Capitolo 5

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Guardai per l'ultima volta il calendario, assicurandomi che segnasse per davvero quel famoso sabato arrivato fin troppo velocemente, per poi riportare lo sguardo sullo specchio, sempre più convinta che quell'uscita era l'idea più pessima che avrei mai potuto prendere.
E mentre i miei pensieri più negativi facevano a gara su chi mi avrebbe buttata più a terra, ecco il cellulare squillare all'improvviso.
« Pronto? » Risposi distratta mentre cercavo di sistemarmi una ciocca di capelli che sembrava aver proprio deciso di rovinare l'intera acconciatura.
« Sono giù che ti aspetto, sei pronta? » La voce di Drake riuscì a rendermi più nervosa di quanto già non fossi.
« Arrivo » dissi riagganciando subito dopo il telefono senza neanche salutarlo, riuscendo così a prendermi una piccola rivincita dall'ultima volta che fu lui a farlo. Innervosita dai miei stessi capelli che continuavano a fare quello che volevano, sciolsi l'intera acconciatura, lasciando ricadere le mie lunghe ciocche castano scure sulle spalle, e mostrando quel mosso naturale che tanto odiavo e che speravo di poter nascondere almeno per una serata. Salutai frettolosamente mia mamma che mi urlò le sue solite raccomandazioni che probabilmente avrebbe continuato a ripetere anche ai miei 40 anni suonati, ed uscii di casa, ritrovando Drake appoggiato al cofano della sua macchina nera, riuscendo per qualche secondo a vedere quella bellezza che riusciva a conquistare tutte le ragazze che gli passavano accanto.
« Beh?! Vieni o no? » Mi urlò Drake notandomi con la testa altrove.
« Non andiamo con Aaron? Dov'è? Perchè sei qui da solo? » Domandai sconvolta cercando di tacere il più possibile sapendo il mio stupido vizio di parlare a raffica nei momenti più imbarazzanti.
« Ti ricordi che secondo lui questo è un appuntamento, vero? Secondo te il mio migliore amico viene in macchina con me se ho un appuntamento con una ragazza? Per chi mi hai preso? » Chiese un po' divertito ed offeso, seppur cercasse di nasconderlo ai miei occhi, « anzi no » aggiunse subito dopo, « non rispondere. » Concluse poco prima che potessi aprire bocca. Ripensando alle sue parole mi resi conto che effettivamente non avrebbe avuto senso essere in macchina con Aaron, ma che questo avrebbe significato che avrei avuto meno tempo del previsto per mettere in moto il mio piano per farlo ingelosire.
« Uffa » sussurrai avvilita incamminandomi verso la macchina, per poi fermarmi di fronte alla portiera ed osservare immobile il ragazzo ormai giunto al lato del guidatore.
« Beh?! » Domandai guardandolo.
« Beh?! » Ripeté lui non capendo come mai ancora non salissi.
Senza alcuna voglia di parlare più del necessario, spostai il mio sguardo da lui verso la portiera, fino a quando capì che cosa gli stessi chiedendo.
« Fai sul serio? Vuoi davvero che ti apra la portiera della macchina? »
« Lo hai detto tu che è un appuntamento! » Risposi iniziando a capire come mi sarei potuta divertire in quella situazione, e sorridendo soddisfatta dalla sua faccia scocciata mentre si incamminava velocemente verso di me, e mi apriva la portiera facendomi segno di accomodarmi.
« Prego » farfugliò controvoglia.
« Ti ringrazio » risposi divertita.
Forse aveva ragione Drake, non sarebbe stato un autentico fallimento questo appuntamento, dovevo solo assicurarmi che non venissero dette cose fuori luogo, e con questo ovviamente mi riferivo al mio accompagnatore, o colui che per lo meno fingeva di esserlo.
« Drake, ascoltami » iniziai a parlare mentre il nostro tragitto era ormai iniziato.
« Non gli dirò nulla, non ti preoccupare » disse subito il ragazzo continuando ad osservare la strada, e bloccando ogni mio tentativo di mettere le cose in chiaro.
« Oh, ti ringrazio » risposi forse troppo stupita.
« Non so per chi tu mi abbia preso, ma non sono uno stronzo senza cuore, non ti farei una cosa del genere. » Disse Drake spiazzandomi nuovamente, « e poi, perchè dovrei dirglielo quando sei presente? Lo vedo tutti i giorni, se dovessi dirglielo lo farei quando siamo da soli. » Concluse alzando il sopracciglio come avevo capito essere solito fare quando sapeva di avere la ragione in pugno.
« .. cosa che tu non hai ancora fatto e che non farai. Giusto? » Domandai preoccupata.
« Giusto » rispose lui sorridendo e incrociando per qualche secondo il mio sguardo, riuscendo in così breve tempo a regalarmi un battito di cuore in più. Non mi ero mai resa conto di quanto bello fosse il suo sorriso, o anche solo di quanto fosse bello lui. Certo, Gwen mi aveva raccontato tutto di "Drake il rubacuori", ma non mi ero mai soffermata solo su "Drake" e su quanto la sua bellezza fosse naturale e non costruita per attirare più prede possibili.
Più lo guardavo e più il mio cuore sembrava volermi sussurrare qualcosa, fino a quando improvvisamente iniziai a sentirmi a disagio al suo fianco. Quasi ad essermi accorta solo in quel momento che stavo per fare il mio primo appuntamento da sola con un ragazzo, spostai imbarazzata il mio sguardo dal suo viso alle mie mani, cercando di calmarmi il primo possibile. Perchè improvvisamente mi sentivo come se fossi ad un vero appuntamento? Perchè mi sentivo così a disagio al fianco di quell'odioso ed irritante Drake?
« E' tutto okay? » Domandò il ragazzo avendo notato quel silenzio improvviso tra di noi.
« Sto finalmente per uscire con il ragazzo che amo, ma lo sto facendo al fianco del suo migliore amico fingendo di essermi dichiarata a lui. Va tutto alla grande » risposi cercando di ironizzare su quella situazione che forse da fuori poteva anche sembrare comica.
« Cosa ti ha fatto innamorare di Aaron? » Mi chiese a bruciapelo Drake, per la prima volta davvero interessato a quel sentimento che sembrava aver voluto boicottare fin dal primo istante.
Nel modo più naturale di sempre, alzai lo sguardo per cercare il suo, ma contrariamente a come accadde con le battute scambiate fino a quel momento, vidi gli occhi di Drake fissi sulla strada davanti a noi e non più su di me, notando ugualmente la luce differente che possedevano. Drake mi rivolse quella domanda facendosi improvvisamente serio, come se quella risposta potesse pesare davvero su di lui.
« Aaron è sempre stato fantastico con me » iniziai a raccontare, appoggiando la testa sul sedile e aprendo il mio cuore come forse neanche con Gwen riuscii a fare. « Mi ha sempre protetto in ogni piccolo gesto. E' gentile, ha un animo buono. Ai miei primi pianti, alle mie prime sofferenze non c'era solo Gwen ad abbracciarmi, c'era anche lui pronto a strapparmi un sorriso senza però pretendere nulla in cambio. Riesce sempre a rubarmi un battito di cuore » conclusi sorridendo malinconicamente.
« Rubarti? » Chiese conferma Drake sulla parola appena sentita. « Ho sempre pensato che il vero amore riuscisse a regalarti un battito in più, non che ne rubasse uno che ti appartiene » commentò bloccando i miei pensieri e facendo calare improvvisamente il silenzio in macchina.
« Scusami, continua. » Aggiunse poco dopo, senza rendersi conto che quel silenzio non era spinto dal mio sentirmi offesa per quella sua intrusione, ma dal mio cuore che si interrogava su quanto la sua osservazione fosse giusta o meno.
« Mi ha sempre dato una parte di lui » ripresi a raccontare cercando di mettere a tacere il cuore e le sue strane nuove emozioni a cui non avevo alcuna voglia di dare un nome. « Lo ha sempre fatto senza chiedere un'amicizia con cui avrei potuto ricambiare i suoi gesti. » Più ne parlavo e più quei miei sentimenti per Aaron si riaccendevano dentro di me, facendomi sentire sempre più nervosa al pensiero di rivederlo.
« Mi prometti una cosa? » Disse Drake voltandosi e guardandomi dritto negli occhi subito dopo aver parcheggiato la macchina, e ricevendo un accennato con la testa da parte mia. « Promettimi che ti ricorderai che non è l'unico ragazzo. Non esiste solo lui. Okay? » Aggiunse poco prima di togliere le chiavi dalla macchina senza aspettare che rispondessi a quella sua domanda, quasi per paura che potessi pronunciare parole che non avrebbe voluto sentire. Rimasi ancora qualche secondo seduta spiazzata da quella sua richiesta, per poi decidere di non dare troppo peso alle sue parole, non riuscendo a gestire anche quelle emozioni in quella serata. Non appena scesi dall'auto, Aaron era già a due passi da noi che ci salutava felice come non avevo mai visto, così iniziai ad incamminarmi con Drake verso la sua direzione, sempre più curiosa per quella strana sorpresa che mi stava aspettando.
Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto che quello era il momento perfetto per iniziare il mio piano per farlo ingelosire, così a due passi da lui afferrai la mano di Drake con la speranza che ricambiasse il mio gesto e che non mi facesse fare una delle mie solite figure. Con il cuore palpitante e con zero voglia di rendermi conto di quello che avevo appena fatto, pregai che le dita di Drake si intrecciassero alle mie, per poi sentire nell'attimo dopo il mio desiderio esaudirsi, e vedere lo sguardo di Aaron ricadere sulla nostra stretta.
"Sì, ce l'ho fatta!" Pensai convinta che quel gesto avesse anche solo di un po' smosso il cuore di Aaron, ma presto sul suo viso comparve un sorriso che aveva l'aria di felicità pura e che non aveva niente a che fare con la paura di perdermi. Drake ricambiò il suo sorriso per poi voltarsi verso di me quasi a volermi sussurrare "grande mossa Jodie!".
La serata iniziò nel modo peggiore, con Aaron che ci salutò con due baci sulle guance, mentre si interessava se il nostro viaggio era andato bene invece di preoccuparsi che eravamo da soli nella stessa macchina. Ci scambiammo poche parole, o sarebbe meglio dire che i due ragazzi lo fecero, ritrovandomi troppo avvilita per i continui fiaschi che continuavo a collezionare per poter fingere una conversazione allegra e senza pensieri.
Senza alcuna voglia di gettare la spugna, seguii Aaron mentre ci faceva strada verso il tavolo prenotato al bar, sentendo la mano di Drake scostarsi dalla mia per poi appoggiarla sulla mia schiena facendomi segno di passare prima di lui come solo il migliore tra i gentiluomini avrebbe fatto.
Non c'era alcun dubbio, era davvero un bugiardo eccezionale.
Mentre percorrevamo quella breve strada verso il tavolo, riuscii a contare almeno cinque ragazze sedute al proprio posto che si voltarono a guardare Drake come se si trattasse di un personaggio famoso durante una sua uscita pubblica. Solo in quel momento notai che il solito Drake che mi prendeva in giro e che si divertiva a stuzzicarmi, aveva dato posto ad un Drake più silenzioso che sembrava quasi voler evitare il mio sguardo, come se avessi fatto o detto qualcosa che lo avesse offeso. Forse quella stretta di mano è stata eccessiva anche per lui.
Sempre più innervosita da quella situazione e dall'aver perso l'unico alleato che avevo, mi sedetti vicino a Drake, notando un posto vuoto al fianco di Aaron.
« Beh ma, la sorpresa? » Domandai al ragazzo cercando di sciogliermi un po', seppur il mio cuore sembrava davvero non darmi tregua.
« Sta arrivando... anzi, » rispose voltandosi verso la porta d'entrata del pub che si aprì improvvisamente. « Eccola! »
Al pronunciare l'ultima parola, una ragazza dai lunghi capelli ricci e biondi entrò nel locale, notando subito Aaron in lontananza ed iniziando a salutarlo con un sorriso che riusciva a vestirla in modo fin troppo perfetto. Prima ancora che ci raggiungesse, guardai Drake con la speranza che mi rassicurasse su quello che stava accadendo e che mi dicesse che non era affatto come stavo pensando, ma il suo sguardo sembrava scegliere accuratamente ogni angolo di quel posto pur di non incrociare il mio, così ripresi a guardare la ragazza ormai arrivata da noi, tanto bella da pregare che fosse per lo meno antipatica, ma non appena iniziò a sorridere e a presentarsi capii che non aveva neanche quel difetto.
« Volevo presentarti la mia ragazza, Tracy. » Disse entusiasta Aaron, mentre la ragazza allungava la mano verso di me, aspettando che la stringessi per ricambiarle il saluto.
Nel sentire quelle parole non riuscii più ad emettere alcun suono né a muovere alcun muscolo. L'unica cosa che avrei voluto davvero fare era quella di urlarle che ero innamorata del suo ragazzo, che lo avevo visto prima io, che spettava a me per diritto e che non lo avrebbe mai reso felice quanto avrei potuto renderlo io; poi però guardai il sorriso sul volto di Aaron, un po' imbarazzato per il mio silenzio di fronte alla ragazza che gli piaceva, ma sereno come non ricordavo di averlo mai visto.
« Noi ci conosciamo già, giusto? » Prese parola Drake cercando di distogliere l'attenzione da me, ancora ferma a fissare quella mano che avevo di fronte. « Non ci siamo visti spesso, quindi mi ripresento. Sono Drake, e lei è Jodie » aggiunse subito dopo indicandomi. « Oggi non sta molto bene, ho insistito io perchè uscisse, quindi scusatela se sembra un po' assente » mi giustificò senza battere ciglio e accarezzandomi delicatamente la schiena, per poi fermare la sua mano su un mio fianco per chiedermi dolcemente conferma sulla mia condizione di salute. 
« Sì, oggi non sto affatto bene » sussurrai con tutto il coraggio che faticai a trovare.
Aaron ha già una ragazza, una bellissima ragazza.
Come avevo potuto immaginare che lo avrei fatto ingelosire di me? Continuavo a guardare Tracy che era l'esatto opposto di com'ero io, una donna ed una bambina messe a confronto. Ero stata un'ingenua anche solo a non pensare che Aaron potesse avere già qualcuno al suo fianco.
E mentre lottavo per cercare di non esternare le mie paure, la mia tristezza ed anche le mie lacrime che sembravano pronte sul punto di partenza, sentii la mano di Drake afferrare prontamente la mia, come se mi volesse dare quel coraggio che sapevo già di non avere. Sentivo il suo calore urlarmi che non ero sola, che non avrei dovuto affrontare quella serata con le mie uniche forze.
Mi voltai appena per guardarlo e per capire se quei suoi gesti fossero sinceri o spinti solo dalla paura di fare una brutta impressione davanti al suo migliore amico, ma con grande stupore mi ritrovai di fronte a due grandi occhi azzurri sofferenti, che sembravano condividere quell'immenso dolore con me.
Riuscii a rimanere con Aaron e Tracy solo per un'altra mezzora prima che Drake capisse senza il bisogno di chiedermelo che ero arrivata allo stremo delle mie forza, ed usando la scusa della mia cattiva salute, riuscimmo ad uscire da quel locale nel modo più rapido e senza destare attenzioni. 
Non appena misi piede fuori dal bar, riuscii finalmente a respirare, per poi iniziare a camminare spedita verso la macchina, senza rivolgere una parola o anche solo uno sguardo a Drake che si trovava ancora al mio fianco. Solo quando entrambi prendemmo posto sul sedile dell'auto senza però partire da quel parcheggio, trovai la forza di parlare.
« Tu lo sapevi, vero? » Gli chiesi a bruciapelo, senza il coraggio di guardarlo.
« Sì » sussurrò appena, « ma posso spiegarti, davvero. »
Avrei voluto dirgli davvero tante cose, urlargliele addosso perchè potesse provare anche un minimo della stretta al petto che sentivo io in quel momento, ma non ci riuscii.
Non riuscivo a dire più nulla.
Alzai una mano per fargli segno di tacere mentre le lacrime iniziarono a scendere sul mio viso, e facendogli capire che non avevo alcuna intenzione di sentire le sue stupide spiegazioni che non avrebbero mai potuto farmi cambiare idea sulla rabbia che stavo provando nei suoi confronti per avermi portata lì per umiliarmi, per spezzarmi il cuore, per vincere l'ennesimo round.
Aprii la portiera e scesi dall'auto iniziando a camminare verso casa, senza sapere la strada più giusta da prendere o il tempo che ci avrei impiegato a raggiungerla, volevo solo camminare, camminare e piangere per sfogarmi senza mostrare a Drake quel lato triste e fragile di me.
Camminavo.
Camminavo vestita da tanta tristezza che anche la notte che faceva da padrona sembrava non incutermi alcun timore.
Camminavo mentre le macchine mi sfrecciavano di lato, riuscendo a farmi tremare dalla velocità con cui mi sfioravano mentre i lampioni lungo la strada lampeggiavano per gli sbalzi di corrente, quasi a voler segnalare al mondo la mia presenza: la presenza di una ragazza con il cuore distrutto.
Alcune macchine suonarono non appena mi videro a lato della strada, come se avessero anche loro paura di me, come se il mio dolore potesse essere una malattia contagiosa. Ma mentre lottavo per non essere divorata dai miei pensieri, sentii il rombo di un motore rallentare sempre di più mano a mano che mi si avvicinava. Feci per voltarmi per capire che cosa stesse accadendo, ma il tempo di un sospiro e l'auto era già al mio fianco, mentre il finestrino si abbassava e il viso di Drake faceva capolino sotto la luce accesa del tettuccio perchè lo riconoscessi.
« Jodie » provò a chiamarmi senza ricevere alcuna risposta, « Jodie, sali per favore? »
Fingendo di non aver sentito alcuna voce, ripresi a guardare la strada di fronte a me, per quanto il buio rendesse tutto così monotono, ma pur sempre meno doloroso del volto di Drake che mi ricordava la disfatta appena subita. Continuai a vedere il nulla che avevo davanti per fargli capire quanto non mi interessasse la sua richiesta, camminando lungo la strada mentre anche la macchina di Drake procedeva a passo d'uomo al mio fianco, provocando insulti e clacson che suonavano all'impazzata.
« Mi dispiace! Okay? » Mi urlò come se fossero quelle le parole che avessi voluto sentire.
« Ti dispiace? Davvero mi stai dicendo che ti dispiace? » Risposi fermandomi improvvisamente perchè le mie urla gli arrivassero in modo chiaro. « Non me ne faccio nulla delle tue scuse Drake, lo sai questo, vero? » Conclusi riprendendo a camminare subito dopo, mentre anche la macchina riprendeva il suo lentissimo tragitto al mio fianco.
« Jodie, non sapevo che l'avrebbe portata! Non avrei insistito se- »
« Se cosa? A te andava bene solo che mi avesse detto in faccia che fosse fidanzato!? Allora okay! Scusami Drake, non volevo prendermela tanto, ora si che capisco le tue motivazioni! » Non sapevo neanche più se quello che provavo era un sentimento di rabbia o di dolore, ma la cosa certa è che quella serata si sarebbe potuta evitare, così come quei sentimenti che mi laceravano il cuore, e la stessa persona che avrebbe potuto evitare ogni mia sofferenza era la stessa che aveva insistito per la mia presenza.
« Jodie, entra in questa maledettissima macchina! » Drake accelerò leggermente per potersi fermare con il cofano dell'auto di fronte a me, bloccandomi così il passaggio, per poi allungarsi con fatica verso il lato del passeggero e aprirmi la portiera. Non appena mi vidi la strada bloccata dalla sua auto, presi un bel respiro per evitare di scoppiare e dire cose che probabilmente non pensavo, e mi fermai cercando di capire la mia prossima mossa.
Vedendo che le mie intenzione di salire erano ancora vane, Drake scese dall'auto per poi fermarsi ad un passo da me.
« Possiamo parlarne? Ti posso spiegare tutto, e tu puoi anche insultarmi. Posso davvero farti le scuse più belle che tu abbia mai sentito, posso fare qualsiasi cosa! Ma ti prego, prima sali in auto. » Mi chiese nuovamente, ma questa volta riuscì a farmi capire quanto ci tenesse che mi togliessi da quella pericolosa strada. Per un attimo mi sembrò di capire che gli importava per davvero di me e di quella situazione in cui mi aveva cacciata probabilmente senza neanche volerlo.
Con il cuore smosso dal suo sguardo, decisi di accettare quella sua richiesta senza però volergliela dare vinta troppo in fretta. Mi avvicinai alla strada per raggiungere quella portiera aperta che mi stava aspettando, rendendomi conto troppo tardi di due grandi fari di una macchina che stava sfrecciando verso la mia direzione e che mi aveva appena vista sbucare all'improvviso.
Senza neanche che me ne rendessi conto, Drake mi afferrò prontamente portandomi sul fianco della sua auto e riparandomi con il suo corpo. Con gli occhi chiusi e le mani tremanti afferrate alla sua giaccia, continuavo ad aspettare quell'impatto e quel dolore che ero certa avrei presto sentito, fino a quando sentii la sua mano appoggiarsi appena tra i miei capelli.
« Stai bene? » Sussurrò senza respiro.
Aprendo lentamente gli occhi, alzai il viso ritrovandomi ad un soffio dal suo, tanto vicina a quelle perle azzurre da poterci parlare senza alcun bisogno delle parole.
« Jodie stai bene? » Chiese nuovamente Drake non ricevendo risposta, mentre con le mani mi accarezzava il viso, il collo, i fianchi e tutto ciò che poteva controllare per assicurarsi che fossi tutta intera.
« Sto bene, sto bene.. non ti preoccupare.. » risposi cercando di tranquillizzare entrambi, per poi vedergli fare un respiro di sollievo e appoggiarsi alla sua macchina al mio fianco, abbassando la testa come se cercasse di respirare con difficoltà.
Non sapevo davvero che cosa dire o che cosa fare, per la prima volta avevo difronte un Drake davvero terrorizzato, e forse una piccola parte di me era felice di quella sua reazione per quanto mi sentissi in colpa nell'averlo fatto stare tanto male.
E mentre questi pensieri volavano nella mia testa, un sorriso prese vita sul mio viso senza neanche che me ne rendessi conto, pronta a ringraziarlo e forse anche a  mettere da parte tutto quel nervoso che mi aveva portata a prendere quella serie di decisione assurde che ci avevano condotto in quella situazione pericolosa. Sfiorai appena il suo braccio per attirare la sua attenzione mentre cercava ancora ossigeno guardando il terreno, ma prima ancora che potessi prendere parola, fu lui a rompere quel silenzio. 
« Sei una stupida! Quante volte ti ho detto di salire in auto? No! Tu devi fare la bambina! Piuttosto preferisci finire ammazzata in mezzo alla strada che salire in macchina! » Iniziò ad urlarmi contro, cancellando l'accennato sorriso e quel pensiero di mettere da parte l'accaduto.
« Io sarei una stupida? Ti vorrei ricordare per colpa di chi mi ritrovo in mezzo ad una strada! » Ecco che riprendevamo a litigare.
« Ah certo, ora sarebbe colpa mia se ti ritrovi qui! »
« Certo che si! » E anche della mia testardaggine, ma non lo avrei mai ammesso.
« Bene! Ora che abbiamo chiarito di chi sono le colpe, sali in macchina. Non ne voglio più discutere. » Senza farmelo ripetere due volte, salii in auto sbattendo la portiera nel modo più rumoroso possibile, sapendo quanto lo avrei innervosito nel farlo, proprio come lui durante il tragitto decise di mettere a tutto volume la sua musica preferita, sapendo che la considerassi più simile a del rumore.
Mentre gli alberi sfrecciavano ai lati della strada, non riuscivo a distogliere gli occhi dal finestrino, sapendo che se solo avessi provato a guardare altrove in quella macchina, avrei potuto incontrare lo sguardo di Drake, così guardavo fuori, seppur l'unica cosa che vedevo per davvero era il riflesso del suo viso che serio più che mai continuava a guardare dritto davanti a sé. Non appena cercai di tradurre il suo sguardo tramite quel pezzo di vetro, vidi i suoi occhi voltarsi appena verso di me, obbligandomi così a cambiare visuale e riprendere ad osservare i pochi alberi rimasti lungo la strada che segnavano ormai l'arrivo a casa.
« Siamo arrivati » sussurrò non appena iniziò a rallentare con l'auto.
Pronta a scendere per mettere fine a quella disastrosa serata, mi meravigliai nel vederlo spegnere i motori come se volesse dirmi qualcosa. Mi voltai verso di lui per capire quali fossero le sue intenzioni, ma per la prima volta sembrava essere in difficoltà, ignaro da quale parola iniziare.
« Ascolta » sospirò, « mi dispiace davvero, e probabilmente non mi merito neanche di essere perdonato. Domani dirò ad Aaron che non stiamo insieme, che ti ho obbligata per una stupida scommessa, così non dovrai più vedermi. »
Nel sentire quelle parole, un vuoto allo stomaco mi tolse il respiro. Non volevo che Aaron pensasse che fossi innamorata di Drake, non mi piaceva neanche quel ragazzo, e da quando lo avevo conosciuto la mia vita stava andando completamente a rotoli, ma se gli avesse detto la verità in quel momento, Aaron avrebbe pensato che avevo finto tutto quanto solo per renderlo geloso, scoprendo così non solo i miei veri sentimenti, ma anche quanto fossi immatura. Non potevo svelare quella bugia, non in quel momento.
« No » risposi subito, provocando in Drake uno sguardo sorpreso.
« No? » Chiese quasi più stupito di me, per quanto giurai di intravedere una vena di soddisfazione prendere vita sul suo volto.
« Non glielo puoi dire il giorno dopo che ci ha presentato la sua ragazza, sospetterebbe qualcosa.. e poi.. è felice.. e se gli dici una cosa del genere se la prenderebbe a morte con te » conclusi abbassando lo sguardo, sentendo ancora quel dolore lancinante nell'ammettere che fosse felice con un'altra ragazza.
« Lo ami proprio tanto, eh » sussurrò Drake avvilito.
Non sapevo che cosa rispondere, non volevo risultare ancora più disperata di quanto già non avessi dimostrato di essere, ma il mio silenzio alla sua affermazione probabilmente diede le risposte che cercava, rompendo quel silenzio imbarazzante rimettendo in moto la sua auto.
« E' ora che tu vada.. ci sentiamo. » Disse freddamente schiacciando il piede sull'acceleratore per mettermi fretta.
« Ed io che per un attimo ho pensato ti interessasse davvero di me. » Risposi a quel suo gesto, scendendo arrabbiata dall'auto e sbattendo nuovamente la portiera.
Non ci vollero più di quattro secondi perchè la sua auto sparisse totalmente dal vialetto di casa mia, lasciando solo la polvere dei sassi alle sue spalle, e quella morsa al cuore che non riuscivo a comprendere.
Era davvero solo quello il motivo per cui avevo rifiutato la sua offerta di dire la verità ad Aaron? Nel ripensarci giurai di aver sentito una nota di malinconia nell'immaginarmi lontana da Drake.


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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 31 luglio

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