Capitolo 7

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Che cosa sarebbe successo se Gwen avesse aspettato solo 5 secondi in più prima di chiamarmi? Questa domanda continuava a martellarmi nella testa. Non riuscivo a pensare ad altro se non allo sfiorare delle labbra di Drake sulle mie, ed al suo profumo. Da quando aveva un profumo tanto buono? Sembrava il mix perfetto di ciò che più amavo e che mi faceva tranquillizzare. Continuavo a girarmi e rigirarmi sul letto, cercando di trovare risposte a quella situazione che non si sarebbe dovuta creare, e di cui Gwen era ancora all'oscuro per evitare di trascorrere ore della mia giornata a sentirla blaterale raccomandazioni su quanto quello "fosse il gioco di Drake" e sul "non doverci credere", perchè infondo dovevo già saperlo "com'era fatto". Il problema è che era proprio quello a mandarmi in crisi. Che fosse il ragazzo insopportabile e con l'istinto innato di farmi perdere la pazienza era un dato di fatto, ma come faceva con la stessa facilità a farmi battere il cuore in un modo così insolito, a farmi sorridere nel modo più sincero, e a farmi sentire protetta solo rimanendo al mio fianco?
Forse quella terribile bugia a cui continuavo ad aggrapparmi era solo una scusa pur di non ammettere che quella situazione si stava rivelando più bella di quanto avessi mai pensato.
Nonostante fosse già primo pomeriggio, non avevo alcuna intenzione di abbandonare quelle coperte che riuscivano a nascondermi un po' dalla realtà che tanto non capivo, ma ecco squillare il cellulare che sembrava aver ormai preso il vizio di interrompere ogni mio pensiero più profondo senza chiedermi alcun permesso.
Convinta fosse come al solito Gwen, risposi senza neanche controllare il nome sul display.
« Sì? » Risposi sovrappensiero continuando a fissare il soffitto.
« Jodie sono nei guai, » disse Drake dall'altra parte della cornetta facendomi alzare di corsa dal letto quasi come se fosse davvero nella mia stanza. « Ho bisogno di te ».
« Wow! Il grande Drake che ha il mondo ai suoi piedi, ha bisogno di un mio aiuto? » Scherzai dimenticando ogni paranoia e preoccupazione che non mi fece chiudere occhio per tutta la notte.
« Sapevo che l'avresti detto » nonostante la cornetta che ci divideva, riuscivo a sentire il sorriso compiaciuto che si faceva largo sul suo viso tanto contagioso da far sorridere anche me. « Stasera c'è la festa di compleanno di Aaron. » Aggiunse subito dopo.
« Lo so » risposi aspettando il resto del discorso mentre mi sedevo più composta sul letto per capire meglio le sue parole.
« Mi ha chiesto di aiutarlo con i preparativi oggi pomeriggio » continuò a spiegarmi facendo un'altra pausa.
« E tu non ne hai alcuna voglia » tentai ad indovinare. 
« Tu si che mi conosci! » Rispose entusiasta.
« Non dirmi.. » solo in quel momento capii il perchè di quella chiamata.
« Beh, l'unico impegno che potevo inventarmi e che lo convincesse a lasciarmi andare.. »
« Non dirmelo » 
« Era un appuntamento con la mia ragazza » concluse facendomi portare una mano tra i capelli.
« Ci ha creduto no? » Domandai incredula che mi avesse davvero usato per scappare dal suo migliore amico. « Quindi esci tranquillo, vai a divertirti, non hai bisogno di me! »
« Lo sai com'è fatto! Se scopre che era una bugia.. » 
« Non finisce più di urlare »
« Non finisce più di urlare! »
Concludemmo quella frase all'unisono, per poi ridere compiaciuti della nostra sincronia.
« E' proprio una fortuna che non gli stiamo nascondendo nulla allora » aggiunsi subito dopo riferendomi alla nostra gigantesca bugia che speravo non sarebbe mai venuta alla luce.
Nel sentire Drake riprendere a ridere per le mie parole, il cuore accelerò ancora, sentendomi quasi arrabbiata di fronte a quel momento per non poter vedere di persone quel sorriso nato grazie a me.
Sbuffando per quei sentimenti incomprensibili, provai a fingermi seccata di fronte a quella sua richiesta di vederci, seppur sapevo che in cuor mio non avessi voluto altro che ritornare al suo fianco, anche se per poco, anche se in mezzo ad altre persone. 
« A che ora passi? » Domandai dandogli così conferma che l'avrei aiutato, e sentendo lo stomaco arrotolarsi dall'ansia nel rendermi conto che lo avrei rivisto dopo quel momento nato tra di noi che ancora faticavo a dargli un nome.
« Sono sotto casa tua, sbrigati. » Aggiunse in modo frettoloso per poi riattaccare il telefono, sapendo che così avrebbe evitato tutti gli insulti e le urla che erano pronte a volargli addosso non appena ci fossimo visti. 
« Cos-? » Risposi per poi lanciare il cellulare sul letto e guardami allo specchio ricevendo conferma su quanto mi trovassi in condizioni disperate.
« E adesso come faccio? » Domandai mettendomi le mani tra i capelli completamente spettinati, e guardando il pigiama che ancora indossavo.
Ripesandoci però, quella mia condizione sarebbe potuta andare a mio favore. Se non mi fossi impegnata tanto nel prepararmi, sarei riuscita a mantenere le distanze da Drake, riuscendo così a fare ordine tra i miei pensieri.
Legai velocemente i miei capelli in una palla disordinata che assomigliava ad uno chignon fatto sotto l'effetto dell'alcol, per poi indossare dei leggins neri da casa ed una felpa taglia 3xl di mio padre che continuavo a rubargli per sentirmi più comoda durante i pomeriggi trascorsi con Gwen. Con un sorriso soddisfatto mi complimentai con me stessa davanti allo specchio, convinta che peggio di così non mi sarei mai potuta presentare, e mi diressi fuori casa seguita dagli sguardi increduli di mia mamma.
« Hai proprio deciso di rimanere single a vita, vero? » Domandò mia madre scuotendo la testa, avendo perso ormai ogni speranza. Anche se gli avessi detto che stavo uscendo proprio con un ragazzo e che per di più non era affatto male, non ci avrebbe comunque creduto, così aprii la porta di casa e mi presentai a Drake che si trovava annoiato seduto sul cofano dell'auto.
Nel vedere i suoi occhi farsi sempre più spalancati mentre scrutava i miei abiti, mi scappò una risata comprendendo di aver centrato in pieno il mio obiettivo.
« Qualcosa non va? » Domandai facendo finta che fosse tutto okay mentre mi avvicinavo a lui.
« No. Perchè? » Rispose alzandosi e dirigendosi dal lato del guidatore, cercando di trattenere le risate.
« Non ti mette a disagio come sono vestita? » Continuai sottolineando il mio abbigliamento che mi rendeva tanto fiera di me stessa.
« Se non l'hai notato anche io sono in tuta » aggiunse facendomi portare lo sguardo sui suoi pantaloni della tuta grigi e la maglietta a maniche corte bianca che riuscivano a farlo sembrare tanto perfetto in ogni occasione.
« Ma sono due cose completamente diverse! » Eccomi riprendere a blaterale pur di nascondere l'emozione nell'essermi accorta quanto fosse bello anche in quel momento. « Guardami! Non ho mica solo dei panta- »
« Ci risiamo! » Esclamò Drake aprendo la sua portiera, « sali e basta. Possibile che parli così tanto? » Aggiunse poco prima di sedersi sul sedile e accendere i motori, facendomi rimanere a bocca aperta ed irritata dal sorriso stampato sul suo viso nel dirmi quelle ultime parole.
Con la macchina pronta per partire e lo sguardo di Drake addosso intento ad accertarsi che mi allacciassi la cintura di sicurezza, mi domandai per la prima volta quali fossero i piani per quel pomeriggio di fuga.
« Qual è la nostra meta? »
« A dire il vero pensavo di far scegliere a te oggi » rispose sorprendendomi più di quanto pensavo fosse possibile.
« Dici sul serio? »
« Dovrei iniziare ad offendermi quando ti meravigli tanto delle mie buone azioni » sbuffò sorridendo, « dovrei decidere io? »
« Al parco! Andiamo al parco! » Esclamai prima che potesse rimangiarsi la parola, facendolo ridere di gusto.
Finalmente potevo vedere con i miei occhi il suo sorriso nascere grazie a me, e per quanto mi risultasse impossibile, riuscii a notare che quella curva meravigliosa sul suo viso era completamente differente da quella vista fino a quel momento.
« Al parco? » Domandò guardandomi storto, incredulo per quella strana meta.
« Preferisci andare per negozi? »
Non feci neanche in tempo di voltarmi per assaporarmi la sua espressione spaventata, che Drake partì all'istante dal vialetto di casa mia, quasi sgommando per lasciare indietro anche quella mia proposta scomoda.
Non era la prima volta che rimanevo da sola in macchina con Drake, eppure riuscivo a sentire un'intimità che non mi aveva mai sfiorato prima di quel momento, un'intimità che avevo paura di desiderare nel profondo. Per far passare il tempo del tragitto senza dare troppo spazio alla mia agitazione, schiacciavo a caso i tasti della radio per cambiare canale e canzone, mentre Drake provava ad allontanare le mie mani dal touch screen arrabbiato per tutte le impronte che lasciavo. Mentre io mi fingevo divertita per l'espressione infastidita che aveva, lui si fingeva arrabbiato per il mio continuo insistere, dimostrando che in fondo non eravamo poi così incapaci a mentire.
Dopo venti minuti di strada, Drake parcheggiò l'auto di fronte al parco, e come se stessi scappando da una prigionia durata anni, scesi dalla macchina e sorrisi di fronte a quell'enorme tappeto verde che sembrava aspettare solo noi.
Non ero una di quelle ragazze che preferivano i pub serali ottimi per un drink e quattro chiacchiere che in fondo non saresti riuscito a fare per davvero, piuttosto amavo il verde, e quei ritrovi in mezzo alla natura che riuscivano per davvero a farti dire i pensieri più profondi anche senza volerlo.
« E adesso? » Domandò Drake una volta chiusa la macchina e rivolgendomi lo sguardo, senza capire per davvero la magia del posto in cui lo avevo appena portato.
« Ora corriamo. »
Prima di poter ricevere risposta, mi lanciai in una corsa senza fine verso la distesa verde di fronte a me, dove iniziai a sfogare ogni mia ansia, pensiero e stress che mi aveva accompagnato negli ultimi giorni. Correvo su quel prato verde attraversandolo in ogni direzione, e fermandomi ogni tanto a fare qualche giro su me stessa, perchè l'aria mi avvolgesse completamente ripulendomi da ogni negatività che la vita inevitabilmente ti lascia. Mi voltai appena per vedere come se la stesse cavando il mio compagno di avventure, ma non dovevo faticare molto a cercarlo poichè riuscivo a sentire le sue urla durante la corsa a dimostrarmi che non ero l'unica ad aver davvero bisogno di quel momento.
Corremmo, corremmo senza sosta riuscendo ad abbandonare ogni paura, e riuscendo così a sfogarci da ogni cosa, fino a quando stremata mi gettai distesa a terra vicino ad un albero, senza cercare l'ombra sotto a quel cielo ormai invaso dalle nuvole. Dopo qualche secondo sentii anche Drake raggiungermi disteso al mio fianco, con un respiro tanto affannato da farmi capire che si fosse goduto il motivo per cui l'avevo portato proprio in quel posto. 
« Non ti facevo così » farfugliò Drake mentre ritrovava il respiro.
« Così? Così come? » Domandai girandomi appena per poterlo guardare.
« Così.. così vera. » Rispose, facendomi nascere un'espressione spaesata sul viso per poi riprendere subito parola per spiegarsi meglio. « Tutte le ragazze a cui piace Aaron che ho conosciuto, sono tutte.. come posso spiegarmi? »
« Tutte delle Tracy? » Completai la sua frase senza aspettare che trovasse la parola più perfetta.
« Sì, sono tutte delle Tracy » ripeté Drake ridendo e voltandosi anche lui di lato per potermi guardare, « ma tu non sei affatto una Tracy. Tu sei.. »
« Una bugiarda » dissi completando per la seconda volta i suoi pensieri detti a voce alta, e ritornando a guardare il cielo. « Gli ho mentito su tutto, anche sui miei sentimenti che provo per lui. Ed ho anche obbligato il suo migliore a mentirgli. Sono un'autentica bugia, ecco che cosa sono ».
« Non vorrai mica prenderti tutti i meriti! » Esclamò Drake senza smettere di sorridere, e ricatturando la mia attenzione sul suo sguardo.  « Tu sei una mia bugia, e se devo dire la verità, sei la mia bugia più bella ».
Se solo in quel momento fossi rimasta qualche secondo in più a guardarlo, se solo non avesse smesso di sorridere tanto dolcemente quanto meravigliosamente, ero certa che non avrei avuto più alcun dubbio riguardo i miei sentimenti. Ero certa che avrei iniziato ad amarlo come puoi amare solo nei tuoi sogni più intimi e privati, quei sogni che hai paura anche di raccontare per non voler apparire ancora una bambina alla ricerca del principe azzurro, pur sapendo che la realtà è diversa.
Ma nonostante la pioggia avesse iniziato a cadere interrompendo quel nostro momento, non ero poi così sicura che fosse stata in grado di fermare anche quei sentimenti destinata a crescere nel modo più violento ed inaspettato.
Drake si alzò velocemente porgendomi la mano per aiutare a rialzarmi da terra, ma non appena ci trovammo l'uno di fronte all'altro, ci guardammo divertiti sapendo di stare pensando alla stessa cosa.
« Un ultimo giro? » Mi domandò nonostante fosse completamente bagnato da quella pioggia improvvisa.
« E me lo chiedi? » Risposi senza abbandonare la stretta della sua mano, ed iniziando a correre al suo fianco. Le nostra urla non avevano più nulla a che fare con l'ansia e le insicurezze che sembravano volerci soffocare il cuore, ma avevano dato spazio a delle sonore risate che profumavano di spensieratezza e felicità.
Forse continuavo a non capire quale fosse il termine più giusto per descrivere quel legame che stava nascendo tra di noi. Forse erano sentimenti talmente profondi e particolari, che non avevano ancora un nome, ma ero certa che fosse qualcosa che mi piaceva, che mi rendeva felice, che avevo bisogno nella mia vita.


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Prossimo capitolo: domani, martedì 6 agosto

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now