che cadevano pian piano dai suoi capelli sulla e per tutta la fronte.
Aveva il fiato pesante e tremava quasi di paura, riuscendo a malapena a scandire le parole.
Nella mano destra stringeva una lettera, le sue dita esercitavano una tale pressione sulla missiva quasi da piegarla.
La busta costituta da un involucro bianco avorio adornato da alcuni motivi floreali aveva come chiusura un sigillo che non lasciava molto spazio alle teorie sulla sua provenienza, una maestosa aquila bifronte recante la firma personale dello Zar.

"L-l-l-ord Is...Isfried, s-sono finalmente giunte le notizie che attendeva."

Il soldato provò a darsi una calmata prendendo un grosso respiro e asciugandosi il sudore presente sulla fronte con la mano libera, coperta da un guanto di pelle nera.

"La spedizione di Lord...Krueger, è sparita fra le nevi.
Non ricevono loro notizie da più di cinque giorni.
Sua maestà lo Zar ha assicurato che verrà organizzata una spedizione di soccorso al più presto..."

Il soldato si mise sugli attenti porgendo la lettera in avanti aspettando che il suo interlocutore rispondesse alle sue parole.
L'uomo si limitò a emettere un risolino tra un sorso di uno strano liquido dorato e l'altro, dopo alcuni secondi la figura seduta si degnò di alzarsi voltandosi verso il giovane soldato prussiano.
Il volto anziano e riempito dalle rughe paradossalmente non lasciava trasparire vecchiaia e debolezza bensì un senso di venerazione e rispetto oltre che di saggezza.
Un occhio era mancante coperto da una benda dai colori cangianti mentre l'altro era viola e vivido.
La sua figura era imponente nonostante gli anni evidenti, alto più di un metro e ottanta e adornato di ogni sorta di mostrina, medaglia, decorazione, encomio o elogio che fosse possibile riassumere in qualche elemento da allegare alla tipica uniforme degli ufficiali prussiani.

"Oh Ernst, ti ringrazio per la celerità non tutti coloro che mi son stati assegnati come assistenti la hanno dimostrata e infatti ora si trovano a difendere la nostra coalizione del nemico francese sul fronte occidentale.
Certo nobile è l'arte della difesa della patria e altrettanto nobile è impilare teste francesi sulla picca dei nostri elmetti ma nonostante ciò resta una mansione alquanto pericolosa.
Di certo non tutti i soldati vorrebbero essere mandati a difendere la propria nazione."

Lui sorrise e il suo occhio brillò quando le sue mani avanzarono per prendere la missiva imperiale.
Il ragazzo ancor più intimorito fece sbadatamente un passo indietro, togliendo dalla disponibilità dell'anziano militare la lettera che lo vedeva come destinatario.
Appena si accorse della gaffe che aveva commesso riprese a sudare copiosamente irrigidendosi, chiedendo in maniera convulsa umili scuse.

"Ragazzo se vuoi puoi tenere la busta e il sigillo, potrebbe essere un bel regalo per il pargoletto che sta arrivando, io so già cosa è scritto tra quelle carte.
Ma non stia con un piede dentro e uno fuori, se ha terminato le sue mansioni può tornare ai piani inferiori."

Il giovane alzò lo sguardo verso di lui ancor più confuso, per via delle parole del vecchio trovando il coraggio per rispondere all'uomo più carismatico di Prussia dopo lo stesso re.

"L-lord Isfried io non aspetto nessun bambino..."

Lui gli pattò la spalla con la mano nodosa ma dalle unghie finemente curate spingendolo fuori dalla soglia.

"Lo aspetterai, ricorda io vedo oltre ciò che i tuoi occhi possono percepire.
Dovrebbero avertelo detto quando all'accademia ti hanno indirizzato presso Hansjoachim Isfried o non conoscevi le doti del generale supremo in carica sul fronte orientale?"

Il soldato provò a rispondere e a lasciare la missiva nella vasta camera ma la porta si chiuse di botto senza che mano alcuna la muovesse, lasciandolo con soltanto i dubbi che le parole del vecchio mago gli avevano messo in testa.

"Buona giornata Ernst, passi una bella vita."

Isfried si allontanò dalla porta andando a passo lento verso il tavolo riprendendo la tazza che aveva posato per via dell'interruzione.
Il liquido al suo interno si era solidificato diventando impossibile da bere come stava facendo, lui assunse un espressione leggermente dispiaciuta posando la tazza sul tavolo dando un'occhiata fuori dalla finestra.
Varsavia era in fermento, voci dicevano che la grande armata di Napoleone si stesse muovendo per prendere Berlino e che poi caduta la Prussia sarebbe toccato proprio a tutte le città che si interponevano fra l'avanzata francese e la capitale zarista, Mosca.
Le truppe prusso-russe si muovano nervosamente per le vie della città e l'aria di tensione era palpabile, probabilmente da lì a poco sarebbero stati tutti richiamati a difendere la propria nazione.
Il vecchio Isfried alzò una mano chiudendo anche le finestre aperte nelle varie stanze facendo calare il buio con l'ausilio di spesse tende.
Lì nell'oscurità prese posto su una delle sedie massaggiandosi delicatamente il volto.
Dopo qualche secondo setacciò il fondo di uno dei suoi taschini tirando fuori una carta con su iscritti dei caratteri runici, con un gesto veloce lanciò l'oggetto al centro del tavolo facendo illuminare di verde una delle tante rune.

"Quanto tempo abbiamo prima di trovarci a combattere una guerra su un triplice fronte?
Posso arrestare ciò che giungerà dall'ovest e a nord confido ancora nelle gesta del mio apprendista, nonostante le fonti ufficiali dicano il contrario.
Ma per ciò che giungerà da est Leòmhann, come intendi risolvere ciò su cui sei andato a vegliare in quelle terre ?
Tutti noi sappiamo cosa sta avvenendo, perciò risolvi o quantomeno intrattieni le cose il più tempo possibile, oppure ci vedremo costretti a manovre drastiche per battere i nostri nemici.
Per quanto riguarda il consiglio ristretto, quello si vedrà più avanti..."

Nessuna risposta fu udita dalla rune la quale a poco a poco iniziò a perdere la sua luminosità finendo per spegnersi.
Isfried sbuffò leggermente assumendo un espressione fortemente delusa.
L'ennesimo tentativo andato a vuoto di cercare di comunicare con tutti coloro al di sotto della "bolla di Vienna" lo scudo con cui l'imperatore austriaco aveva circondato le sue terre e parte dei dominii ottomani per contenere l'anomalia balcanica.

"Sono cieco di fronte a questi eventi e ciò mi turba non poco, spero per te Leòmhann che le storie sul gioiello dei Balcani siano reali e che non siano solo favolette degli stregoni slavi per mantenere viva l'attenzione sulla loro scuola magica decaduta.
Altrimenti dubito che anche uno dei migliori stregoni su questa terra possa veramente fronteggiare ciò che sta tornando.
L'imperatore, l'ingannatore e il distruttore ci stanno dando battaglia ma sento che una quarta figura trama celato alla vista di nemici e alleati, ma su questo torneremo quando la situazione richiederà l'attenzione di noi tutti."

L'uomo schioccò le dita facendo tornare tutto alla disposizione iniziale illuminando nuovamente il locale con i radiosi raggi del sole autunnale.

"Prima difenderemo Berlino, poi il resto verrà da se."

Whisper of magicWhere stories live. Discover now