IX - Harry, ti prego!

16.1K 922 143
                                    

okay...ehm, wattpad è impazzito! Sto cercando di pubblicare un'altra storia...sto traducendo una delle mie FF preferite (Just Feel) e ho tentato invano di pubblicare i primi due capitoli...una volta che invio, poi per qualche oscura ragione NON COMPAIONO SUL MIO PROFILO! *urla e spacca tutto*

Bellezze mie, mi fareste gentilmente sapere se effettivamente riuscite a vedere la mia nuova stoira o se, come temo, si è persa nei menandri del net?

Vado, la frustrazione si è impossessata di me! Ma intanto vi lascio con questo nuovo capitolo...spero vi piaccia e...due aggiornamenti in meno di ore? Chi è la migliore? eh?eh?eh? ok, basta, me ne vado davvero prima di essere denunciata

Votateeeeeee!

XX vi amo

Quando finalmente arrivò a casa, si lasciò cadere sul divano, esausto. Accese la tele, passando distrattamente da un canale all'altro, le palpebre che gli calavano per la stanchezza. Decise di non mangiare, farsi una doccia veloce e fiondarsi a letto. Era rimasto in ufficio per ben quattro ore dopo l'orario di uscita per potersi rimettere in pari con il lavoro, ma quando gli occhi cominciarono a fargli male per il troppo fissare lo schermo del pc e la mente si annebbiò riuscendo a fatica a comprendere quello che leggeva, decise di tornare a casa e lasciare il resto per i prossimi giorni. Aveva già fatto comunque ottimi progressi, il capo si era congratulato per il lavoro svolto a Roma e non gli aveva fatto ulteriori pressioni per gli arretrati che aveva accumulato. Quando si alzò per dirigersi in bagno sentì il telefono vibrare in tasca e nell'estrarlo vide un messaggio di Liam.

Lou, mi sono permesso di contattare un medico. E' un amico ed un ottimo professionista. Ti lascio il contatto del suo studio. Mi ha detto che riuscirebbe a fissarti un appuntamento già in settimana. Ti prego, chiamalo. E non odiarmi :)

Louis sospirò, rassegnato all'insistenza di Liam, ma non poté trattenere un sorriso. Si preoccupava per lui, l'aveva sempre fatto; da quando si erano conosciuti al primo anno di college, Liam era stato continuamente iper protettivo nei suoi confronti. A volte sembrava persino esagerato, ma Louis dovette ammettere di essere estremamente grato all'amico per tutto ciò che aveva fatto e che continuava a fare per lui, nonostante le loro strade si fossero divise e si frequentassero molto poco negli ultimi tempi. Eppure Liam era sempre lì, e Louis sapeva di poter contare su di lui a prescindere. La settimana precedente ne era l'ennesima dimostrazione.

Così si ritrovò a salvare il numero di questo fantomatico terapista nella rubrica del telefono e promise a se stesso e a Liam che l'indomani mattina l'avrebbe contattato e avrebbe fissato una visita il prima possibile.

Aveva risposto quella che doveva essere la segretaria, ed effettivamente, solo l'accennare il nome del dottor Liam Payne, aveva assicurato a Louis un appuntamento per il giorno seguente, poco dopo il suo orario di lavoro. Louis riagganciò il telefono mentre lasciava il suo palazzo, diretto verso la sua auto. Senza pensarci due volte inviò un messaggio ad Harry per comunicargli la notizia, pensando che gli avrebbe fatto piacere, ma quando giunse nel parcheggio interrato dell'edificio, notò che la macchina di Harry non era posteggiata. Alzò le spalle, pensando che il vicino fosse uscito prima del solito. La risposta di Harry arrivò soltanto a mattinata inoltrata, quando ormai si era inesorabilmente convinto che al riccio non importasse nulla della sua situazione. D'altronde i brevi messaggi che si erano scambiati in quei due giorni facevano pensare che Harry non avesse molta voglia di parlare. Harry diceva di aver dormito troppo; allora non era uscito presto? Louis si dimenticò quasi il motivo per cui gli aveva scritto inizialmente. Non riusciva a spiegarsi la ragione di una simile agitazione, eppure il non sapere quello che Harry stesse combinando e il motivo per il quale improvvisamente, dopo il weekend che avevano trascorso insieme, fosse diventato così distante, stavano logorando la mente di Louis. Pensò di fugare ogni dubbio chiedendogli se fosse effettivamente uscito presto, nonostante gli avesse appena detto di aver dormito fino a quell'ora. Louis infondo sapeva come stavano le cose, l'aveva capito, ma leggere le poche parole di Harry che confermavano i suoi timori fu come un pungo dritto in faccia. Aveva dormito fuori. Il cuore gli batteva nel petto ad un ritmo impazzito, la gola secca e gli occhi che non riuscivano a staccarsi dallo schermo del cellulare, leggendo e rileggendo le parole del messaggio. Harry continuava a ripetere di sentirsi solo, di non avere legami a Londra, eppure tutto d'un tratto aveva trovato qualcuno con cui passare la notte. Louis si guardò intorno, studiando ogni dettaglio del suo ufficio, cercando di fare respiri lenti e profondi, per tentare di calmarsi ed evitare un attacco di panico sul posto di lavoro. Sembrò funzionare per un attimo, ma la sua mente correva a briglia sciolta immaginando con chi Harry avesse potuto trascorrere la notte fuori, quando la realizzazione lo colpì. Il tizio del pianerottolo. Il ragazzo con la testa rasata che aveva a malapena visto quando era tornato a casa dopo aver trascorso qualche giorno da Liam. Non gli aveva prestato la minima attenzione, non l'aveva praticamente nemmeno notato, tuttavia quella sera era lì, di fronte ad Harry.

Brand New Style - A Larry FFWhere stories live. Discover now