Capitolo 24

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Che cosa ci faceva Drake con Gwen?
Perchè stavano litigando e perchè sembravano voler nascondere quel momento a me o a chiunque stesse attorno a loro?
Con le spalle appoggiate al muro cercavo di sistemare i pensieri nella mia testa, dando un nome a tutto quello che volava violentemente dentro di me.
Doveva esserci per forza una spiegazione a tutto questo, eppure sembrava solo che quello che avevo appena visto e sentito fosse la spiegazione perfetta ai comportamenti di Gwen.
Era la mia migliore amica ed era completamente scomparsa dalla mia vita. Non faceva altro che ripetermi sempre che odiava mentirmi, e tutte quelle volte che aveva qualcosa che temeva di dirmi, preferiva lasciar passare i giorni per trovare la forza di parlarmene piuttosto che vivermi quotidianamente mentendomi guardandomi negli occhi.
E se anche questa volta fosse andata così?
No, non ci potevo credere. Non volevo crederci.
Volevo fidarmi, volevo credere che l'amicizia e l'amore fossero sentimenti sinceri e puri, e che al mondo esistessero davvero delle persone in grado di provarli. Diedi un ultimo sguardo fuori dalla finestra e rimasi a fissarli per un po', quasi a cercare su di loro delle risposte che non avrei mai potuto trovare. Tirai le tende con la speranza che quella scena potesse sparire insieme alla notte nel giro di qualche ora, e supplicando che la luna smettesse di illuminare quelle due persone a cui avevo deciso di consegnare il mio cuore intatto e che me lo stavano restituendo infranto.
Come se non bastasse, la mattina seguente sarebbero tornati a casa i miei genitori dal loro ennesimo viaggio di lavoro che li aveva portati lontani da me, e l'ultima cosa che avrei voluto fare era quella di farmi vedere proprio da loro in condizioni tanto disperate da convincerli a non lasciarmi più a casa da sola.
Il rapporto che avevo con i miei genitori era particolare, forse inusuale per molti. Mentre loro erano costretti a continui viaggi di lavoro, io potevo rimanere a casa da sola se mi dimostravo affidabile e matura. Fino a quando non avrei combinato danni sarei potuta rimanere in quella casa che amavo, circondata dalle persone a cui volevo bene, senza dovermi spostare di continuo e salutando con il cuore a pezzi chi avrebbe dovuto aspettarmi per poi rivedermi solo per un breve periodo di tempo. 
Erano delle condizioni che non avevo mai faticato ad osservare, spesso anche con l'aiuto di Gwen, fin troppo attenta nel coprire i miei piccoli errori per paura di dovermi vedere partire da un momento all'altro. Eppure qualcosa era andato storto. Da quell'incidente in piscina che aveva costretto il ritorno a casa di mia mamma a pochi giorni dalla sua partenza, sapevo che il pensiero dei miei genitori era cambiato, sapevo che quel loro arrivo anticipato di settimane avrebbe portato un risvolto nella mia vita che non avrei più potuto evitare. 
Lo sapevo, e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare è che avrei dovuto chiarire la situazione con Gwen prima del loro arrivo, così me ne fregai dell'orario e del sonno ancora persistente nonostante le lunghe ore trascorse a dormire, forse a causa della febbre che mi aveva colpita all'improvviso, e mi alzai dal letto per dirigermi verso la porta d'entrata. Fermandomi appena per fare una bel respiro profondo, appoggiai la mano sulla maniglia nel momento esatto in cui il campanello risuonò rumoroso.
Stranita per quella coincidenza, aprii la porta ritrovandomi faccia a faccia proprio con lei.
« Gwen? » Domandai incredula nel vederla davanti a me.
« Dobbiamo parlare » mi disse con uno sguardo spento.
Riuscivo a percepire la sua paura mascherata fin troppo bene con l'arroganza, come se sapesse che la cosa che mi stava per dire mi avrebbe distrutta, e pur di non farsi carico di quella conseguenza dovuta ad una sua azione, era già pronta a lavarsene le mani con frasi che la facessero sentire dalla parte della ragione.
« Entra, » le sorrisi fingendo di non sapere nulla di quanto successo per cercare di capire se fosse lì proprio per dirmelo. « E' bello rivederti finalmente. »
Gwen sembrava spaesata in quella casa che le era sempre appartenuta, mentre ai miei occhi sembrava trasformarsi in una sconosciuta.
« Siediti pure, » la invitai spostando una sedia dal tavolo, « sai che questa è anche casa tua. »
La mia amica mi sorrise in imbarazzo, ed io la conoscevo abbastanza da rendermi conto che voleva sputare il rospo il prima possibile. Gwen non era affatto una ragazza da mezze misure, non era una di quelle amiche che pensa prima di parlare, o che pesa le parole prima di pronunciarle per paura che ti possano far soffrire. Non era quella migliore amica da carezze e parole dolci, ma era quella che per farti crescere ti sbatteva in faccia la realtà nuda e cruda, per poi porgerti una spalla su cui piangere senza però rendersi conto che spesso era lei la causa del dolore e non il mondo sempre troppo crudele ai suoi occhi.
« Che cosa succede? » Le domandai, dandole così il via libera per affrontare quel discorso spinoso.
« Ti ho mentito » esordì lei.
« Quando? »
« Alla festa di Drake, a casa sua. Ti dissi di essere ubriaca, che non sapevo come mai avessi rivelato a mio fratello la bugia che ti legava al suo migliore amico. Non era vero. » Disse tutto d'un fiato quasi a dimenticarsi come si respira.
« Quindi, glielo hai detto apposta? »
« Sì. » rispose di getto, « non l'ho fatto per farti soffrire, non era quella la mia intenzione. » Lo sguardo di Gwen iniziò a volare da un angolo all'altro della casa, ed era la prima volta che la vedevo cercare una via di fuga dai miei occhi.
« Allora spiegati meglio Gwen, perchè non ci sto capendo niente. »
E mentre per la prima volta vedevo la mia migliore amica faticare nel parlare, io sentivo un nuovo sentimento dentro di me. Non era rabbia, non era rancore, era la delusione verso chi consideravi non solo parte della famiglia, ma di te. Una delusione che solo chi ha tanto potere su di te può farti provare; quella delusione che non ti rende triste e neanche arrabbiato, non ti fa provare odio, ma solo un immenso vuoto.
« Volevo farti allontanare da Drake. » Continuò lei con la sua spiegazione senza senso, trovando rifugio tra le sue mani, fissandole mentre si muovevano nervosamente.
« Volevi allontanarmi da lui perchè eri preoccupata per me o perchè sei innamorata di lui? » Le chiesi a bruciapelo, senza darle il tempo di inventare alte stupide scuse.
Gwen alzò di colpo lo sguardo fino a portarlo dritto ai miei occhi, anche lei colta alla sprovvista da quella mia domanda che le faceva capire che avessi colto il punto del discorso molto prima di quanto pensasse. Il silenzio fu assordante, con il mio sguardo triste su di lei: uno sguardo vuoto che attendeva solo una risposta.
« Da quanto tempo lo sai? » Domandò come se fosse quella la cosa più importante di tutta quella situazione.
« E tu? Da quanto tempo lo sai che ti piace? »
« Da un po'. » Rispose con un sussurro.
Nel sentire quella frase mi alzai dalla sedia per poter camminare nella stanza, provando così a scrollarmi di dosso quella delusione che mi contorceva dentro.
« C'è mai stato un momento in cui la tua preoccupazione nei miei confronti era vera, oppure hai sempre detto tutto questo solo per potertelo prendere? » Le chiesi ridendo dalla rabbia che iniziava a farsi viva dentro di me.
« Io- »
« E' successo qualcosa tra di voi? » Domandai senza aspettare che mi rispondesse alla prima domanda.
Gwen aprì la bocca pronta a dire la sua, ma sembrava che le parole non volessero proprio uscire così come la sua voce, ed io sapevo bene che cosa voleva significare.
« Prima o dopo che lo conoscessi anche io? » La incalzai ancora.
La ragazza alzò lo sguardo, consapevole che se non avesse trovato il coraggio per rispondere fino ad ora, non sarebbe riuscita a trovarlo neanche per rispondere a quest'ultima domanda, dandomi così la conferma ad ogni mia paura.
In quel momento mi sentii come se avessi finalmente trovato il tassello mancante in una storia che non riuscivo a spiegare totalmente.
« Dopo la festa di Aaron, » iniziai a raccontare come se fosse Gwen a spiegarmi ogni cosa « dopo che ho mandato Drake a quel paese. Era per questo motivo che non ti sei fatta viva per quattro giorni? »
Gwen abbassò nuovamente la testa, confermando ogni mia parola.
« E' successo qualcosa tra di voi in quel momento? La festa organizzata a casa di Drake è stata fatta perchè vi sentivate in colpa nei miei confronti? » Continuai a domandare sfogandomi e camminando da una parte all'altra della stanza puntando ogni tanto il dito verso quella che consideravo la mia più cara amica, e ritrovandomi nuovamente delusa da chi diceva di amarmi.
« Mi dispiace Jodie » sussurrò appena Gwen senza trovare il coraggio di confermarmi direttamente ogni mia deduzione.
« Sì, sono sicura che ti dispiaccia, ma non per l'avermi ferita. Sono sicura tu sia dannatamente dispiaciuta di non aver ottenuto quello che volevi. » Risposi con una calma che non pensavo sarei mai riuscita ad avere in una situazione del genere.
« Andiamo Jodie, non fare la stronza ora » disse Gwen alzandosi dalla sedia, come se avesse improvvisamente trovato le forze per affrontarmi.
« Io sarei la stronza? Non sono io ad averti abbracciata quando piangevi per un ragazzo che cercavo di soffiarti alle spalle. Non sono io ad averti vista correre via in lacrime a causa dello stesso ragazzo con cui mi sono infilata sotto alle coperte nell'attimo dopo! Quattro giorni Gwen. Quattro dannatissimi giorni senza sapere nulla di te, e poi? Poi spiattelli tutto ad Aaron e sparisci ancora. » Urlai, continuando a sputare parole dettagliate su quello che speravo avrebbe presto negato.
 « Io- » provò a fermare il mio sfogo, senza però riuscirci.
« Eri la mia migliore amica, la persona più cara che avevo. Una sorella, parte della mia stessa anima e custode dei miei ricordi più profondi e personali. »
« Ero? » Domandò lei come se realmente fosse convinta che una cosa del genere potesse essere dimenticata con una bella e sana dormita.
« Hai smesso di esserlo dal momento in cui hai iniziato ad agire alle mie spalle, solo che ancora non lo sapevo. Abbiamo continuato a giocare all'essere amiche per la pelle come si fa da bambine, ma ora basta. »
« Non ho mai giocato con te. » Cercò di giustificarsi convinta ci fosse ancora qualcosa che si potesse salvare.
« Forse è proprio questo che fa più male. Tu eri davvero convinta di agire nel giusto. » Detto ciò aprii la porta d'entrata senza più voler dire alcuna parola. Rimasi con la mano sulla maniglia gelida, ma non più fredda dei sentimenti che riuscivo a provare verso quella ragazza con cui avevo condiviso ogni mia prima volta.
La guardavo negli occhi mentre si rendeva conto di aver rotto il nostro legame, mentre riuscivo a rivivere nel suo sguardo la prima volta che avevamo imparato ad andare in bicicletta senza quella rotelle a supportarci, convinte che fino a quando avessimo pedalato l'una di fianco all'altra avremmo potuto anche volare.
La guardavo mentre faceva i primi passi verso l'uscita di casa mia, ricordandomi di quando uscimmo di sera per la prima volta da sole, sentendoci tanto grandi e passando la serata più bella di sempre, senza però sapere che suo fratello era stato incaricato di seguirci per controllarci.
Un ultimo sguardo ai suoi grandi occhi lucidi, pieni di dolore per quanto aveva fatto seppur non riuscisse proprio ad ammetterlo, ed ecco ritornare alla memoria tutti i miei pianti fatti sulla sua spalla per un brutto voto preso, per aver visto suo fratello baciarsi con una ragazza all'uscita da scuola; vedevo tutte quelle volte che l'ho sostenuta nelle sue pessime decisioni, durante la morte di sua madre e tutto quel periodo impossibile da spiegare che veniva dopo la perdita di una persona tanto amata: quel momento in cui nessuno sa mai come comportarsi, ma che nonostante tutto sembravo riuscire a dire sempre la cosa giusta.
Ogni ricordo condiviso con lei stava uscendo da casa mia avvinghiato a quella ragazza dal caschetto biondo che era sempre riuscita a farmi ridere e a spronarmi in ogni momento, facendomi crescere con una sorella al mio fianco.
Un ultimo sguardo a quelle spalle, per poi sbattere rumorosamente la porta d'entrata, comprendendo che non puoi lasciare andare i tuoi ricordi senza abbandonare anche un pezzo del tuo cuore, ed io lo avevo appena chiuso fuori dalla mia vita.



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Prossimo capitolo: domani, giovedì 12 settembre

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now