Capitolo 9

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Notai solo in quel momento quanto le giornate trascorse al fianco di Drake mi avessero portata ad avvicinarmi a lui senza alcuna pretesa o aspettativa. Capii solo durante quella stupidissima festa che averlo come finto ragazzo non era poi quella tortura di cui continuavo a parlare, e che fosse invece solo una scusa per nascondere l'entusiasmo che viveva dentro di me al solo pensiero di rivederlo ancora di fronte a casa mia.
« Problemi in paradiso? » Domandò Aaron come risposta all'atteggiamento di Drake, e vedendomi ancora ferma di fronte alla sua porta d'entrata.
« Possono davvero esserci problemi in paradiso se eri convinta di essere all'inferno? » Risposi provocando in Aaron un'espressione ancora più confusa di quanto già non fosse. « Lascia perdere. Dov'è Gwen? » Chiesi a bruciapelo cercando di cambiare discorso per paura che capisse qualcosa di quella situazione, seppur l'alcol ingerito gli avrebbe fatto dimenticare a breve anche di avermi vista.
« Penso sia ancora in camera » .
Senza farmelo ripetere due volte, entrai in casa sfiorando appena la spalla di Aaron per fargli gli auguri, dirigendomi poi verso la stanza della mia migliore amica. Se qualcuno mi avesse mai detto che mi sarei ritrovata a casa di Aaron per il suo compleanno e mi sarei diretta il più lontano possibile da lui, non ci avrei mai creduto, eppure era proprio quello che stavo facendo.
Senza neanche guardarmi attorno per paura quasi di incrociare lo sguardo di Drake, feci le scale di corsa per salire al secondo piano, dove trovai la porta chiusa della camera di Gwen che aprii senza preavviso.
« Gwen penso di amarlo! » Urlai mettendo piede nella stanza e notando troppo tardi la mia migliore amica intrecciata con il corpo di uno sconosciuto. « Oddio, oddio, oddio! Scusa, scusa, scusa! »
Gwen lanciò il ragazzo giù dal letto per poi sistemarsi i vestiti ed i capelli scomposti, come se con un gesto tanto rapido avrebbe potuto cancellare quella terribile immagine che era ormai impressa nella mia mente. Con gli occhi ben chiusi ed il volto rivolto verso il muro, aspettai di sentire la porta della stanza chiudersi che mi rassicurava sulla scomparsa di quel giovane.
« Tu non hai visto niente! » Continuava ad urlare Gwen finendo di sistemarsi.
« Quanto vorrei che fosse vero » risposi io voltandomi di nuovo verso di lei e cercando di scrollarmi di dosso quella situazione. « Non penso riuscirò mai a dimenticarmelo » continuavo a lamentarmi avvicinandomi al letto per sedermi, per poi ricordandomi delle effusioni che si erano appena scambiati proprio lì sopra e spostando la mia mano che ancora sfiorava le lenzuola, optando per sedermi sul suo tappetto appoggiandomi sul letto solo con la schiena.
« Esagerata! Ci stavamo dando solo qualche bacetto! » Mi rimproverò quasi offesa e saltando sul suo materasso.
« Sto più comoda qui » mentii.
« Dimmi che cosa sta succedendo » riprese parole lei per cambiare discorso e facendomi ritornare alla realtà e a quello che era successo nei minuti prima. Ma mentre prima Gwen era l'unica persona con cui volevo parlare e a cui avrei voluto chiedere consiglio, l'idea di rivelarle i miei sentimenti per Drake non mi sembrò più così brillante. Era la stessa ragazza che mi aveva sopportata per anni mentre parlavo delle emozioni che mi regalava suo fratello, ed ora avrei dovuto trovare il coraggio nel dirle che forse il mio amore più sincero non era Aaron, ma il suo migliore amico. Il solo pensiero degli insulti che avevo rivolto a Drake e della promessa che avevo fatto a Gwen sul non cadere nel gioco del ragazzo, mi convinsero definitivamente a tenere ogni pensiero ed ogni problema per me. Sentivo l'esigenza di doverlo dire a qualcuno, eppure riuscivo a trovare una scusa per rendere ogni persona quella sbagliata con cui parlare.
« Jodie, che cosa succede? » Chiese nuovamente a causa del silenzio che prese possesso della stanza.
"Mi sono resa conto di tenere a Drake più di quanto avrei mai pensato, ma come mio solito l'ho capito troppo tardi ed ora l'ho perso."
Il volume della musica al primo piano iniziò a far tremare le finestre, dandomi così la scusa perfetta per cambiare discorso.
« Averti vista intrecciata a quel tipo mi ha fatto completamente dimenticare quello che dovevo dirti! » Dissi sorridendo e alzandomi da terra, « muoviti o ci perderemo la festa. » Aggiunsi afferrandole la mano e trascinandola fuori dalla stanza.
« Ci perdiamo la festa o ti perdi mio fratello? » Domandò lei ironica, convinta di avere al suo fianco la solita e vecchia Jodie, in grado di trascorrere ore intere della sua vita ad osservare Aaron in ogni suo più minimo particolare.
Cercando di non farle capire la persona diversa che le teneva stretta la mano, le sorrisi imbarazzata mentre continuammo a scendere le scale per poi arrivare alla stanza principale dove si stava svolgendo la festa, notando solo in quel momento i numerosi invitati che erano arrivati occupando il salone. 
Iniziando a scrutare tutte le persone presenti, trovammo subito Aaron e Tracy, e nel vedere la ragazza abbracciata al fratello mentre ridevano e scherzavano insieme ad un gruppo di amici, Gwen lasciò la presa della mia mano.
« C'è anche Tracy, direi che questo merita una birra » commentò allontanandosi appena dal mio fianco per poi tornare subito dopo e lasciarmi tra le mani un bicchiere pieno di alcol.
« Sei venuta con Drake? » Domandò all'improvviso facendomi sputare la birra e tossire subito dopo. « Tutto okay? » Chiese dandomi qualche colpo sulla schiena.
« Sì, sì. Mi è andata di traverso » mentii ancora.
« Quindi? Dov'è Drake? » Continuò con la serie di domande senza accorgersi delle mie mani tremanti al solo sentire pronunciare il suo nome.
« Dev'essere qui da qualche parte con i suoi amici » risposi cercando di non far trapelare alcuna emozione e senza neanche sapere se fosse davvero ancora presente in quella casa.
« Che cosa strana. Di solito non riesco mai a rimanere da sola con te se è presente anche lui » commentò mettendosi in punta di piedi e cercando Drake nella folla, quasi a non credere alle mie parole. « Senza contare che trascorrere un festa del genere separati, farà venire molti dubbi a mio fratello » continuò a blaterale facendomi capire che la birra stava iniziando a fare il suo effetto anche su Gwen. « Adoro questa canzone! » Cambiò all'improvviso discorso afferrandomi per il braccio ed obbligandomi così a svuotare velocemente il bicchiere che tenevo ancora tra le mani per poi raggiungerla al centro della pista dove ballammo per delle ore, concedendoci qualche pausa per riposare appena le gambe e bere qualche altro bicchiere. Dei piccoli momenti di pausa che trascorrevo guardandomi attorno alla ricerca di Drake che sembrava essere davvero sparito nel nulla, mentre il suo migliore amico e Tracy sembravano essersi fusi con il divano del salotto, dove rimasero per quasi tutta la festa a baciarsi, non preoccupandosi degli invitati che verso fine serata iniziarono a lanciarsi nella piscina in giardino completamente vestiti ed ubriachi.
« Oddio! Adoro questa canzone, andiamo! » Esclamò per la ventesima volta Gwen, che stranamente stava reggendo meglio del solito l'alcol.
« Lo dici di tutte le canzoni! » Le urlai distrutta, convinta che le gambe mi avrebbero ceduto se fossi ritornata in pista per ballare anche solo una volta in più.
« L'ultima Jodie! » Iniziò a supplicarmi lei continuando a trascinarmi in mezzo al salone.
« Non vedo l'ora che ti trovi un ragazzo » farfugliai senza farmi sentire mentre la seguivo nuovamente vicino alle casse che mi stavano rendendo sorda.
« Finalmente Drake! » Urlò all'improvviso Gwen portando lo sguardo alle mie spalle facendomi voltare all'istante. « Perchè sta- » 
Ma non servì che la mia migliore amica completasse la frase poichè lo individuai senza problemi in mezzo alla folla, mentre bello come il sole con i suoi capelli neri disordinati e quella camicia bianca infilata dentro a dei jeans stretti che ricordavano i vestiti che indossava la prima volta che ci eravamo incontrati, baciava un'altra ragazza tenendola tra le sue braccia ed il muro della stanza.
« Ora lo vado a picchiare! » Urlò Gwen che seppur euforica dall'alcol riusciva a capire che c'era qualcosa di strano in quella situazione. 
Prima che potesse fare un passo di troppo, afferrai il suo braccio per fermarla.
« Lasciami Jodie! Capisco che non state veramente insieme, ma gli altri non lo sanno! Che figura ci fai se lo vedono così? Dovrebbe mordersi la lingua invece di ficcarla ovunque! » Continuò arrabbiata mentre cercavo di trascinarla lontana da lì. « Lasciami! Drake! » Urlava sempre più furiosa, fino a quando la bloccai per poterla guardare dritta negli occhi perchè capisse le mie parole nonostante la musica con il volume al massimo.
« Abbiamo chiuso! » Dissi in un modo talmente chiaro da sentire il mio cuore sussultare, come se quelle due parole fossero una novità anche per lui. « Aaron lo sa, non ti preoccupare. Ci siamo resi conti che non aveva senso continuare. E' stato un sollievo » aggiunsi subito dopo cercando di sembrare normale come sempre  e se possibile anche felice, ma quel sussulto al cuore e l'immagine di Drake tanto vicino a qualcun'altra, mi fece tremare la voce ed anche le mani.
« Lo è stato per davvero? » Domandò lei, facendomi capire che avrei potuto nascondere tante cose alla mia migliore amica ma non il mio sguardo.
"No" pensai, ma non riuscii a dirlo ad alta voce poichè i miei occhi si fecero sempre più carichi di dolore, fino a quando delle grandi lacrime salate iniziarono a rigarmi il viso.
Gwen non mi disse nulla, mi prese solo per mano portandomi fuori da quella casa e sedendosi al mio fianco nell'immenso giardino che la circondava. Rimase in silenzio, con le sue dita intrecciate con le mie, mentre mi sfogavo di un dolore che non pensavo neanche fosse così immenso dentro di me. Gli invitati iniziavano a lasciare quella casa, la musica iniziava ad abbassarsi, eppure tutta quella sofferenza sembrava non volermi abbandonare.
Qualcuno poteva dirle che la festa era finita? Che era ora di andare anche per lei?
Il mondo si stava spegnendo piano piano attorno a noi, l'acqua della piscina si era ormai fermata dopo i numerosi tuffi fatti; la musica si era spenta del tutto, così come le luci delle case attorno a noi, finalmente pronte per poter dormire e lasciare andare un'altra giornata, pronti per affrontare quella dopo che sarebbe arrivata carica di aspettative. Le voci delle persone iniziavano a farsi sempre più distanti fino a sparire nel nulla, dimostrandoci che la festa era ormai giunta al termine, così come anche le mie lacrime riuscirono finalmente a fare.
Una cosa però davvero non la capivo: perchè le lacrime cessavano mentre il dolore no?
« Ti farebbe schifo dormire sul mio letto? » Domandò Gwen spezzando quel silenzio durato per tutte quelle ore che entrambe ignoravamo, e facendomi capire che non mi avrebbe fatta tornare a casa in quelle condizioni.
« Non sai quanto » risposi riuscendo a regalarle un sorriso nonostante le mie guance ormai arrugginite bruciavano dalle troppe lacrime salate che avevo versato.
« Qui fuori non è poi così male » aggiunse lei, portando lo sguardo verso il cielo e notando solo in quel momento le numerose stelle che ci stavano facendo compagnia.
« No, non lo è affatto » risposi imitando quel suo gesto, con la speranza di poter trovare una consolazione in quella serata disastrosa.
Gwen si allontanò appena dal mio fianco per poter portare in giardino qualche cuscino che potesse farci stare più comode, e trascorremmo così quello che rimaneva di quella notte, distese sull'erba che profumava di malinconia.


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Prossimo capitolo: lunedì 12 agosto

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