Capitolo 16

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Nonostante provassi a rimanere concentrata su quella nostra uscita, anche Drake si rese conto che dal nostro incontro con Aaron il mio umore era cambiato. Provai a dare la colpa all'aria condizionata presente in negozio che forse mi aveva fatta stare male, e così lo convinsi a riportarmi a casa dopo pochissimo tempo dal nostro arrivo. Prendemmo un profumo per Hope che ero certa si sposasse alla perfezione con il suo carattere caldo e solare, e poi eccoci di nuovo in macchina sulla strada del ritorno, mentre Drake continuava a chiedermi se avessi male da qualche parte ed io a sorridergli, nascondendogli che era proprio il cuore a sanguinare.
Avevo paura di sapere che cosa conteneva quella chiavetta, ma la mia paura più grande era quella di dire a Drake di avercela, perchè avrebbe significato credere ad Aaron piuttosto che a quel sentimento che ci legava e a quelle parole che ogni giorno mi dimostrava. Forse questo confermava quanto fossi pessima come ragazza e amica, pessima nei suoi confronti e nel nostro legame, e speravo davvero che una volta acceso il computer mi sarei sentita ancora peggio per aver dubitato di lui senza alcun motivo.
Non appena chiusi la porta di casa alle mie spalle, mia madre mi guardò stranita nel rivedermi tornare tanto presto intuendo che c'era qualcosa che non andava, ma riuscii a chiudermi tanto velocemente in camera mia da riuscire ad evitare qualsiasi domanda scomoda, non avendo proprio alcuna voglia di parlarne.
Rimasi per qualche secondo in piedi appoggiata al muro della stanza, osservando il computer appoggiato al letto e domandandomi se fosse davvero quello che avrei voluto e dovuto fare, senza però riuscire a trovare risposta.
Il cellulare squillò all'improvviso dandomi conferma che Drake era già arrivato a casa, facendo più in fretta di sempre, ma controllando lo schermo del telefono notai il nome di Hope lampeggiare quasi rumoroso.
« Ehi » risposi alla ragazza.
« Stai bene? » Domandò lei senza neanche salutare,  « Drake è appena tornato e mi ha detto che qualcosa non va ». 
« Non serviva che te lo dicesse » risposi accennando ad un sorriso per la sua preoccupazione, « non è niente di grave » aggiunsi sedendomi sul letto e accendendo il computer sulle mie gambe.
« Sei scura di non avere la febbre? » Nel pronunciare quelle parole sentii la voce di Drake lontana che si intromise nella chiamata.
« La febbre? Ha la febbre? »
« Stai zitto che non sento! » Lo riprese Hope per poi iniziare un bisticcio in diretta che non aveva nulla di cui invidiare a quelli che facevano di persona ogni volta che li incontravo insieme.
« Passamela! » Urlava Drake poco distante dalla sorella.
« Ci sto parlando io, vattene! » Ribatteva Hope mentre si sentiva la sua presa al cellulare che ben presto avrebbe perso, per poi averne conferma sentendo la voce del fratello ben chiara.
« Hai la febbre? Hai bisogno di qualcosa? Se vuoi te la porto. Un minuto e posso essere da te! » Mi rassicurò sebbene l'unico tanto preoccupato fosse proprio lui. 
Questi erano quei momenti in cui ti dimentichi di quanto il sole possa farti del male se ti esponi per troppo tempo, erano quei momenti in cui pensi solo a goderti quel calore non preoccupandoti delle conseguenze.
« Ho bisogno solo di un po' di riposo » provai a rassicurarlo io, mentre la chiavetta si collegava al computer, per poi aprirsi una cartella che conteneva un file video dal titolo: "Ecco la verità su Drake".
Davvero qualcuno intitolava in un modo del genere un video?
Ma la domanda più importante che fingevo di non porgermi era: c'era davvero una verità diversa da quella che conoscevo dietro ai suoi dolci gesti, alle sue amorevoli parole e ai suoi sguardi che sembravano tanto sinceri?
« Quindi dovrei lasciarti riposare e basta » sentii riprendere parola Drake un po' avvilito, mentre premendo invio nella mia tastiera, feci partire quel filmato.
"Spegni quel coso!" Disse Drake seduto attorno ad un tavolo insieme a due ragazze. "Aaron, piantala!" Aggiunse cercando di coprire la telecamera con la mano e facendomi capire chi stesse filmando quella situazione. "Abbiamo già poche foto insieme, almeno lasciami fare qualche video stupido" lo convinse il suo migliore amico mentre con la mano libera versava altro liquore nei bicchieri sul tavolo.
« Ci sei ancora Jodie? » Domandò Drake dall'altra parte della cornetta.
« Sì » farfugliai senza distogliere lo sguardo dal filmato.
"Davvero tu e Jodie proverete ad uscire insieme?" Chiese Aaron continuando a filmare e facendomi capire che quel video risaliva probabilmente al giorno in cui io e Drake decidemmo di inscenare quella bugia diventata l'inizio di tutto.
"State parla della Jodie che abita di fronte a casa tua?" Domandò una delle due ragazze sedute con loro al tavolo, per poi riconoscerla come la famosa Tracy che per poco tempo era stata la ragazza di Aaron. 
"Ma quella non era persa per Aaron?" Aggiunse la seconda ragazza trovando conferma nella sua amica, certa che le voci che girassero sul mio conto fossero vere.
"Ma che cosa state dicendo?" Rispose Aaron divertito, l'unico convinto che quel sentimento non mi potesse appartenere per davvero, forse perchè troppo simile allo stesso che provava lui. "Si è dichiarata a Drake proprio oggi!"
"Ti assicuro che è innamorata di te da anni! Possibile che tu non lo sappia?" Domandò Tracy scoppiando a ridere e facendomi sprofondare dalla vergogna al solo ricordo di averla avuta di fronte a me seppur per pochi momenti.
Quindi era questo che pensava davvero di me, mi aveva sorriso pur sapendo che mi piaceva Aaron, come se quell'uscita a quatto fosse una serata di divertimento a mie spese.
"Anche se fosse vero non possiamo stare insieme" sussurrò Aaron, imbarazzato di quella dichiarazione fatta all'improvviso e non da me, che gli stava facendo battere il cuore più di quanto le persone presenti in quel momento avrebbe mai potuto immaginare.
Stavo per chiudere lo schermo del computer senza alcuna voglia di continuare a vedere quelle dolorose immagini quando arrivò la parte peggiore.
"Perchè si sarebbe dichiarata a te se gli piaccio io" disse Aaron al suo migliore amico, "c'è per caso qualcosa sotto che non so?" Domandò ancora non riuscendo a comprendere la situazione e se fosse davvero come dicevano gli altri.
Riuscivo a vedere lo sguardo di Drake messo alle strette per poi riconoscere quel suo sorriso che anticipava le parole più cattive.
"Che ne dici di scommettere cinquanta euro se riesco a farle dimenticare della sua cotta per te?" Propose Drake dandomi un colpo al cuore. "Hai detto che per te sarebbe una relazione scomoda, posso aiutarti se vuoi" provò a convincere il suo amico.
"Andata!" Rispose Aaron mentre mi ritornò alla memoria il pezzo di carta lanciato i minuti prima contro Drake. 
Erano i cinquanta euro di cui stavano parlando.
« Jodie. Mi senti? » La voce di Drake dall'altra parte delle cornetta si fece sempre più rumorosa. « Sei ancora lì? Stai bene? »
Se sono ancora qui? Sì, purtroppo.
Se sto bene? No, per niente.
« Devo andare » dissi frettolosamente prima di riagganciare quella chiamata che pensavo di aver terminato ormai da tempo, mentre non riuscivo più neanche a piangere, troppo abituata a soffrire da riuscire finalmente a capire che sì, tutte quelle giornate erano solo frutto di un sogno meraviglioso destinato a finire.
Il sole e la luna potevano anche incontrarsi durante l'eclissi, potevano anche far parte dello stesso universo, ma per quanto tempo? Una bellissima magia dalla durata di pochi minuti che siamo in grado di vivere solo in pochi momenti durante l'anno. Ecco che cos'eravamo.
Pensavo.
Pensavo a quando mi aveva definita la sua bugia più bella, e capivo che forse non si riferiva alla bugia che stavamo dicendo ad Aaron, ma a quella che lui stava dicendo proprio a me.
Pensavo.
Pensavo a tutte le promesse fatte, a tutti i sorrisi che ci eravamo scambiati.
Pensavo alle nostre mani che si accarezzavano dolcemente, mentre le nostre labbra si sfioravano.
Pensavo a quando, di fronte casa di Aaron, mi aveva chiesto se il mio cuore provasse ancora qualcosa per lui, e capivo che era tutta una stupida scommessa. 
Pensavo ed intanto il tempo passava: i secondi, i minuti o forse anche le ore da quanti ticchettii mi stessero facendo da colonna sonora in quel momento doloroso.
E nonostante le lacrime si rifiutassero di cadere, mi sentivo come se stessi facendo il pianto più doloroso, quello che non ti bagna all'esterno ma che ti lacera all'interno, mentre il dolore ti prende a pugni sfidandoti a non emettere alcun suono. 
« Jodie » sentii mia mamma chiamarmi oltre alla porta della camera, « hai visite ».
Non mi voltai neanche per rispondere a quel suo avviso fingendo di non averlo sentito, ma la porta della camera si spalancò alle mie spalle, facendo comparire un Drake spaventato come solo chi sa di aver commesso un crimine potrebbe essere.
« Che cosa succede? » Chiese Drake raggiungendo il mio fianco e appoggiando la sua mano sulla mia che prontamente spostai per poter afferrare il computer e girarlo verso di lui.
« Forse dovevi scommettere un po' di più, mi sento quasi in colpa di averti fatto guadagnare così poco » aggiunsi mentre gli occhi di Drake si posarono su quel fermo immagine, « devo farlo partire o hai capito che cos'è? » Domandai mantenendo una calma che feriva più di quanto delle urla improvvise avrebbero potuto fare.
« Posso davvero spiegarti » prese subito parola portandosi le mani in viso e grattandosi appena la fronte dimostrandomi di aver capito fin troppo bene che cosa significassero quelle immagini e quindi anche le mie parole.
« Ti ha fatto sentire bene aver vinto la tua scommessa? Ti sei sentito fiero di te stesso? » 
« Drake forse dovresti andare » disse mia madre ancora appoggiata alla porta di camera mentre vedeva il mio volto inerme di fronte a quella situazione, consapevole che quella calma sarebbe durata ancora per poco. 
« Lo sai com'ero » provò a giustificarsi lui, « e sai anche che sono cambiato ».
« Pensavo di sapere tante cose » aggiunsi io.
« Drake, per favore » riprese parola mia mamma mentre vedeva la mano del ragazzo allontanata violentemente ancora dalla mia, per poi aiutarlo a rialzarsi ed accompagnarlo alla porta della mia camera, mentre continuava a guardarmi con sguardo fiducioso.
Forse doveva smetterla di fidarsi di me, del nostro amore e di quella convinzione che nonostante tutto sarei rimasta dalla sua parte.
Drake si ritrovò con le spalle al muro mentre due donne gli chiedevano di uscire da quella stanza, ed una di esse anche dalla sua vita. Riuscii a vedere il suo sguardo spegnersi, sofferente e pieno di parole che avrebbe voluto urlare senza però avere l'occasione ed il tempo per farlo. Lo vidi mordersi il labbro, forse per trattenersi ed esaudire il mio desiderio nonostante l'unica cosa che avrebbe voluto fare fosse l'esatto opposto, così come sapevo sarebbe stato da lui. Lui era più da abbraccio stretto e parole urlate, da chiarimenti improvvisi senza lasciare trascorrere notti insonni senza parlare. Lui era così, o meglio questo era il Drake che pensavo di aver conosciuto. L'unico ragazzo che vedevo in quel momento, era un Drake che con la testa basta usciva dalla mia stanza, ma quale Drake fosse io lo ignoravo.



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Prossimo capitolo: domani, martedì 27 agosto

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now