Capitolo 2

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Drake allungò il passo non appena riconobbe il mio viso o probabilmente il mio vestito, impossibile da dimenticare dopo averlo deriso tanto nei minuti prima. Guardandomi iniziò a sorridere in quel classico modo che apparteneva solo a chi era pronto a farti passare le pene dell'inferno.
« Oh no. No, no, no, no.. » sussurrai voltandomi in fretta, quasi a volermi nascondere dallo sguardo di Drake nonostante avesse capito fin troppo bene chi fossi.
Dopo quello che gli avevo fatto e detto, il minimo che avrebbe potuto fare era quello di mettermi in imbarazzo di fronte al suo migliore amico.
"Che cosa mi stava passando per la testa quando gli ho detto che ero insieme al mio ragazzo?" Continuavo a domandarmi mentre con una mano mi colpivo la fronte quasi a voler trovare la risposta ad ogni mio quesito. 
« Non ci posso credere! » Disse Drake senza smettere di ridere indicandomi, dando così vita sul viso di Aaron e della sorella un'espressione incuriosita.
« Che cosa? » Chiese l'amico guardando prima Drake e poi me. « Non dirmi che vi conoscete!? » Continuò entusiasta, senza rendersi conto che quella casualità era tutto tranne che meravigliosa.
« Oh sì! »
« Assolutamente no! » Rispondemmo all'unisono io e Drake, mentre cercavo con lo sguardo di implorarlo di tacere senza complicare quella situazione già fin troppo imbarazzante.
« Non capisco » disse Aaron continuando a spostare lo sguardo su entrambi.
« Neanche io » aggiunse Gwen, un po' più divertita del fratello.
« Sta solo fingendo di non conoscermi » continuò Drake sempre più divertito, dimostrandomi di aver capito bene il mio desiderio disperato che non rivelasse nulla del nostro incontro, ma che questo non lo avrebbe fermato nel farlo.
« Perchè dovrebbe fingere di non conoscerti? » Provò a difendermi il suo migliore amico, ignaro di essere il mio "ragazzo immaginario" nominato nel bagno di un bar. Se solo lo avesse saputo, quella domanda non l'avrebbe di certo posta, parola mia.
« Infatti » presi parola prima di complicare ulteriormente la situazione,  « mi stai sicuramente confondendo con un'altra persona. Come hai detto che ti chiami? Track? Dram? Non mi ricordo. » Ripresi a farfugliare ansiosa, facendo capire a Gwen a suon di gesti assurdi che quel ragazzo era lo stesso incontrato al bar, ed il protagonista di quella parte di racconto che avevo iniziato a spiegarle nei minuti prima. « Non ti preoccupare » continuai rivolgendomi a Drake, « non è la prima volta che mi capita. Dicono che abbia un viso piuttosto comune. Vero Gwen? » Incalzai la mia migliore amica con la speranza che almeno lei mi aiutasse ad uscire da quella situazione nel modo migliore.
« Davvero? » Domandò lei ricevendo all'instante una gomitata da parte mia che le fece riavere la memoria persa. « Oh, assolutamente! Succede spesso, ma che dico spesso, sempre! » Concluse Gwen.
Dopo quel patetico tentativo di cambiare discorso, ci ritrovammo entrambe a sorridere in modo davvero poco convincente verso Aaron, cercando di comprendere se stesse credendo a quella serie di parole senza senso che stavano pronunciando. E mentre Drake rideva sotto ai baffi nel vedermi tanto a disagio in una situazione del genere, sembrava che ad Aaron non importasse più di tanto andare in fondo al discorso, poichè alzò le spalle e ci fece segno di seguirlo verso la nostra meta prestabilita: il bar.
Non appena Aaron ci diede la spalle, spinsi la mia migliore amica verso suo fratello, facendole capire che avevo bisogno di quegli attimi per parlare faccia a faccia con Drake. Nonostante fremesse dalla voglia di sapere i dettagli del nostro primo incontro, Gwen si aggrappò al braccio di Aaron, mentre bello come il sole continuava a camminare davanti a me come un modello da copertina.
« Ehi tu! » Dissi a bassa voce a Drake, avvicinandomi al suo fianco con fare minaccioso ma riuscendo solo a provocargli l'ennesimo sorriso. « Hai intenzione di rovinarmi la vita? »
« Scusa? » Rispose il ragazzo.
« Hai capito bene che cosa intendo. Che intenzioni hai? » Ripetei nel modo più chiaro con la speranza che mi rispondesse in modo sincero.
« Ci conosciamo per caso? Avevo capito di averti confusa con qualcun'altra » continuò prendendomi in giro e volgendo lo sguardo da un'altra parte.
« Sai che cosa ti dico? Non mi rimangio nulla di quello che ti ho detto, sei proprio irritante! »
« Intendi quello che mi hai detto prima al bar? »
« Esattamente! » Risposi soddisfatta dal fatto che si ricordasse le mie parole dette in precedenza. Se voleva rovinarmi con Aaron per lo meno lo avrebbe fatto ricordandosi di quello che pensavo di lui.
« Allora lo ammetti che ci conosciamo! Ah! Lo sapevo.. AARO...» Mi fiondai tempestivamente a mettergli le mani davanti alla bocca, sperando che il suo migliore amico non avesse sentito nulla, ma fortunatamente Gwen aveva una voce tanto squillante e forte da riuscire a sormontare qualsiasi altro suono, per quanto si fosse voltata per capire se fosse tutto okay.
Allontanai le mani dalla sua bocca non appena Drake alzò le sue in segno di resa, con la speranza che non volesse davvero riprendere ad urlare.
« Mi spieghi perchè hai così tanta paura che Aaron sappia qualcosa? Hai finto fosse il tuo ragazzo perchè ti trovavi da sola con uno sconosciuto, quale sarebbe il problema? » Per la prima volta mi parlò come se fossi una sua amica, come se gli interessasse davvero il motivo che mi spingeva a comportarmi così, come se lo volesse seriamente capire quello che mi passava per la testa. In quel momento capii che avrei potuto anche spiegargli quello che provavo per il suo migliore amico, forse avrei anche potuto chiedergli un aiuto, ma prima di riuscire a farlo avrei dovuto ammettere a me stessa che il vero motivo che mi bloccava nel rivelargli i miei sentimenti era uno ben diverso dalla paura di essere sincera con lui. 
« Non sono affari tuoi. » Risposi un po' malinconica alla sua domanda continuando a camminare al suo fianco, mentre il mio sguardo ricadde nuovamente sulle spalle di quel ragazzo in grado di farmi battere il cuore come nessuno era mai riuscito in tutti quegli anni. Non avevo mai chiesto molto dalla vita, volevo solo che Aaron fosse in grado di guardarmi con altri occhi, con gli occhi di chi finalmente ti guarda e non di chi si limita solo a vederti. Volevo solo che mi desse un'occasione per dimostrargli che non ero più quella bambina che giocava ad essere sua sorella, perchè un fratello non può farti battere il cuore in quel modo, non può farti nascere il sorriso più sincero con un solo sguardo, e farti provare tante emozioni sfiorandoti per sbaglio. Riuscivo a sentire il mio cuore accelerare senza freno solo vedendo di sfuggita quelle spalle perfette di chi per anni ha giocato nella squadra di football della scuola, per poi rimanere ancora ammaliata ad osservare il suo profilo mentre si voltava verso di noi per controllare che fosse tutto okay.
Aaron si voltava, Drake faceva un segno di "okay" con la mano, ed i miei occhi codardi finiva sulle mie scarpe, accompagnati da un sorriso timido e consapevole che anche quella volta non erano stati in grado di ricambiare il suo sguardo meraviglioso.
« Oh, oh » sentii nuovamente prendere parola Drake al mio fianco, facendomi ricordare della sua irritante presenza.
« E ora che cos'hai? » Chiesi innervosita come ogni volta che si dimostrava divertito, sapendo per certo che fosse per qualcosa che non avrebbe fatto sorridere anche me.
« Aaron ti piace, ti piace veramente tanto! » Disse urlando, tanto da ricevere come risposta un pugno sulla spalla, che invece di fargli male li fece capire quanto la sua affermazione fosse corretta.
« Mi avete chiamato? » Chiese Aaron voltandosi nuovamente, avendo sentito pronunciare il suo nome.
« Assolutamente no! » Risposi senza esitare e con il viso rosso dall'imbarazzo, mentre Drake rideva massaggiandosi la spalla e la nostra meta compariva davanti a noi.
Il tempo per capire le intenzione di Drake era finito, e l'unica cosa che ero riuscita a comprendere per davvero, era che quel ragazzo non era così stupido come pensavo.
« Non dire nulla, per favore. » Sussurrai al ragazzo come ultimo tentativo di convincerlo, per poi varcare la soglia del locale senza voler neanche guardare la sua espressione in risposta a quella mia supplica.
« Vedremo » disse facendo svanire ogni più piccola speranza che mi era rimasta che Drake potesse essere dalla mia parte, dubitando anche che potesse davvero provare dei sentimenti che si avvicinassero alla compassione.
E mentre prendevamo posto attorno ad un tavolo qualsiasi, Gwen cercava di farmi segno di mantenere la calma, convinta che tutto si sarebbe risolto nel modo migliore seppur riuscivo a leggere nei suoi occhi solo tanta curiosità nel sapere come si sarebbe conclusa quella vicenda. Ogni ticchettio dell'orologio risuonava rumoroso nella mia testa mentre allungavo l'orecchia il più possibile per capire di che cosa stessero parlando i due ragazzi, e più il tempo passava più mi rendevo conto di ritrovarmi in una situazione assurda dovuta solo alla mia codardia di non essermi dichiarata prima di quel momento. Come fai però a svelare i tuoi sentimenti senza alcuna paura a chi ti conosce da una vita, a chi avrebbe avuto mille momenti per dimostrarti che ricambiava quell'amore, senza averlo fatto mai? La mia paura più grande, l'unico motivo che mi spingeva a tacere era che in fondo io lo sapevo che non venivo ricambiava, sapevo per certo che Aaron mi avrebbe rifiutata, ma faceva troppo male ammetterlo a me stessa che preferivo posticipare quel momento e continuare a sognare ad occhi aperti e chiusi, pensando che mi avrebbe ferito di meno scegliere quella vita, senza rendermi conto che a lungo andare mi stavo distruggendo nel modo più doloroso di sempre.
E mentre quei pensieri malinconici mi passano per la testa, guardavo Aaron ridere ad ogni battuta detta dal suo migliore amico, dando vita a quel sorriso che avrei speso tutto l'oro del mondo perchè nascesse solo per merito mio. Senza rendersi conto del mio sguardo posato su di lui, portò una mano tra i capelli grattandosi nervosamente la nuca per un racconto di Drake che lo vedeva protagonista in un momento davvero imbarazzante, e mentre le dita della sua mano iniziavano ad accarezzare i suoi corti capelli castani, la manica della maglietta si alzò leggermente mostrando il tatuaggio con il nome della sorella che si era fatto sul bicipite qualche anno prima. 
« Tu che cosa dici? » Una voce mi risvegliò improvvisamente da ogni pensiero, facendomi notare solo in quel momento lo sguardo di tutti rivolto verso di me. 
« Eh? » Chiesi guardandoli a mia volta e non riuscendo a capire che cosa mi avessero chiesto o che cosa avrei dovuto dire.
« Jodie, non dirmi che ancora.. » mi incalzò Gwen come ogni volta che mi beccava immersa nei miei sogni in cui il protagonista era inevitabilmente il fratello.
« A che cosa stavi pensando? Raccontaci dai » Drake non si fece perdere l'occasione di stuzzicarmi, facendomi ricordare il perchè lo avessi insultato così tante volte nel breve tempo che avevamo passato insieme.
« Io? No.. niente.. dicevamo? » Provai a salvarmi all'ultimo cambiando discorso e guardando Aaron, sperando che almeno lui in quella stanza fosse dalla mia parte.
« La volete lasciare stare oggi!? » Inaspettatamente fu proprio il mio principe azzurro a prendere le mie difese, facendomi perdere un battito di cuore, « sembra che vi siate messi d'accordo per metterla a disagio. » Concluse ricordandomi il perchè non riuscissi davvero a farmi passare quella cotta che avevo nei suoi confronti nonostante i numerosi anni trascorsi.
« Scusa fratello, non pensavo ci tenessi così tanto a lei » rispose ironico Drake, sottolineando apposta quella seconda frase e facendomi subito dopo un occhiolino compiaciuto.
« Ecco. Fratello, dici bene.. » riprese parola Aaron, « anche Jodie è come una sorella, vedi di comportarti bene con lei oppure le prendi. » Il sorriso nato per essere stata difesa proprio da lui, si congelò improvvisamente per poi sgretolarsi in mille pezzi rumorosi più che mai. Fu come se improvvisamente non trovassi più aria attorno a me, come se fosse diventata tanto densa da un momento all'altro, da essere irrespirabile.
Sorella?
Avevo sentito bene?
Sorella.
Mi vedeva come poteva vedere Gwen: parte della sua famiglia, impossibile da vedere come una donna, ma una bambina bisognosa di protezione che sarebbe rimasta al suo fianco per sempre.
Sentii la mano della mia migliore amica appoggiarsi alla mia che tenevo ben nascosta sotto al tavolo, appoggiata sulle mie gambe, mentre si chiudeva a pugno quasi a voler sfogare ogni dolore in quello stupido modo. Cercai di fermare le lacrime pronte a scendere dai miei occhi, ed iniziai a respirare lentamente e sorridere nel modo peggiore che mi riuscisse pur di non dare alcuna soddisfazione a Drake ed alcuna preoccupazione ad Aaron.
Il silenzio invase il tavolo, come se tutti avessero capito la frase appena detta tranne il diretto interessato. Anche il suo migliore amico in un primo momento sembrava non voler infierire, fino a quando riprese parola con un goffo tentativo di difendermi.
« Sì, ma non è tua sorella » aggiunse a quella sua affermazione.
« Non devi per forza condividere lo stesso sangue per essere parte della famiglia, e tu dovresti saperlo molto bene. » Rispose Aaron dandomi un secondo vuoto allo stomaco.
« No, ma quello che vog- »
« Abbiamo capito Drake! » Dissi alzando la voce per bloccare qualsiasi altro tentativo del ragazzo di ribattere al suo migliore amico, avendo capito che le cose sarebbero potute andare solo peggio di così. Lo guardai con i miei due occhi lucidi cercando di fargli capire che non stavamo più giocando, che stavo soffrendo realmente.
« E ora che cosa centro io? Sto solo cercando di aiutarti! » Rispose a tono Drake, complicando ancora di più la situazione.
« Aiutarla in cosa? » Chiese incuriosito Aaron.
« Okay! E' proprio ora di andare a casa, vero Jodie? » Si intromise fortunatamente Gwen, « puoi riaccompagnarci a casa fratellone, per favore? La mamma di Jodie è la volta buona che si arrabbia. Ci siamo dimenticate di avvisarla » si inventò l'ennesima scusa prendendomi per mano per portarmi fuori dal bar, lanciando nel frattempo a Drake uno sguardo di puro odio.
Nel passargli accanto non riuscii neanche a guardarlo, troppo imbarazzata e sofferente per dargli anche quella soddisfazione. Volevo davvero arrabbiarmi con lui e dargli la colpa per tutto quello che era accaduto in quel momento, ma la verità era solo che avevo finalmente fatto i conti con la realtà e quei sentimenti che già sapevo appartenessero ad Aaron.
Il viaggio di ritorno in macchina lo passammo totalmente in silenzio, un silenzio che urlava di imbarazzo, disagio, incomprensione e dolore. Io non sapevo che cosa dire, Aaron non sapeva se poter chiedere qualcosa ad una delle due, e Gwen non capiva chi dei due avesse più bisogno di parlare, così si limitò a stringere forte la mia mano in silenzio, per poi accompagnarmi in camera mia non appena smontammo dalla macchina.
Ci dirigemmo nella mia stanza dov'eravamo solite trascorrere le nostre giornate e soprattutto quei momenti in cui dovevamo raccontarci i segreti più privati.
« Mi vuoi raccontare tutto quanto ora? » Mi chiese non appena la porta si chiuse alle nostre spalle, ma prima ancora che potessi iniziare a spiegare ogni cosa, le mie lacrime iniziarono a scendere senza alcun avviso. Com'era possibile che l'amore facesse così male? Non ce la facevo più a mantenere quel segreto, a fare attenzione che nessuno lo rivelasse al mio posto. Quella sera piansi per la prima volta per amore. Dopo aver sognato, gioito e sorriso grazie a quel sentimento, per la prima volta scoprii anche il lato più triste e brutto che un amore può portarti. Ma fu non appena mi asciugai il viso che iniziò la parte più difficile di tutta quella storia, quando raccontai alla mia migliore amica quello che era accaduto in quel bar, di come avevo conosciuto Drake e di quello che ci eravamo detti, e lei trovò una sola soluzione a tutto quel casino.
« Drake è uno stronzo, te lo posso assicurare. Lo conosco da tempo e se c'è una cosa che ho imparato è che usa le ragazze. Non si è mai innamorato e si diverte a conquistarne il maggior numero. Puoi stare certa che non appena avrà l'occasione dirà a mio fratello ogni cosa. Dirà ad Aaron che sei innamorata di lui, lo farà anche solo per ripicca perchè hai dimostrato più interesse verso il suo amico che verso di lui. » Disse tutto d'un fiato Gwen, che poteva essere anche la migliore amica del mondo, ma che riguardo al consolare aveva ancora molte cose da imparare.
« Ed io, che cosa dovrei fare allora? Rimanere rinchiusa in casa a vita per paura che glielo abbia detto in ogni istante? » Chiesi sconvolta non trovando alcuna soluzione.
« No, devi semplicemente dirglielo prima tu. » Disse come se niente fosse.
« Sei seria? »
« Domani glielo dirai. Senza "ma" e senza "se". » Concluse senza lasciarmi possibilità di ribattere.

Ci sono davvero molte teorie su quale sia il modo migliore per voltare pagina e andare avanti. Alcuni dicono che il tempo guarisce ogni ferita, altri dicono che devi parlare di quella cosa per riuscire a superarla, altri ancora consiglierebbero una chiacchierata con un bravo psicoanalista. Quello che avevo capito io era che l'unico modo per superare qualcosa era semplicemente affrontarla, farlo a qualsiasi costo. Certo, nessuno può prometterti che andrà bene e che ci sarà un lieto fine, ma possono giurarti che non ci sia una scelta migliore.



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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 24 luglio

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now