Capitolo 4

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Non appena misi piede in camera mia, ritrovai la mia migliore amica curiosa più che mai di sapere com'era andata la grande dichiarazione. Pronta a ricevere critiche ed insulti per la disfatta subita, Gwen mi stupii scoppiando a ridere non appena terminai di raccontarle il disastro che avevo combinato, quasi facendomi preferire una sgridata a quella reazione che riusciva a farmi sentire ancora più stupida di quanto già non mi sentissi.
« Davvero Gwen? » Le chiesi spiazzata senza riuscire a capire se dovessi sentirmi ferita per il suo divertimento alla mia solita sfortuna, oppure rallegrarmi per non ricevere critiche su critiche per non essere stata in grado di consegnare neanche un pezzo di carta.
« Scusami Jodie, davvero » provò a rispondere Gwen tra una risata e l'altra, non riuscendo proprio a fermarsi. « Non me l'aspettavo! Non ci voglio credere! » Continuò cercando di riprendere aria, tenendosi con la mano la pancia che iniziava a farle male per le troppe risate.
« Gwen! Smettila di ridere! » Le urlai lanciandole un cuscino in pieno viso, « sono davvero in un guaio enorme! Che cosa dovrei fare ora? Non posso andare all'appuntamento, capisci? Io non ci voglio andare con Drake, quel ragazzo è troppo irritante, e poi non sono sicura riuscirò a nascondere i sentimenti per tuo fratello. Aiutami! » Come in ogni mio momento di crisi, parlai senza prendere aria e facendo capire a Gwen poco e niente dei pensieri che mi frullavano per la testa. Dovevo inventarmi qualcosa, una scusa, un impegno perfetto che mi obbligasse a non andare a quello stupido appuntamento.
« Se proprio non vuoi andarci puoi sempre fingere di essere ammalata, no? » Mi consigliò Gwen riaccendendo una flebile luce di speranza. « Io lo facevo spesso per saltare le lezioni, e funzionava sempre. »
« Ma certo! Hai ragione! Oddio Gwen sei un genio, ti voglio bene! » Le urlai stampandole un sonoro bacio sulla fronte, fingendo di non aver sentito la parte sulla scuola. Finalmente qualcosa sembrava andare per il verso giusto, uno spiraglio di luce che voleva urlarmi che c'era ancora speranza per me e per la mia sanità mentale ogni giorno sempre più in bilico. Concludemmo la serata nel modo più tranquillo e spensierato avendo ormai trovato la soluzione perfetta a quel disastro, ma la parte più difficile da fare per completare il piano, era quella di chiamare Drake qualche giorno dopo, e avvisarlo della mia improvvisa ed inguaribile malattia che mi avrebbe tenuta in ostaggio a letto.

L'ansia sembrava ormai aver preso fissa dimora dentro di me, facendomi sentire la sua costante presenza ad ogni giornata che trascorreva diminuendo la distanza che mi divideva da quel famoso fine settimana. Quando arrivò finalmente il venerdì mattina tanto atteso per dare inizio al piano malvagio, mi chiesi per l'ultima volta se stessi facendo per davvero la cosa giusta, arrivando ad una sola conclusione: in quella terribile bugia non c'era più spazio per scelte giuste  e sbagliato, era solo una situazione disastrosa destinata solo a finire in un modo anche peggiore.
Decidendo di avvisare Drake quella mattina del mio malessere mortale che mi avrebbe obbligata a rifiutare quella bellissima uscita prevista per il giorno dopo, afferrai il pezzo di carta lasciato da Gwen nelle giornate prima in cui mi passò il numero di cellulare del ragazzo, per poi far partire quella chiamata.
Il telefono squillò per qualche secondo prima che la voce ancora addormentata di Drake mi rispondesse.
« Pronto? » disse in un sussurro senza che riuscissi a capire bene se fosse per davvero sveglio. Forse avrebbe potuto giocare a mio favore il fatto che non fosse totalmente lucido: probabilmente non avrebbe avuto le forze per reagire al mio rifiuto e avremmo messo un punto a quella terribile situazione ancora prima di quanto immaginassi.
« Drake? Sono Jodie » risposi cercando di nascondere la soddisfazione di essere finalmente riuscita a vincere un round contro di lui, e ricordandomi così troppo tardi di essermi dimenticata di fingere un calo di voce con qualche colpo di tosse tra una parola e l'altra per rendere la mia situazione più credibile. Come se niente fosse provai a rimediare al mio errore. « Voglio dire.. » tossii forte, « sono Jodie.. »
« Oh, buongiorno. Non sapevo fossimo già tanto intimi da scambiarci il numero di telefono ». Neanche l'essersi appena svegliato riusciva a renderlo più gentile nei miei confronti.
Cercando di non cadere di nuovo nel suo gioco, feci un bel respiro e ripresi il discorso spiegandogli il vero motivo di quella chiamata.
« Ascolta, io domani non posso proprio venire » continuai tossendo sempre più forte.
« E come mai? » Chiese come se non mi stesse ascoltando.
« Ma mi senti? » Replicai tossendo sulla cornetta del telefono. « Sono troppo malata, non posso uscire in queste condizioni! »
« Vedrai che entro domani ti passerà, non ti preoccupare. Ti saluto che posso dormire ancora mezz'ora prima di alzarmi! »
« Ma, Dra- » non riuscii neanche a concludere la frase che Drake mi riattaccò il telefono in faccia subito dopo un sonoro sbadiglio.
« Ha riattaccato » sussurrai quasi sconvolta, « mi ha riattaccato il telefono in faccia! » Iniziai a ripetere rendendomi conto sempre di più di che cosa avesse fatto. « Quel ragazzo vuole davvero prenderle da me, non ci sono altre spiegazioni! » 
Con i fumi che mi uscivano dalle orecchie per la rabbia che riusciva a provocarmi, iniziai a sfogarmi con il cuscino che non aveva alcuna colpa, se non quella di ritrovarsi sempre tra le mie mani in ogni momento di nervoso.
« Antipatico! » Urlavo mentre colpivo con un pugno il cuscino.
« Sei una maleducato! » Continuavo sfogandomi.
« Non mi meraviglio che nessuna ti voglia! » Nel dire quell'ultima frase mi fermai improvvisamente. Ero davvero sicura che non avesse alcuna ragazza?
Nel mettere in scena tutto quel teatrino non mi ero neanche preoccupata del fatto che Drake avesse una fidanzata. Nella mia mentre si formarono molti scenari della possibile fidanzata di Drake mentre veniva a scoprire di quella tresca clandestina che mi vedeva come protagonista. Sicuramente si trattava di una ragazza bellissima, una di quelle che non avevano paura di affrontarti se guardi di sfuggita o anche solo per sbaglio il loro ragazzo. Ad ogni film mentale che mi creavo, la probabile ragazza di Drake cambiava, fino ad immaginarlo accanto ad una donna di 40 anni che non aveva nulla a cui invidiare alle ragazzine di oggi. A quell'immagine rabbrividii, scuotendo la testa con la speranza di dimenticarmi al più presto di quelle malsane idee, convinta sempre di più che un tipo del genere non lo avrebbe voluto nessuno.
Con un ultimo sospiro che era diventato ormai la colonna sonora delle mie giornate da quando avevo conosciuto Drake, mi lanciai sotto la doccia con la speranza che mi lavasse di dosso i pensieri, e insieme ad essi anche l'odio verso quel ragazzo che sembrava avermi presa di mira con l'unico scopo di rendere la mia vita un autentico incubo. Rimasi sotto all'acqua per quasi mezz'ora, mentre mia mamma continuava a bussarmi alla porta per avvisarmi che avevo ospiti, sapendo già che l'unico ospite che avrebbe potuto farmi visita a quell'ora era Gwen, così me la presi con comodo sapendo che avrebbe trovato comunque qualcosa da fare in camera mia, come sempre. Con la pelle ormai rossa dal calore dell'acqua, decisi di uscire e di dare segni di vita alla mia migliore amica che, se la conoscevo almeno un po', avrei giurato si fosse già riaddormentata guardando Real Time, consapevole che venisse di prima mattina a casa mia solo per continuare quel sonno che a casa sua era vietato.
Afferrai un asciugamano per potermi coprire e uscii dal bagno per confermare ogni mio pensiero.
« Arrivo subito eh » avvisai la mia migliore amica in caso fosse ancora sveglia.
« Oh fai pure con calma, quando si sta male una bella doccia calda è sempre la soluzione migliore! »
Ancora prima che potessi alzare lo sguardo, riconobbi quella voce che non faceva altro che rimbalzarmi da una parte all'altra della mia testa da giorni, e non appena mi voltai ritrovai come conferma Drake seduto sul mio letto, che mi guardava con un sopracciglio alzato ed il mio orsacchiotto di quando avevo 3 anni tra le mani, mentre muovendogli una zampa fingeva di salutarmi al suo posto.
« Pervertito! » Urlai lanciandogli la prima cosa che mi capitò vicina, e per sua sfortuna si trattava di un porta foto di metallo che schifò con riflessi pronti.
« Sei completamente impazzita? » Mi urlò come se fossi io quella sbagliata in quel momento e non lui ad entrare nella mia camera senza avvisarmi.
« Io sarei impazzita? Tu lo sei! Come ti permetti? Esci subito da qui! Muoviti! » Gli urlai nuovamente, avvisandolo di essere pronta a lanciargli addosso anche la seconda cornice presente sul comodino di fianco a me.
«Okay, okay ti aspetto fuori! Ma stai tranquilla » rispose impaurito mentre si dirigeva verso la porta per uscire dalla stanza, « non ho visto assolutamente nulla che mi piaccia! » Concluse ridendo e allungando il passo fino a chiudere rapidamente la porta alle sue spalle, dove andò a sbattere la cornice lanciata verso la sua direzione.
Rimasi ferma in silenzio per qualche secondo, sconvolta per quello che era appena successo. Diventai improvvisamente rossa in viso al solo pensiero di come Drake mi aveva vista, una sensazione di vergogna che non riuscii a capire come mai mi appartenesse tanto visto la poca considerazione che avevo di quel ragazzo. Senza far passare altri secondi preziosi, mi precipitai a vestirmi prima che Drake avesse la brillante idea di piombare di nuovo nella mia stanza.
« Allora? » Continuava a chiedermi ad ogni 5 minuti che trascorreva fuori dalla porta appoggiato al muro di fronte 
« Oddio quanto sei stressante! Okay, entra! » A quelle mie parole Drake sbucò nella stanza prima con la testa, per assicurarsi che non fossi pronta ad attaccarlo nuovamente, ma non appena mi vide in piedi vicino alla finestra intenta ad asciugarmi i capelli, capì che la via era libera, così chiuse nuovamente la porta alle sue spalle ma questa volta per rimanere all'interno della stanza con me.
« Si può sapere perchè sei qui? » Domandai scorbutica e ancora imbarazzata.
« Come perchè? Hai detto che stai male! »
« E quindi? » Chiesi nuovamente non riuscendo a capire che cosa volesse dire, sapendo però per certo che non avesse creduto a nessuna delle mie parole.
« Un buon fidanzato va sempre a trovare la propria ragazza quando sta male, per aiutarla a guarire e perchè si preoccupa per la sua salute » rispose con una voce così convinta da riuscire quasi a convincere anche me.
Quasi.
Mi voltai con uno sguardo incredulo verso di lui.
« Ed immagino che uno come te abbia davvero moltissima esperienza come "buon fidanzato" » risposi ricordando le parole di Gwen in cui mi raccontava che non si era mai innamorato, e che non sapeva neanche che cosa fossero le relazioni sentimentali. Drake sorrise imbarazzato alla mia affermazione, rendendosi conto di essersi fregato con le sue stesse mani.
« Beh, da quello che so neanche tu ne sai molto di fidanzati, quindi siamo pari. »
Colpita e affondata.
Avendo avuto un solo amore nella mia vita, non mi ero mai interessata ad altri ragazzi, ed è inutile specificare che neanche altri ragazzi si siano mai interessati a me.
« Comunque puoi andartene, ti ho detto che non vengo domani sera. » Se ero già convinta di non andare all'appuntamento, dopo l'atteggiamento di Drake avevo trovato ancora più forza per rifiutarmi a quell'uscita.
« Sei sicura di non voler sapere niente della sorpresa di Aaron? » Chiese apposta per attirare la mia attenzione, riuscendoci fin troppo bene.
« Se è qualcosa di così importante perchè non mi dici tu che cos'è questa sorpresa tanto speciale? »
« Penso ti farebbe bene vederlo con i tuoi occhi » rispose facendo nascere ancora più curiosità in me. Non volevo davvero dargliela vinta, ma la mia curiosità era uno dei miei punti deboli, e mi chiedevo come avesse fatto a scoprirlo. Riuscivo a notare l'espressione di Drake sempre più soddisfatta nel vedermi cedere ogni secondo di più a quelle sue richieste. Di sicuro quella sorpresa riguardava Aaron, la sua vita, ma soprattutto era qualcosa che voleva davvero condividere con me. Non riuscivo proprio a dargli buca.
« Cavolo! » Esclamai facendogli capire che la mia curiosità non mi dava altra scelta se non quella di andare a scoprire che cosa stesse accadendo.
« Ah, sapevo che non mi avresti lasciato da solo! » Riprese parola Drake, « te l'hanno mai detto che sei una fidanzata perfetta? » Aggiunse sorridendo e indicandomi entusiasta, pur sapendo di essere solo lui il vero vincitore di tutta questa storia, ancora.
« Taci, ti prego taci! »
« Ti passo a prendere per le 8! »
« Vattene! » Conclusi urlando e lanciandogli il famoso orsacchiotto con cui stava giocando un attimo prima, che schivò uscendo di corsa dalla camera dopo avermi salutata e chiuso la porta poco prima che il peluche lo colpisse, per poi riaprirla un'ultima volta per sbucare con il suo sorriso soddisfatto: « riguardati, eh! »
Stranamente quel suo ultimo saluto mi fece nascere un sorriso, uno di quelli un po' meno carichi di odio ma un po' più di sincera felicità. L'ultima cosa che avrei voluto fare il giorno dopo era quella di uscire e vedere Aaron mentre ero al fianco di un altro ragazzo.
Anche se il vero motivo che mi spingeva a non voler più rivederlo era quello di avere l'ennesima sofferente conferma. E se mi avesse vista al fianco di Drake e avrebbe continuato a fare il tifo per noi?
In quel momento capii che avrei potuto vivere quell'assurda bugia in due modi: avrei potuto continuare a soffrire per vivere una storia d'amore che davvero non mi apparteneva, mentre Aaron continuava a pensarmi innamorata del suo migliore amico, mettendo fine ad una volta per tutte a quel mio sogno di stare al suo fianco, oppure avrei potuto usare quella bugia per farlo ingelosire.
Gli avrei fatto capire in un altro modo che non ero più la bambina con cui era cresciuto, ma che ero ormai una donna che cercava l'amore vero e sincero, e che lo aveva già trovato in lui.


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Prossimo capitolo: domani, martedì 30 luglio

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now