Capitolo 3

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La sveglia suonò come sempre puntuale: puntuale per farmi venire il mal di testa, per creare la mia solita ruga sulla fronte di disapprovazione nel dovermi svegliare così presto, e per ultimo ma non meno importante, puntuale per ricordarmi che quel giorno sarebbe stato il famoso giorno in cui avrei rivelato i miei sentimenti ad Aaron. A dire il vero ero tutto tranne che convinta che sarebbe successo, ma Gwen mi aveva promesso che mi avrebbe aiutata in ogni modo, a partire dal venire a casa mia per aiutarmi a truccarmi e a vestirmi. Secondo lei curare l'aspetto fisico riusciva a togliere tutta l'ansia in ogni situazione, e io preferivo fargli credere di essere della sua stessa opinione piuttosto che fosse proprio lei a farmi venire l'ansia da quanto fosse brava ad insistere.
Il piano era semplice: nel primo pomeriggio avrei bussato alla porta di casa di Aaron, avrei fatto un bel respiro e gli avrei consegnato una lettera in cui confessavo ogni mio sentimento più profondo. Perchè una lettera? Inizialmente neanche Gwen era molto convinta riguardo l'idea di scrivere i miei pensieri in un pezzo di carta, ma quando iniziai a spiegarle che una volta avuto Aaron di fronte avrei potuto trovare ben 57 modi per cambiare discorso senza riuscire a dirgli il vero motivo della mia visita, fu la prima a passarmi carta e penna.
Ad ogni minuto che passava, mi chiedevo perchè tutti parlassero di "farfalle nello stomaco" quando si sentivano emozionati o eccitati per qualcosa. Gli unici animali che sembravano popolare la mia pancia erano più simili ad uno sciame di vespe furiose.
« Sarai bellissima Jodie, non potrà rifiutarti, vedrai! » Provò a consolarmi Gwen, iniziando a lanciare sul letto tutti gli abiti che le sembravano più perfetti per quell'occasione e riportandomi alla memoria il giorno prima, quando con le stesse parole e gli stessi gesti, aveva dato inizio ad una delle uscite più disastrose mai fatte.
« Che ne dici di questo? » Mi chiese mostrandomi un abito attillato nero che arrivava poco più su del ginocchio, e con una scollatura vertiginosa.
« Gwen, conosci i gusti di tuo fratello », "e soprattutto i miei" avrei voluto aggiungere, ma forse per quell'occasione avrei dovuto mettere da parte la vera me per dare un po' più di spazio a qualsiasi cosa mi avrebbe potuto dare anche solo una piccola possibilità con Aaron.
« Okay, okay. Che ne dici di questo allora? » Ci riprovò con un abitino rosso in chiffon, che mi fece inevitabilmente guardare fuori dalla finestra. Come il mio cuore in preda a fortissime raffiche di vento, così anche quella giornata era più movimentata di quanto tutti si aspettassero, ed inevitabilmente mi immaginai con indosso quel vestitino leggero che non sarebbe rimasto in ordine fuori da lì, bocciandolo come il primo abito.
« Sono già agitata per quello che devo fare, almeno del vestito non vorrei preoccuparmi. »
Vidi Gwen sparire ancora dentro all'armadio, mentre continuava a lanciare all'aria e alla rinfusa maglie, maglioni, scarpe e pantaloni, fino a quando la sentii esclamare entusiasta.
« Ci sono! » Con un po' di difficoltà vidi la mia migliore amica riemergere dalla montagna di vestiti con tra le mani una tuta nera elegante a top, senza dubbio comoda ma allo stesso tempo non troppo sportiva. Guardai l'ultima scelta della mia migliore amica con un sorriso smagliante, facendole capire che aveva centrato in pieno l'obiettivo outfit, e passando così alla fase trucco e parrucco, e con essa anche la parte motivazionale in cui Gwen cercava di consigliarmi al meglio le mosse da fare, anche se a dire il vero, mi sarebbe bastato anche solo che mi convincesse che non stessi facendo l'errore più grande della mia vita.
« Ricordati: siete sempre stati molto naturali, devi solo essere te stessa anche questa volta » continuò a darmi consigli Gwen mentre mi aiutava a sistemare i miei lunghi capelli castani, che non si decidevamo mai se essere lisci oppure ricci.
« E' semplice per te, è tuo fratello! A me basta che mi sorrida e vado in tilt. Non mi esce neanche una parola! A dire il vero non riesco neanche a pensare ad una parola. Quanto sono spacciata da uno a dieci? » Le chiesi tutto d'un fiato per poi sospirare disperatamente.
« Cento, suppongo » rispose Gwen buttandomi ancora più a terra mentre lei scoppiava in una rumorosa risata. « Devi solo dargli la lettera, il resto andrà da sé Jodie. Riesci a porgergli una dannatissima lettera? »
« Penso di si » risposi ancora più avvilita e senza speranza.
« No. Non devi pensarlo, devi esserne sicura! »
« Sì, sì ce la farò. Sì! » Continuai a ripetere trovando sempre più sicurezza in me stessa. Gwen finì di sistemarmi i capelli, per poi aiutarmi a mettere il mascara e a farmi una leggera linea di eyeliner nero sugli occhi, mentre io continuavo a ripetere a voce alta che ce l'avrei fatta, che dovevo solo consegnare un foglio, che mi sarei finalmente liberata di ogni peso, e a dire il vero sembrava che quelle parole funzionassero per davvero.
Qualche minuto dopo, ci ritrovammo entrambe davanti allo specchio a guardarmi, ammirando il lavoro fatto in quelle ore come se fossi una scultura elaborata pronta per essere mostrata al pubblico.
« E' ora Jodie. Ricorda: sii te stessa, dagli questa lettera e tutto andrà bene. Io ti aspetterò qui in camera tua. » Mi disse Gwen come ultima raccomandazione mentre mi stringeva le spalle in segno di conforto.
« Tu mi aspetterai qui in camera mia. » Ripetei come se fosse l'unica cosa importante da ricordare.
« Sì, ma se non gli consegni la lettera è meglio se non ritorni qui, sappilo. » Concluse lasciandomi un bacio sulla guancia e portandomi fino fuori dalla porta d'entrata, spingendomi leggermente verso il giardino e chiudendomi la porta di casa alle spalle, quasi per paura che potessi rientrare come un animale indifeso con nessuna voglia di uscire dal suo rifugio.
Eccomi.
Ci siamo.
Finalmente mi trovavo verso la via che mi avrebbe condotta tra le braccia di Aaron, o per lo meno a casa sua. Ora dovevo solo arrivare a destinazione e consegnare la lettera. Non sembrava così difficile a pensarlo, eppure non appena volgevo lo sguardo verso l'edificio difronte, un battito di cuore sceglieva di saltare, provocandomi un vuoto allo stomaco ed un senso di nausea che sapevo mi avrebbero accompagnati fino alla fine di quella missione. Stringevo forte tra le mani la busta da lettere rossa, che si abbinava perfettamente al mio rossetto messo solo per l'occorrenza. La stringevo come si può fare solo con il proprio cuore, gelosi di donarlo ad una persona qualsiasi per paura che lo possa far soffrire o peggio ancora spezzare.
« Devo solo fare un passo, un piccolo passo e poi non potrò più tornare indietro » sussurrai a me stessa per darmi coraggio. Un po' titubante trovai la forza per muovere il primo piede, che senza rendermi conto fece scattare anche il secondo.
La missione aveva ufficialmente inizio.
Percorsi il vialetto fino al cancello, uscendo e dirigendomi in quello della casa di fronte, che trovai aperto proprio come mi disse Gwen. La busta tra le mie mani sembrava quasi iniziare a surriscaldarsi, come se ora non vedesse l'ora di sfuggire dalla mia presa, insieme a tutti quei sentimenti che non riuscivo più a nascondere e a trattenere. Allungai il passo pregando che tutta quell'ansia cessasse il più in fretta possibile, tanto che mi ritrovai subito di fronte alla porta di casa di Aaron, con il dito già premuto sul campanello.
Alcuni passi dall'altra parte della porta non tardarono ad avvicinarsi, tanto da sentire il mio cuore palpitare rumorosamente nel mio petto come se volesse uscire e scappare lontano per evitare la sofferenza a cui ero sicuramente andata in contro.
Quel senso di nausea sembrava non volermi proprio abbandonare, facendomi chiudere gli occhi per fare dei respiri profondi che potessero calmarmi.
Ancora con lo sguardo basso e gli occhi ben chiusi, la porta si aprì con forza, togliendomi anche quel pochissimo coraggio che ero riuscita a trovare e facendomi porgere la lettera di fronte a me senza la forza di scrutare nello sguardo di Aaron la reazione a quel mio gesto.
Ora oppure mai.
« Scusami se ti disturbo, volevo solo consegnarti questa- » Non terminai neanche la frase poichè la risata che sentii in sottofondo mi fece risvegliare da quello stato d'ansia, alzando di colpo lo sguardo.
« Oh, grazie! » Inaspettatamente Drake prese la busta facendomi rimanere di sasso.
Drake?
Che cosa ci faceva lì?
Non erano questi i piani!
Non appena lo vidi con la lettera tra le sue mani, ritornai la Jodie di sempre, e provai in ogni modo a rimpossessarmi di quella carta preziosa, anche saltandogli addosso, ma la sua risata nell'iniziare a leggere le prime parole d'amore scritte con tanta sincerità, mi fece rimanere tanto in imbarazzo da non riuscire più a capire nulla.
« Dicono esista solo un vero amore nella propria vita.. »
« Smettila! Dammela! » Urlai cercando di nascondere con la mia voce ogni parola che usciva dalla sua bocca.
« Non ho mai avuto il coraggio di dirti che.. »
« Ma che succede qui? » La voce di Aaron arrivò in entrata poco prima che ci raggiungesse anche lui, preoccupato dalle mie urla che probabilmente avevano riempito l'intera casa.
« Ehi Jodie! Che ci fai qui? E' tutto okay? » Chiese sorridendo e mandandomi ancora di più nel pallone. Il mio sguardo si posò sulle mani di Drake che tenevano ancora strette la lettera indirizzata ad Aaron, ed improvvisamente mi resi conto dell'idea davvero stupida che io e Gwen avevamo avuto.
Una lettera dove sarebbero rimasti impressi per sempre i miei sentimenti? Geniale!
« Oh, sta benissimo Aaron, puoi credermi! » Scherzò Drake sventolando la lettera sotto al mio naso.
« E quella cos'è? » Chiese l'amico indicando il pezzo di carta rosso che aveva visto attirare le attenzioni di entrambi.
« Una dichiarazione d'amore, amico mio. La piccola Jodie è venuta a dichiararsi » concluse Drake continuando a sorridermi soddisfatto per aver raggiunto ancora una volta il suo intento: innervosirmi.
« Non è come sembra. » Non sapevo neanche io che cosa dire. Era davvero come sembrava.
E dalla paura e dal nervoso di dover semplicemente rivelare i miei sentimenti ad Aaron, ero arrivata a doverlo fare davanti a Drake, che avrebbe potuto gioire e prendermi in giro a vita per quel rifiuto che sapevo per certo sarebbe arrivato a breve. 
« Aspettate un attimo, fatemi capire la situazione » continuò Aaron, « Jodie, sei qui per me o per Drake? » Drake improvvisamente cancellò il suo sorriso dal viso guardando incredulo l'amico, probabilmente tanto spiazzato quanto lo potessi essere io nel rendermi conto che Aaron non avesse capito assolutamente nulla della situazione; prima ancora che l'amico potesse riprendere parola per rimettermi di nuovo a disagio, iniziai a parlare io, dando vita alla bugia più brutta che avessi mai potuto dire.
« Per Drake, ovviamente. »
« Drake? » Chiese Aaron con un sorriso incuriosito.
« Cosa? » Ribatté l'amico ancora più sconvolto di quanto già non fosse.
« Si, io.. sono qui per dirti quanto mi sia innamorata di te.. insomma.. dalla prima volta che ci siamo visti » dissi balbettando mentre cercavo le parole più appropriate, sperando che Drake mi reggesse il gioco.
« Dalla prima volta che ci siamo visti? » Chiese divertito riportandomi alla memoria il nostro battibecco all'interno del bagno di un bar, mentre lui si sistemava i capelli pur di bloccarmi il passaggio per poi vedere il mio vestito strappato proprio all'altezza del sedere.
« Sì.. prima.. o seconda volta insomma.. » aggiunsi alzando un sopracciglio e trattenendo un sorriso divertito ricordandomi anche il secondo momento in cui ci eravamo incontrati, o per meglio dire scontrati, all'interno dello stesso bar mentre gli lasciavo un conto da pagare e scappavo dal locale con le sue urla alle mie spalle che cercavano di fermarmi.
« Non lo avrei mai detto Jodie! » Esordì Aaron continuando a guardare entrambi, come se non riuscisse a spiegarsi come due come noi potessero piacersi.
« No, neanche io » rispose divertito Drake.
« Figurati io » sussurrai a mia volta.
« Hai detto qualcosa? » Stuzzicò quel ragazzo irritante ed insopportabile a cui ora avrei dovuto rivolgere le mie parole più dolci pur di reggere il gioco.
« Chi? Io? No! Assolutamente! Com'è strana la vita, vero? Innamorarsi proprio del migliore amico del mio vicino di casa. Potremmo quasi definirlo destino! » Continuai a mentire imbarazzata e abbastanza goffamente.
« Pensa quanto sarebbe stata strana se ti fossi innamorata proprio del vicino di casa! » Rispose ironicamente Drake, facendomi capire che non mi avrebbe lasciata stare molto facilmente.
Iniziavo a dubitare che dichiararmi ad Aaron e venire rifiutata davanti al suo migliore amico sarebbe stata davvero un'idea peggiore di quella situazione.
« Ma allora è perfetto! Questo fine settimana usciremo tutti insieme! » Disse entusiasta Aaron, facendo nascere un sorriso ancora più grande sul volto di Drake.
« Tutti insieme? Chi? Fine settimana? » Chiesi ancora scombussolata, non riuscendo più a capire che cosa stesse succedendo. L'attimo prima stavo per dichiarare i miei sentimenti ad Aaron, ed ora ero invitata ad uscire con lui ed il suo migliore amico che fingeva di essere il mio ragazzo?
« Tra qualche giorno lo vedrai Jodie. È una sorpresa proprio come questa che mi avete fatto voi » mi incalzò Aaron, salutandomi con un bacio sulla guancia. « Sono davvero felice per voi! » Concluse dando un colpo sulla spalla dell'amico e ritornando in camera sua, probabilmente convinto che avessimo voluto rimanere qualche attimo da soli.
« Tutti insieme chi? » Provai a richiedere a Drake.
« Oh, non guardare me! Io non so niente, so solo che sarà il nostro primo appuntamento. Emozionata? » Scherzò facendomi l'occhiolino e sorridendomi appoggiandosi con una spalla alla porta di casa, mostrando così il fisico davvero perfetto che a vederlo bene non aveva nulla di cui invidiare a quello di Aaron.
« Ma non ci penso proprio! Non sapevo che cosa dire, mi hai messa alle strette, dovevo inventarmi questa bugia, ma non voglio fingere di certo di stare con te! Non verrò mai con voi, questa è l'unica cosa certa. » Provai a spiegarmi nel modo più chiaro e irremovibile.
« Ah, allora posso chiamare Aaron e dirgli la verità? Ci metto davvero poco. Se preferisci puoi spiegare il malinteso e mettere le cose in chiaro, ho ancora qui la lettera così può leggerla di persona. » Disse alzando il sopracciglio e la busta rossa che teneva ancora stretta sulla mano destra, mentre si allontanava dalla porta fingendo di raggiungere Aaron per raccontagli la verità dietro a quell'assurda confessione.
Sapevo di non essere la classica ragazza a cui era abituato lui: non ero proprio una persona accondiscendente e che faceva gli occhi dolci solo perchè un bel ragazzo le rivolgeva delle attenzioni. Non volevo dargliela vinta per alcuna ragione al mondo, ma in quel caso era riuscito a mettermi alle strette. Non volevo più dichiararmi ad Aaron, non volevo neanche più parlare di quei sentimenti rivolti a lui: o era un ottimo bugiardo, oppure era davvero felice di vedermi al fianco del suo migliore amico, e questo mi confermava solo che non provava davvero nulla per me.
« No.. va bene così.. » risposi malinconica non appena ripensai alla felicità del ragazzo nel sapere che la mia cotta non fosse indirizzata a lui.
Forse quel giorno segnava davvero la fine di quell'amore plateale, anche senza il bisogno di rivelarmi e anzi, forse aver detto quella gigantesca bugia mi aveva fatto capire ancora meglio quanto Aaron mi vedesse davvero come una sorella, e quanto sostenesse ogni mia scelta purchè fossi felice.
Non era disposto ad essere lui a farmi sorridere, voleva solo che trovassi qualcuno in grado di farlo.
« Ci divertiremo, vedrai » disse Drake, porgendomi inaspettatamente la lettera che pensavo avrebbe voluto tenere per ricattarmi in ogni situazione. Lo guardai dritto negli occhi mentre mi diceva quella che risuonava essere quasi come una promessa, e per la prima volta vidi un luccichio particolare nel suo sguardo, come quello di un ragazzo con un cuore penetrabile nonostante il ghiaccio che ero convinta che lo ricoprisse. O forse, era l'azzurro tanto intenso a farmi vedere nei suoi occhi il riflesso della mia speranza.
« Proverò a crederci. » Lo salutai svolazzando la lettera in aria, e allontanandomi da quella casa per ritornare in camera mia, dove mi avrebbero aspettato le urla da parte di Gwen.
Non mi era mai successo di sperare che il fine settimana non arrivasse mai, eppure nel giro di qualche giorno sarei dovuta uscire con il ragazzo che amavo mentre fingevo di amare il suo migliore amico, una delle poche persone al mondo che riusciva a tirare fuori il peggio di me. Sono sempre stata brava a mettermi nel casini peggiori.


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Prossimo capitolo: lunedì 29 luglio

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now