Capitolo 17

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Ho sempre visto nella pioggia un po' di magia.
Riuscivo a sentire nel rumore delle gocce che toccavano terra, un suono di pace e di spensieratezza che niente al mondo riusciva a darmi.
Il profumo dell'acqua sull'erba e dell'asfalto bagnato erano tutte sensazioni che mi facevano rimanere ad occhi chiusi vicino alla finestra della mia camera, ad assaporare in ogni dettaglio ciò che una giornata di pioggia riusciva a regalarmi.
Ma non quel giorno.
Da quando avevo cacciato Drake dalla mia stanza, da quando avevo scoperto della sua stupida scommessa fatta per vincere dei soldi, l'unica cosa che riusciva a darmi la pioggia era il ricordo di quel pomeriggio passato insieme a correre spensierati sotto all'acqua che cadeva e ci bagnava ripulendoci da ogni cattivo pensiero.
Non riuscivo più a tranquillizzarmi nel sentire le gocce sbattere contro al vetro, non riuscivo più a rimanere ad occhi chiusi mentre ogni mia emozione negativa veniva allontanata da quel tempo. Drake era riuscito a derubarmi anche di quel mio piccolo attimo di gioia insieme a tutti i nostri ricordi che custodivo gelosamente, ed era riuscito a strapparmeli nel modo più doloroso.
Ecco che cos'era davvero l'amore: una boccata d'aria fresca capace di regalarti attimi di spensieratezza dando ancora più significato ai tuoi sorrisi, riuscendo però a portarsi via tutto nell'attimo dopo, da quella gioia creata insieme fino a quella che hai faticato per costruirti da sola.
La pioggia continuava a scendere sempre più violenta mentre rimanevo distesa sul mio letto, a cacciare chiunque si presentasse fuori dalla mia porta, a rifiutare chiunque provasse a chiamarmi, a sgridare anche me stessa quando provavo a rincuorarmi con frasi fatte e senza più alcun senso.
"In fondo lo sapevi Jodie, ti avevano avvisata tutti quanti."
"Non è colpa tua, è solo che Drake è fatto così."
"Almeno lo hai scoperto subito, e non troppo tardi."
Come se esistesse davvero un momento giusto per scoprire gli imbrogli, come se ci fosse un tempo in cui le bugie non sono più in grado di ferirti.
Le grandi gocce d'acqua picchiavano talmente forte sulla finestra di camera mia, da sembrare quasi che volessero anche loro darmi una strigliata per aver creduto ad una persona come lui, così mi alzai per mettere fine anche a quel rumore diventato fastidioso, ed abbassare le tapparelle perchè niente potesse più infastidirmi.
Prima di tirare le tende e chiudere anche quell'unica porta con l'esterno, notai che sotto a quel diluvio che riusciva quasi a far sparire la strada di fronte casa, c'era una figura nera vicino ad una macchina parcheggiata. Ci misi qualche secondo a capire chi fosse, ma quando pronunciai il suo nome sembrò tutto così ovvio.
« Drake »
Aprii la finestra per urlare il suo nome, ma quella pioggia violenta sembrava aumentare apposta perchè la mia voce non lo raggiungesse. Provai a richiamarlo ancora una volta prima di chiudere tutto e correre giù dalle scale, afferrando un ombrello di sfuggita e mettendomi delle scarpe ai piedi. Probabilmente non si meritava niente da parte mia, ma la rabbia, la tristezza e sicuramente ancora quell'amore che sembrava non voler cessare nonostante tutto, mi avevano condotta fino fuori casa, di fronte a quel ragazzo fermo sul marciapiede e completamente bagnato. 
Drake alzò leggermente la testa al suono della porta d'entrata chiudersi alle mie spalle. Sembrava senza forze, senza speranze. Mi avvicinai a lui continuando a stringere forte quell'ombrello a cui chiedevo di ripararmi non solo dalla pioggia ma anche da qualsiasi cosa sarebbe successa. Quegli occhi azzurri in cui ero solita perdermici navigando a vele scoperte, si erano tramutati in una bufera capace di far affondare anche i navigatori più esperti.
« Non pensavo saresti mai uscita » sussurrò non appena mi fermai di fronte a lui, mantenendo quelle finte distanze di sicurezza, la cui unica cosa scusa era il mio cuore palpitante nel vederlo di nuovo di fronte a me.
« Che cosa ci fai qui? Ti ammalerai. »
« Pensi sia questa la mia paura più grande?  » Rispose portando il suo sguardo su di me, mentre le sue labbra sembravano iniziare a tremare per il freddo.
« Non so neanche se tu abbia mai avuto paure » dissi ferita ancora nel profondo.
« Hai ragione » commentò inaspettatamente, « non ho mai avuto nessuna paura in questa vita perchè non mi è neanche mai importato di nulla. Non mi ha mai regalato niente e non vedo perchè io debba interessarmi a lei. »
« Per la prima volta ti sento sincero » risposi accennando ad un sorriso malinconico.
« Prima di te » riprese a parlare zittendomi, « non mi è mai importato di niente prima di te. »
« Non funziona così Drake, non siamo dentro ad un film romantico o ad un libro. Non puoi pensare che queste parole dolci possano sempre sistemare ogni problema ». 
« Guardami » Drake aprì le sue braccia, mentre la pioggia continuava a colpirlo. I suoi capelli neri solitamente tenuti in modo disordinato, abbracciavano ora il suo volto, mentre le gocce d'acqua facevano a gara per scendere sul suo viso. Nonostante la giacca in pelle che indossava, anche la magliette sotto di essa era completamente bagnata e aderente al suo corpo. « Ti sembra che questo sia uno stupidissimo e finto film? Toccami » aggiunse afferrando la mia mano e portandola rapidamente al suo petto, dove si trovava il suo cuore. « Ti sembra che questo battito si possa sentire tra le pagine di un libro? »
Nonostante la fredda pioggia che continuava a cadere, la mia mano sentii un dolce calore provenire dal suo petto. Ero sicura che un amore così caldo avrebbe potuto asciugarlo da ogni rancore piovuto dal cielo.
Abbassai la testa avvicinandomi al suo petto e riuscendo quasi a toccarlo, mentre le nostri mani non davano alcun segno di volersi separare. Riuscivo a sentire il cuore accelerare non appena con il viso sfiorai il suo avvicinandomi appena; lo sentivo vivo, come in un film o tra le righe di una pagina di carta non potrai mai sentire qualcuno.
« Io mi sono innamorato di te » sussurrò Drake, mentre il suo cuore riprendeva una corsa fuori dal normale. « Potrà anche essere iniziata come una stupidissima scommessa, ma quello che ho vinto dopo non sono stati dei soldi, ma una persona come te nella mia vita ».
« Almeno lo hai ammesso  » aggiunsi fermando per qualche secondo il suo discorso, allontanandomi dal suo petto e da lui.
« Sì, ma le cose sono davvero cambiate ».
Riuscivo a percepire dalla sua voce quella paura che per anni aveva fatto parte della mia vita talmente nel profondo, da riuscire a percepirla negli altri prima ancora che potessero rendersene conto loro. Quella paura di perdere chi ami ed il terrore ancora più grande nel sapere che non puoi fare proprio nulla per trattenerli.
« Jodie » provò a chiamarmi ancora Drake, notando il mio sguardo perso quanto solo la mia mente era in quel momento. « Lo so che non faccio altro che chiederti di fidarti di me ancora e ancora, ma non voglio più ferirti. »
Riuscivo a sentire il mio cuore palpitare di fronte a quella sua richiesta, con l'unica voglia di correre tra le sue braccia, stringerlo forte a me e sentirmi al sicuro come solo lui riusciva a farmi sentire. Volevo solo baciarlo ancora, dimenticandomi di ciò che ci circondava e del passato, ma non riuscivo a muovermi.
Provai a fare un passo verso di lui, ma le mie gambe non seguivano i miei ordini.
Provai a fare un passo indietro, e mi resi conto che in quella direzione non c'era niente che fermasse i miei movimenti, così feci per rientrare in casa ma Drake corse tra me e la porta per bloccare ogni mio tentativo di fuga.
« Non è così che iniziano gli amori più belli? » Mi domandò nel suo ultimo estremo tentativo di convincermi, « quelli che vengono raccontati nel grande schermo, iniziano con un incontro casuale, una bugia detta ed il ritrovo tra i due innamorati, no? Non fai altro che raccontarmi le trame di queste storie che tanto ami! » Mi ricordò con quel mezzo sorriso che avrebbe potuto riscaldarmi anche nelle giornate più fredde d'inverno.
« Ma l'hai detto anche tu, questa non è una stupidissima storia scritta in un libro o vista al cinema » risposi spegnendo quella sua luce di speranza.
« Io non ti lascerò andare » continuò lui, con quella sicurezza che ancora non avevo conosciuto. 
« Lo sai che cosa si dice sulle cose? Bisogna lasciarle libere di andare, solo così potrai sapere se ritornano o se non ti hanno mai voluto. »
« Ma tu non sei una semplice cosa Jodie. Sei la parte migliore di me e forse anche di più perchè di buono in me non è rimasto niente, eppure tu mi dai la voglia di migliorare. Sarei davvero un pazzo se volessi lasciarti andare ». 
Sorrisi, un po' per la dolcezza delle sue parole, ed un po' per la speranza che lo facesse per davvero. Volevo davvero credere al suo discorso che profumava di amore, ma qualcosa di spezzato nel mio cuore non riusciva a donarmi quella spensieratezza che sentivo di aver bisogno per stare al suo fianco.
Mi avvicinai al suo viso, baciando dolcemente la sua guancia e appoggiando l'ombrello tra le sue dita, mentre lo sguardo di Drake mi faceva capire che non riusciva a comprendere le mie mosse.
Non sentivo più di dovermi rinchiudere in quelle quattro mura per sentirmi protetta dal mondo, ma iniziai a correre lontana da lui, sotto a quella pioggia che forse non era poi diventata così cattiva come credevo. 
Correvo sotto all'acqua che scendeva più leggera su di me, riscoprendo la sensazione di spensieratezza che in verità non mi aveva mai abbandonata.
Correvo e le lacrime iniziarono a scendere, facendomi sentire più leggera.
Correvo, e finalmente capii che nessuno è in grado di portarci via ciò che è nostro, ma siamo solo noi a convincerci di non ritrovarlo più.
Correvo senza domandarmi dove stessi andando e lasciando solo che le mie gambe si muovessero fino a quando ne avessero sentito la necessità.
Solo quando i miei polmoni iniziarono a bruciare allora mi fermai appoggiandomi ad un muro per poi accovacciarmi a terra alla ricerca di ossigeno.
Non mi importava dove fossi, non mi importava di aver abbandonato il mio unico riparo, ora era arrivato il mio turno di rimanere sotto a tutta quell'acqua per schiarirmi le idee.
E dopo qualche minuto che trascorsi così, a respirare affannosamente e tremando per il freddo che iniziava a farsi attorno a me, sentii il rumore delle gocce di pioggia che colpirono qualcosa sopra alla mia testa, non riuscendo più a percepire l'acqua che si scontrava sulla mia pelle.
Con lo sguardo ancora fisso a terra, vidi due scarpe che si fermarono proprio di fronte a me. 
Non volevo alzare lo sguardo, non volevo che un estraneo vedesse sul mio viso le cicatrici di un amore sofferto, non volevo che qualcuno potesse vedere quel lato di me che davvero odiavo, ma quasi a sapere che non mi sarei mai alzata da quel posto, il mio piccolo salvatore si accucciò di fronte a me, facendomi sentire l'ombrello ancora più vicino sopra alla mia testa, e porgendomi una mano che aspettava di essere afferrata.
« Ti ammalerai se rimarrai ancora qui » disse una voce fin troppo familiare.
Portai lo sguardo appena più in alto fino ad incrociare quei due occhi verdi che accennavano ad un sorriso che sperava di non essere troppo sfacciato di fronte a quel mio momento di dolore.
« Aaron » sussurrai afferrando quella mano, senza sapere dove mi avrebbe portata.


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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 28 agosto

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now