Capitolo 22

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La sveglia suonò rumorosa sul mio comodino, nonostante verso le tre di mattina avessi già capito che avrei potuto anche spegnerla, intanto non sarei mai riuscita prendere il sonno al pensiero che tra poche ore mi sarei finalmente rivista con Drake.
Finalmente avremmo fatto le cose in modo normale, nel modo giusto, così come piaceva definirle a lui.
Non appena aprii gli occhi per spegnere il frastuono però, mi resi conto che qualcosa non andava.
« Oh no. No, no » farfugliai sentendo le mie tempie urlare dal dolore, mentre le palpebre tanto pesanti, lottavano per chiudersi nonostante i miei sforzi.
Non potevo crederci, non volevo crederci!
Un brivido che mi percorse l'intero corpo mi confermò però quanto la sfortuna si divertisse sulla mia pelle: avevo la febbre. Avevo trascorso troppo tempo sotto a quella pioggia fredda per sperare che il giorno dopo non mi rivelasse qualche brutta sorpresa. Non volevo neanche prendere il termometro perché l'unica cosa che avrebbe misurata era il grado di sfortuna con cui ero nata, ma decisi che mi sarei preparata ugualmente, non volendo perdermi per niente al mondo quell'uscita con Drake. Nessuno sarebbe mai riuscito a fermarmi, neanche l'influenza.
La preparazione si rivelò essere più complicata del previsto a causa dei giramenti di testa continui che mi obbligavano a sedermi sul letto sperando di riprendermi al più presto. Dovetti anche arrendermi all'idea che non mi sarei mai potuta truccare a causa del tremore della mano che sembrava davvero non volersi arrestare.
Sbuffai guardandomi allo specchio e vedendo il massimo che sarei riuscita a fare e che proprio non mi soddisfaceva, ma il cellulare iniziò a squillare facendomi capire che il tempo era ormai esaurito. 
« Pronto? » Risposi cercando di risultare il più normale possibile.
« Sono arrivato » disse Drake, mentre si sentiva il rumore della portiera della macchina chiudersi dandomi conferma che fosse appena sceso sotto casa mia.
« Sto arrivando! » Esclami chiudendo la chiamata e cercando di dare ancora un po' più di colorito al viso con un ultima passata di fard, per poi scendere faticosamente dagli scalini di casa e afferrare la maniglia della porta, dove rimasi per qualche secondo con gli occhi chiusi pregando perchè i giramenti di testa si fermassero il prima possibile.
Con un profondo respiro alzai lo sguardo e mi dipinsi in viso il sorriso più grande che riuscissi a fare, ed aprii la porta di casa uscendo finalmente da quelle quattro mura, e ritrovandomi di fronte a Drake che era venuta a prendermi per la prima volta fin dall'entrata.
Era davvero il ragazzo più bello che avessi visto.
« Jodie, stai bene? » Domandò vedendomi ciondolare di fronte a lui, per poi accennare ad un sì poco convinto con la testa.
Non sapevo se fosse la febbre o la vista della sua bellezza da togliermi il fiato a rendermi tanto accaldata, ma non importava, ora era lì.
Feci qualche passo verso la sua direzione, ma la testa iniziava ad essere sempre più pesante.
« Jodie » mi richiamò Drake per poi afferrarmi il fianco poco prima che sentissi le mie forze cedere all'improvviso.
« Sto.. bene » provai a farfugliare mentre mi sentivo avvolta dalle sue braccia che mi tenevano stretta al suo petto, mentre una mano di Drake mi raggiunse la fronte facendogli scoprire quel segreto che ero convinta di poter nascondere. 
« Jodie sei bollente » sussurrò il ragazzo.
« No.. no.. » risposi continuando a parlare a fatica mentre la mia gola si faceva sempre più secca e calda. 
« Non posso neanche dirti nulla in questa condizioni » sospirò Drake arrabbiato mentre con un braccio sotto alle mie gambe mi afferrò per potermi riportare in casa.
« Non voglio » dissi provando a divincolarmi, seppur probabilmente i miei movimenti risultassero molto più violenti e agili nella mia testa che come realmente fossero. 
« Se non la smetti ti lascio qua » mi riprese nuovamente mentre aprì la porta di casa con le mie chiavi che tenevo ancora strette tra le mani.
Sapevo che in quelle condizioni il nostro appuntamento sarebbe stato annullato, e quell'immagine di Drake che mi aspettava vicino alla sua macchina sarebbe stata l'ultima immagine che avrei visto di lui in quella giornata.
Ormai era inutile continuare ad insistere.
Sentivo le braccia di Drake che mi strinsero un po' di più mentre iniziò a fare le scale che mi avrebbero portata in camera, mentre con la testa appoggiata sulla sua spalla sentivo le forze abbandonarmi del tutto, scollegandomi con il mondo per qualche secondo. 
Nel riaprire gli occhi mi ritrovai distesa sul letto, mentre sentivo le sue mani che mi rimboccavano le coperte, poi ancora il vuoto.
Combattevo contro me stessa per non perdere i sensi, e riuscii ancora a riaprire gli occhi, sentendo qualcosa di bagnato e freddo che mi toccava la fronte, per poi scrutare appena i due diamanti azzurri di Drake che mi guardavano preoccupati, mentre una sua mano mi accarezzava il viso.
"Sei ancora qui" pensai provando a far uscire quelle parole seppur inutilmente, chiudendo ancora gli occhi, ma sapendo che non li avrei riaperti per un po'.
Sapevo che quando mi sarei risvegliata mi sarei ritrovata da sola in quella camera, avendo perso l'opportunità che da troppo tempo stavo aspettando.
Le ore passarono e quando ripresi i sensi la prima emozione che mi attraversò il cuore fu la delusione per quello che avevo fatto, mi sentivo tanto delusa da me stessa da non voler neanche riaprire quei dannati occhi.
Com'ero riuscita a rovinare tutto ancora?
Quando sentii il mio corpo più leggero e riposato, feci un respiro profondo e mi svegliai del tutto sbuffando rumorosamente.
« Perchè tutte a me? » Esclamai guardando il soffitto, senza il coraggio di controllare quella poltrona vuota al mio fianco
« Sei una stupida! » Una voce mi spaventò tanto da farmi sedere sul letto e voltarmi di scatto.
« Drake? » Urlai con un misto di gioia e di terrore.
Era ancora lì!
« Perché cavolo sei uscita se stavi cosi male? » Iniziò ad urlarmi contro, « anzi, no! Non dirlo! So che sarebbe qualche motivo stupido tipo che non volevi perderti la giornata; come se non avremmo potuto organizzare in un altro momento! » Concluse facendomi nascere un sorriso, sia per aver azzeccato quel pensiero per lui tanto stupido, ma soprattutto perchè era davvero lì. « Mi spieghi ora per quale motivo stai sorridendo? Ti diverte tanto essere sgridata? » Domandò incredulo per la mia reazione.
« Avevo paura di non ritrovarti al mio risveglio. » Evidentemente la febbre non era ancora passata del tutto e riusciva a togliermi ogni freno, tanto da dire ad alta voce tutto quello che mi passava per la testa.
« Da quanto russi avresti potuto davvero non trovarmi qui. » Rispose con ironia, sorridendomi subito dopo e decidendo così di abbandonare quella finta arrabbiatura che mascherava la sua preoccupazione.
« Io non russo! » Urlai cercando di lanciargli il cuscino, ma fermandomi subito dopo a causa di una leggera fitta alla testa che mi fece portare una mano sulla nuca e chiudere gli occhi per qualche secondo.
« Stai buona che fai danni » disse Drake sedendosi sul letto al mio fianco, « però mi sembra che tu stia meglio » aggiunse subito dopo.
"No, non sto meglio."
"Per favore, rimani."
Perché non riuscivo a dirglielo?
Perché mi vergognavo e mi sentivo un peso nel chiedergli una cosa tanto semplice e banale?
« E' meglio che io vada così puoi riposarti » disse ancora, accennando ad un sorriso che urlava la voglia di restare.
"Rimani."
"Drake, rimani. "
Jodie, diglielo!
« Cerca di riprenderti, okay? » Continuò lui, che sembrava mi stesse supplicando più di quanto stessi già facendo con me stessa, mentre anche i suoi passi sembravano essersi fatti più lenti per darmi il tempo di fermarlo in tempo.
"Se ne sta andando."
Vidi la sua mano appoggiarsi sulla maniglia della porta che lo avrebbe portato ancora una volta lontano da me.
« Drake. » Lo chiamai con un filo di voce, tanto flebile ma sufficiente perché il ragazzo si voltasse con uno scatto tale di chi non aspetta altro che sentire il proprio nome.
« Si? » Domandò allontanandosi dalla porta della camera.
« Grazie »
"No, non dovevi dirgli questo."
Drake mi sorrise, « per così poco. »
Riuscivo a leggerlo nei suoi occhi che stava aspettando che glielo chiedessi.
Riuscivo a leggerlo nel suo sorriso avvilito e in quelle mani che tremavano ogni volta che si avvicinavano a quella maniglia.
« So che hai già fatto tanto » ripresi parola.
Prendendola così tanto alla larga sarei riuscita a chiedergli di restare entro il fine settimana. « Probabilmente penserai che me ne sto approfittando nel chiederti questo. Oddio sono una stupida » continuai sorridendo imbarazzata, senza comprendere per davvero perchè fosse così tanto difficile per me farmi avanti.
« Dimmi » provò a rassicurarmi lui, ma come sempre ero partita a farneticare dal nervoso.
« Avrei voluto chiederti una cosa ma mi rendo conto che non ne ho il diritto dopo quello che ho combinato. Probabilmente avevi altri programmi per oggi pomeriggio, e ti sarai stancato di stare qui. Ho anche iniziato a parlare ora, devo essere proprio pesante e sembrare una stupida quando lo faccio. Per non parlare poi di come mi sono ammalata, vog- » Mentre le mie parole continuavano ad uscire dalla mia bocca senza riuscire neanche più a contarle ne a controllarle, Drake si avvicinò rapidamente al mio letto portando le sue labbra sulle mie, facendomi zittire nel modo più dolce.
« Rimango volentieri » mi sussurrò allontanandosi appena, provocandomi un sorriso dolce ed imbarazzato.
Senza più dire alcuna parola mi spostai appena su quel largo materasso perchè potesse ospitare anche Drake al mio fianco, dove alzò il suo braccio portandolo dietro alle mie spalle, perché non fosse più il mio cuscino a sostenermi ma il suo petto.
« Non fare più una cosa tanto stupida » sussurrò mentre appoggiavo una mano sulla sua felpa per poterla stringere forte a me. « Non sai quanto mi sono spaventato. »
La sua mano si appoggiò tra i miei capelli iniziando ad accarezzarli, mentre con le labbra si avvicinava alla mia fronte, per regalarmi un altro bacio che profumava di dolcezza.
« Scusami » risposi iniziando a sentirmi in colpa per averlo fatto preoccupare tanto, ma senza riuscire a nascondere per davvero la felicità che mi invase per essere riuscita a creare un momento tanto meraviglioso a causa del mio errore.
« Non importa » riprese parola lui, « ora sono qui, e mi prenderò io cura di te. » Concluse facendomi sobbalzare il cuore.


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Prossimo capitolo: domani, martedì 10 settembre

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now