Capitolo 23

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Riaprii gli occhi senza neanche rendermi conto di averli mai chiusi, e mentre cercavo di capire quando mi fossi addormentata per davvero, mi accorsi di essere ancora appoggiata al petto di Drake, mentre completamente immerso nei sogni, aveva scelto anche lui il mio corpo come cuscino. Il suo braccio ancora mi avvolgeva per proteggermi dal mondo come fin troppo spesso gli piaceva ripetermi.
Con la paura di svegliarlo, mi alzai molto lentamente per controllare la sveglia appoggiata sul comodino.
« Quasi mezzanotte? » Esclamai senza riuscire a trattenere troppo il volume della mia voce. 
« Cosa succede? » Farfugliò Drake ancora addormentato, strofinandosi gli occhi con una mano.
« Siamo stati tutto il giorno a letto, Drake! » Risposi sconvolta.
« Non mi meraviglio, mi sento così riposato » disse tranquillo, mettendosi seduto sul letto e stiracchiandosi portando le braccia al cielo.
Lo guardai a bocca aperta, incredula che a lui non importasse davvero di aver dormito per l'intera giornata.
« Tu piuttosto, come stai? »
« Io sto b- » Ancora prima che potessi finire la frase, le labbra di Drake si appoggiarono sulla mia fronte per avere la risposta a quella domanda evidentemente non indirizzata a me.
« Beh, direi bene » disse subito dopo, per poi stringermi tra le sue braccia chiudendo di nuovo gli occhi, come se fossi quell'orsacchiotto di peluche che ti aiuta a riconciliare il sonno.
Il cellulare di Drake appoggiato sul comodino iniziò a vibrare avvisandolo dell'arrivo di un nuovo messaggio, ma non sembrava interessargli troppo.
Brrr
Arrivò un secondo messaggio, per poi essere seguito da un terzo ed anche da un quarto.
« Ho capito, ho capito! » Esclamò Drake allontanando un braccio dalle mie spalle per poter così afferrare quel cellulare ed aprire i messaggi.
« E' tutto okay? » Domandai incuriosita da quell'insistenza nel volerlo contattare.
« Sì » rispose bloccando nuovamente lo schermo e accennando ad un sorriso, « però devo proprio scappare ora » aggiunse subito dopo, infilandosi le scarpe come se fosse in ritardo per un appuntamento nel cuore della notte.
« Devi? » Domandai provando a sfoggiare lo sguardo più dolce e triste che avevo.
Drake si voltò verso di me, sorridendo come chi ascolta le parole che avrebbe sempre voluto ricevere.
« Puoi anche dirlo che ti mancherò, non ti giudico. Anche io mi mancherei! »
Iniziavo a pensare che quel suo modo ironico di rispondere era dettato dalla volontà di rendere i nostri saluti meno malinconici e tristi, rendendo più facile separaci.
Vedendomi scuotere la testa in segno di disapprovazione per quella sua risposta, Drake si avvicinò di nuovo a me, abbracciandomi e tenendomi per l'ultima volta al suo petto caldo.
« Mi mancherai anche tu » concluse.
Non capivo come mai mi stesse invadendo il cuore quella sensazione di vuoto e di tristezza.
Ci saremmo rivisti, non ci stavamo dicendo addio, eppure salutarlo in quel momento mi stava facendo provare sensazioni mai sentite.
Era sempre parte di quel sentimento che chiamano amore, o c'era dell'altro?
In quel momento non volevo saperlo, volevo solo stringerlo forte a me come quelle cose belle che hai paura di poter perdere, con la convinzione che accadrà, che tu lo voglia oppure no, che ti piaccia o meno. Con un bacio sulla fronte mi fece capire che era arrivato il momento di separarci, così allentai la mia presa su di lui e lasciai che si allontanasse da quel letto e da quella stanza in cui ero certa stesse lasciando più del suo profumo.
Nel vedere le sue spalle allontanarsi da me e scomparire in quel corridoio che lo portò a scendere le scale per poi uscire di casa, mi sentii privata di parte del mio cuore, e con lui vedevo anche andarsene quel momento speciale vissuto insieme. Qualcosa dentro di me continuava ad urlarmi che sarebbe cambiato tutto non appena Drake avesse varcato quella soglia, e non ero pronta per questo. Presa dalla paura che quelle mie preoccupazioni fossero più vere di semplici pensieri, scesi dal letto di corsa con la speranza di ritrovarlo ancora sul pianerottolo, ed iniziai a chiamarlo mentre scendevo le scale senza preoccuparmi troppo di fare attenzione.
« Drake! » Urlai sperando di sentirlo rispondere, « Drake! ».
"Ti prego, dimmi che non te ne sei ancora andato."
Non appena arrivai all'entrata di casa con il fiatone, lo trovai con la mano appoggiata alla maniglia della porta mentre la richiudeva avendola aperta di pochi centimetri.
« Che cosa succ- » ma questa volta fui io a fermare ogni sua parola, ogni sua domanda o pensiero, fiondandomi tra le sua braccia e rischiando quasi di farci perdere l'equilibrio.
« Ehi » mi sussurrò lui non riuscendo subito a comprendere quel mio strano gesto spinto dalla paura di poter perdere ancora qualcosa a me troppo caro.
Senza farmi troppe domande, mi accarezzò i capelli mentre con le braccia mi stringeva a sé, quasi ad aver capito finalmente i miei pensieri e le mie preoccupazioni senza averle sentite uscire dalla mia bocca.
« Ti lascio andare, lo giuro » continuavo a dire mentre mi stringevo sempre di più sulle sue spalle, sentendo Drake sorridere ogni volta che me lo sentiva ripetere.
« Per quanto mi riguarda, potremmo rimanere così fino a quando sorge il sole » rispose lui, « ma vorrei almeno sapere che cosa turba la mia ragazza. »
« La tua.. eh? » Dissi ad alta voce convinta di averlo solo pensato.
Mi aveva chiamata la sua ragazza? Ero la sua ragazza? Non lo avevo sognato?
« Eh? » Domandò lui allontanandosi appena dalla mia stretta per potermi guardare divertito negli occhi. Sapeva bene a che cosa mi riferissi, ma stuzzicarmi lo divertiva più di qualsiasi altra cosa.
« Che cos'hai appena detto? » Chiesi ancora su di giri, sorridendo come una bambina il giorno di Natale.
« Che potremmo rimanere così abbracciarti fino a quando sorge il sole » ripeté sorridendo e provando a riabbracciarmi stretta, senza però riuscirci.
« No, dopo quella frase! »
« Ah! Ho capito che cosa intendi. » Ne ero sicura, eppure ero altrettanto certa che non stava per dirmi quello che volevo. « Ho detto che vorrei sapere che cosa ti turba » Infatti.
Sbuffai facendo spallucce essendo certa che tra il divertimento di Drake nel prendermi in giro e la mia testardaggine, l'avrebbe sempre vinta lui, ma non appena mi allontanai da lui per farlo andare via, il ragazzo mi afferrò nuovamente tra le sue braccia.
« Ho detto che sei la mia ragazza, ho sbagliato? » Sussurrò appena, avendo portato il mio viso vicino al suo, tanto da non essere sicura se gli avessi sentito dire per davvero quelle parole o se gliele avessi lette solo nel pensiero.
« Nessuna obiezione. » Risposi appoggiando appena le mie labbra sulle sue, e ricevendo come risposta un bacio dai movimenti malinconici seppur pieni di amore.
« Vai » gli dissi allontanandomi dal suo viso a fatica, sapendo che se non se ne fosse andato in quel momento, sarei rimasta a baciarlo fino alla mattina seguente, per poi trovare una scusa per farlo rimanere fino a sera e fino al giorno dopo ancora. Non ne avevo mai abbastanza di lui. Drake sorrise alla mia richiesta quasi a volermi rassicurare che nel suo cuore custodisse le stesse mie emozioni. Con un piccolo slancio mi lasciò un ultimo bacio a stampo, ed uscì dalla casa chiudendo la porta alle sue spalle, facendomi rimanere per qualche secondo appoggiata a quella stessa porta, mentre con le dita della mano sfioravo ancora quelle labbra che custodivano il sapore di Drake.
Ero felice, ero finalmente riuscita a trovare l'amore e ad essere ricambiata.
Ero davvero felice, e per la prima volta non pensavo a quanto questa felicità sarebbe durata, la vivevo e basta.
Con il sorriso che mi splendeva in viso, tornai nuovamente in camera mia, dove ritrovai il cuscino che profumava ancora di lui, prendendolo tra le mie braccia e stringendolo forte per realizzare che tutto quel sogno era successo per davvero e che non mi sarei risvegliata a breve. Avrei voluto urlare al mondo che io e Drake eravamo ufficialmente una coppia, avrei voluto prendere il cellulare e chiamare tutti! Anzi, mi sarebbe bastato avvisare due persone: Hope e Gwen, le due ragazze che mi avevano sempre sopportata e supportata in ogni decisione e paranoia. Ma mentre sapevo che Hope stava risposando, ignoravo completamente che cosa stesse facendo la mia migliore amica. Era da settimane che non la sentivo, che non la vedevo. Mi mancava come solo uno splendido ricordo può fare. Già, perchè mi rimaneva solo questo della mia migliore amica, il ricordo che mi confermasse che non fosse solo frutto della mia fantasia quel legame meraviglioso. Non la vedevo da così tanto tempo da non ricordarmi quasi più il suono della sua voce.
Mentre il sorriso sul mio viso si spegneva davanti a questi pensieri, sentii dalla strada provenire delle voci familiari.
« No! » Urlò qualcuno incurante del tardo orario.
« Abbassa la voce » farfugliò una seconda persona.
Il primo pensiero fu quello di stare assistendo ad un litigio tra vicini, com'era già successo in passato, eppure quei due toni di voce sembravano troppo familiari per riuscire a trattenere la mia curiosità nel verificare di persona quello che stava accadendo; in quel momento inoltre, preferivo ficcare il naso nella vita degli altri piuttosto che ragionare su quella mia sicuramente più incasinata.
« Che mi senta pure! Sarebbe ora che lo sapesse! » Continuò la prima voce.
Con fare silenzioso mi avvicinai alla finestra della mia stanza, cercando di spostare la tenda senza essere vista e sembrare quindi indiscreta. Posizionandomi in un angolo strategico, guardai per strada per capire da dove provenissero quelle voci, per poi notare due figure in piedi illuminate solo dalla luna e dai lampioni ai margini del viale.
Un caschetto biondo attirò la mia attenzione.
« Gwen? » Chiesi a me stessa, quasi sconvolta di vederla proprio lì fuori dopo aver pensato a lei e alla nostra amicizia.
La mia migliore amica era solita litigare con i suoi spasimanti fuori di casa. Succedeva così tante volte che i ragazzi pensassero che lei fosse pronta a chissà quali relazioni, o che le mettessero fretta per concludere qualcosa che lei non aveva neanche iniziato. Mi faceva sorridere vederla in quella situazione fin troppo familiare, era come se avessi la certezza che almeno in quello non era cambiata, che era pur sempre la mia Gwen; era come ricevere una piccola conferma che le cose sarebbero potute andare di nuovo in ordine tra di noi: se riuscivo a vedere in Gwen la mia amica di sempre, la ragazza di sempre, perchè anche la nostra amicizia non poteva esserlo?
« Bene, vediamo chi è lo sfortunato ragazzo che sta subendo la sua ira » sussurrai ridendo, spostando ancora di un po' la tenda per scrutare il viso del ragazzo.
« Gwen, piantala di fare la bambina! » Continuò lui di spalle, appoggiandole una mano sul braccio probabilmente per calmarla e smetterla di dare spettacolo.
« Adesso sarei io a fare la bambina? Oh, per favore Drake! Glielo dovrai dire prima o poi. » Rispose lei.
Drake?
Non appena sentii quelle parole, il ragazzo si voltò verso la finestra della mia camera, obbligandomi ad allontanarmi dal vetro e farmi tutt'uno con il muro della stanza, non prima però di aver visto il suo volto illuminato da una luna piena quasi come se fosse il faro della verità. Nonostante il buio sceso sulla mia camera non mi facesse vedere altro che un muro nero di fronte a me, l'unica cosa che splendeva nel mio sguardo era il viso di Drake che guardava verso la mia direzione con quell'espressione spaventata e sconvolta di chi nasconde un segreto tanto grande da esserne divorato un giorno.
E forse quel giorno era arrivato.


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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 11 settembre

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now