Capitolo 11

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Il silenzio non è solo un vuoto incolmabile capace di farti sentire più solo di quanto sai già di essere. Il silenzio è capace anche di urlarti in modo assordante l'assenza di qualcuno. 
Erano passati quattro giorni da quando me n'ero andata da casa di Gwen senza neanche salutare, allontanandomi da quel posto senza più alcuna voglia di sentirmi o vedermi con nessuno. Erano passati quattro giorni e trenta chiamate senza risposta nel mio cellulare, che segnavano il trascorrere del tempo nonostante avessi voluto metterci un freno per sempre. Ma quelle trenta chiamate arrivarono solo il primo giorno, quando la porta di camera mia si chiuse a chiave e la mia voce sparì con la speranza che rimanesse sepolta almeno per un po'. Il secondo giorno c'era già il silenzio, quasi a volermi dire che in fondo non ero poi così speciale, che la mia assenza non si sentiva poi così tanto. Il terzo giorno iniziai a sperare che qualcuno mi cercasse, quasi a voler uscire da quel mio rifugio se solo qualcuno me lo avesse chiesto. Ed eccoci al quarto giorno, a chiedermi che cosa stessi aspettando per davvero.
Ma arriva sempre qualcuno ad afferrarti quando sei convinta di aver perso tutto, e di stare per cadere in un burrone senza fine. Quel qualcuno che ha deciso di aiutarmi senza chiedere nulla in cambio, è stata Hope. Iniziammo a parlare come forse non avevo mai fatto nella mia vita, dando inizio ad un legame che faticavo a descrivere. Non potevo definirla la mia migliore amica, non la sentivo come se fosse una sorella perduta nel tempo con cui litigare per le più piccole cose sapendo che sarebbe sempre rimasta al mio fianco. Non era quel tipo di persona con cui sarei voluta essere sincera anche al costo di ferirla, era uno di quei tesori che volevo proteggere al costo di ferirmi io. Una di quelle persone che non hanno un nome preciso perchè riescono a darti tutto senza il bisogno di ricevere, una di quelle persone che conosci da un giorno o anche meno, ma che già condividono tutto il tuo passato. Qualcuno con cui instauri un legame ben più profondo di un'amicizia e più intimo di quanto potrebbe essere un amore. Qualcuno con cui senti il bisogno di parlare anche se poi parli poco perchè già capisce come ti senti e questo a te basta. Sono quelle persone con cui non ti vergogni per ciò che sei per davvero, quelle persone che non hanno bisogno della tua costante presenza per capire che le pensi, che ci sei; che non hanno bisogno di attenzioni e cure, che non hanno bisogno di dimostrazioni e che sono libere, libere di rimanere o di andare, e che qualunque sia la loro scelta, tu le guarderai felice, perchè sai che sono riuscite a cambiarti la vita anche solo attraversandola per puro caso. Ed anche Hope era riuscita a cambiare la mia di vita, il mio modo di vederla e di amarla.
« Mi dici il vero motivo di questa telefonata? » Domandai ad Hope che come ogni mattina aveva deciso di chiamarmi, tenendomi però a parlare un'ora in più del dovuto e facendomi capire dagli argomenti senza senso che tirava fuori che c'era qualcosa di ben più importante che volesse dirmi.
« Volevo solo sapere come stavi » provò a fingere ancora.
« Sto aspettando »
« Okay senti, stasera vieni da me per favore, mi annoio troppo! » Ecco che finalmente ritornava ad essere quella Hope diretta che tanto mi piaceva ma che purtroppo faticavo ad accontentare.
« Hope » la richiamai con dolcezza.
« Drake non sarà a casa, sono tutta sola e mi annoio. Per favore Jodie! » Riprovò a convincermi eliminando l'unico vero problema che mi impediva di andare da lei. « Dico davvero » riprese parola sentendo il mio silenzio e consapevole che volesse dire che ci stavo davvero pensando. « Mio fratello va fuori a cena, quindi prima di domani mattina non sarà a casa. Non ti preoccupare, e poi- »
« C'è anche un "e poi"? » Domandai divertita e addolcita per il suo modo di convincermi.
« Volevo fare di nuovo quella cosa con i vestiti.. » sussurrò con voce dolce riferendosi alla nostra sfilata improvvisata fatta la prima volta che ci eravamo viste. 
« Ancora? » Domandai sfinita al solo pensiero di indossare e togliere tutti quegli abiti un'altra volta, pur sapendo però che per Hope lo avrei fatto senza neanche lamentarmi.
« Porta un po' dei tuoi che sono curiosa di vederli! » Iniziò a farneticare facendomi dubitare un po' della situazione, « anzi vestiti già bene, con il tuo abito migliore! » Concluse dandomi conferma che c'era qualcosa sotto a tutte quelle richieste.
« Hope. C'è qualcosa che mi stai nascondendo? »
« Wow Jodie! » Esclamò con quel tono da finta offesa, « mi stai per caso dando della bugiarda? » Domandò sempre più meravigliata e accennando ad un colpo di tosse per intenerirmi.
« Io, no, ma- »
« Menomale! Ti aspetto alle nove da me. Ricordati il vestito! Ciao! »
Riuscendo come sempre a mettermi nel sacco, fermò ogni mia parola di troppo facendomi ricordare quanto quei due fratelli si assomigliassero fin troppo.
Nonostante mi rendessi conto che c'era qualcosa di strano sotto a quella chiamata e a tutte quelle richieste, decisi di non darci troppo peso. Era inutile sentire lo stomaco sotto sopra e l'ansia che mi contorceva l'anima per una persona che ero certa non gli importasse nulla di me.
Può davvero qualcuno tenere a te e non cercarti dopo quattro giorni di silenzio? Dopo averti vista andare via in lacrime e dopo avergli chiesto di mettere da parte le bugie ed uscire insieme per davvero? 
Ero arrivata alla conclusione che Drake si era solo divertito con me, forse era spinto dalla curiosità di vedere come saremmo stati per davvero insieme, o forse non gli era neanche mai importato per davvero, l'unica cosa certa è che tra di noi non c'era più nulla a legarci.
Non capii ancora come le ore riuscirono a passare senza neanche che me ne rendessi conto, troppo presa a decidere il mio abito migliore, abbinandolo al trucco migliore e chiedendo anche aiuto a mia mamma.
« Per chi è tutta questa preparazione? » Domandò mentre mi aiutava a tirare su la zip del vestito alle mie spalle, sapendo che non era da me preoccuparmi tanto del mio aspetto fisico.
« Vado a trovare un'amica » risposi rendendomi conto da sola di quanto suonasse come la bugia più grande del mondo.
« Dev'essere un'amica tanto speciale allora » aggiunse guardandomi attraverso lo specchio con un sorriso tanto luminoso come non avevo mai visto su di lei.
« Non la vedo da un po', vorrei solo non fare brutta figura dopo tutto questo tempo » dissi senza più riuscire a capire se stessi parlando davvero di Hope o di chi ero sempre più certa che mi avrebbe aspettato in quelle quattro mura.
« Vuoi davvero che ti dica cosa penso? » Domandò mia mamma rimanendo in piedi alle mie spalle portandomi una ciocca di capelli sul petto, e vedendomi poi annuire appena. « Penso che tu stia cercando di nasconderti sotto a tutto questo trucco e ad un abito che davvero non ti appartiene. Sembra che tu sia più spaventata di rivederti con lei che desiderosa di abbracciarla di nuovo ».
« E' possibile essere entrambe? »
Volevo vedere Drake con tutta me stessa, ma ero anche terrorizzata al solo pensiero di incrociare ancora il suo sguardo.
« E' possibile » riprese parola lei, « fino a quando non ti troverai davanti a lei ».
« E poi? » Chiesi curiosa.
« Poi solo uno di quei due sentimenti rimarrà davvero dentro al tuo cuore, e tutto ti sembrerà più chiaro ».
Le parole di mia mamma riuscirono a rassicurarmi quel poco da farmi salire in taxi per dirigermi verso quella casa che riusciva a farmi tremare il cuore al solo pensiero.
Nonostante il tragitto breve che mi divideva da Hope, tutte le mie incertezze e paure riuscirono a farmi trascorrere quel viaggio come il più lungo mai fatto. Una piccola parte di me era ormai talmente convinta di ritrovare Drake al mio arrivo, che avevo quasi paura di rimanerci male se fosse arrivata ad accogliermi veramente solo la mia amica, tanto da riuscire a farmi sentire in colpa ancora prima di scendere dall'auto.
« La lascio qui dalla festa? » Domandò improvvisamente il tassista facendomi alzare lo sguardo porgendolo per la prima volta fuori dal finestrino.
« Festa? » Farfugliai tra me e me, rendendomi conto solo in quel momento delle molte macchine parcheggiate di fronte casa di Drake, mentre la musica e le luci uscivano da ogni finestra dell'immensa villa.
Immobile di fronte a quella situazione, non sapevo neanche che cosa dire al tassista tanto che parcheggiò di lato mentre frettolosamente afferravo il cellulare per comporre il numero di Hope e chiederle spiegazioni, o anche solo sfogarmi per avermi mentito. Sapevo che c'era qualcosa sotto a quelle sue richieste, ma questo era davvero oltre ogni mia aspettativa. 
Prima ancora di riuscire a schiacciare il tasto verde per fare partire la chiamata, la portiera della macchina si aprì all'improvviso.
« Puoi urlare quello che vuoi a mia sorella, » disse una voce che conoscevo fin troppo bene, catturando la mia attenzione su di lui. « Ma ho paura che abbia il cellulare scarico. Dovrai per forza entrare per parlarle. » Aggiunse Drake porgendomi la mano con la speranza che l'afferrassi per scendere dal taxi.
« Dopo tutto questo silenzio pensi di poter fare pace invitandomi ad una festa? » Domandai ritrovando le parole ed anche il coraggio, nonostante il sorriso dipinto sul suo viso mi rendesse le cose davvero difficili.
« Se scendi da lì posso spiegarti che cosa sta succedendo » riprovò a convincermi.
Non sapevo davvero come faceva ad ottenere sempre tutto quello che voleva, anche la mia mano intrecciata alla sua, come se in fondo conoscesse i miei veri desideri e si rivolgesse direttamente a loro.
Scesa dall'auto, Drake chiuse la portiera alle mie spalle pagando il tassista, togliendomi così anche l'unica via di fuga che mi era rimasta.
« Mi paghi addirittura il taxi » commentai senza lasciare la sua mano, « devi davvero voler far pace con me » aggiunsi ironica, riuscendo a strappargli un sorriso ancora più grande di quello che continuava ad avere da quando le nostre mani si erano incontrate.
« Questa è la festa che avremmo dovuto passare insieme, » iniziò a spiegarmi mentre mi accompagnava all'entrata della porta di casa, per poi voltarsi verso di me ed afferrare anche l'altra mano. « Dove avremmo dovuto rimanere insieme, e divertirci insieme. Stessa musica, stessi invitati ».
« Stessa casa? » Domandai un po' divertita.
« Ho dovuto optare per la mia » rispose imbarazzato, « non sarei riuscito ad organizzare una festa di nascosto di fronte a casa tua » si giustificò.
« Sono proprio tutti gli invitati? » Domandai ancora voltandomi verso la porta ancora chiusa davanti a noi, riferendomi a quella ragazza che aveva lasciato senza fiato Drake per tutta la serata, provocandogli così una fitta al cuore che riuscii a vedere chiaramente nei suoi occhi non appena ritornai con lo sguardo su di lui.
« Jodie, ti chiedo scusa. » Riprese a parlare mentre con le dita accarezzava dolcemente le mie mani, quasi a volerle sussurrare quanto gli fossero mancate. « Vorrei dirti che quando sono arrabbiato o triste agisco senza pensare, ma so che sarebbe solo una scusa senza significato. Quindi voglio che tu sappia che sto davvero imparando ».
« Imparando? » Domandai non riuscendo a capire le sue parole.
« Con te sto davvero iniziando a capire che cosa voglia dire pensare a chi ami e non solo a te stesso. » Rispose facendomi sussultare il cuore. « Sono un disastro e lo so bene, ma non voglio essere anche la tua bugia più dolorosa. Ti prometto che con questa sera finirà ogni segreto. »
« Drake » ripresi parola senza sapere bene che cosa dire. Avrei voluto dirgli che era un disastro perfetto per il casino che avevo dentro.
« Lasciami provare a rimediare Jodie. Trascorri questa festa con me. » Aggiunse prima ancora che potessi prendere qualsiasi decisione avventata.
Mi stava promettendo che con quella serata avremmo messo un punto ad ogni bugia detta fino ad ora, che infondo ci teneva davvero a me e che stava solo imparando il modo migliore per dimostrarmelo. Probabilmente una persona con un po' di amor proprio, avrebbe evitato un ragazzo come lui ed una serata come quella che sembrava la cornice perfetta di un disastro come solo noi potevamo creare, ma io di amore ne avevo più per lui, e compresi in quel momento le parole che mi aveva detto mia mamma i minuti prima. Non appena Drake era apparso di fronte a me, prima ancora di vedere il suo sorriso e la mano che chiedeva di essere afferrata, avevo già perso ogni paura, sentendo solo una felicità immensa nel rivederlo di nuovo in carne ed ossa, e lontano da quei sogni che continuavo a fare, così gli sorrisi ed entrai in casa con lui.


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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 14 agosto

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now