Capitolo 20

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Drake mi guardava con uno di quegli sguardi che odiavo sentirmi addosso, quello di chi non si cura delle proprie azioni ma solo delle conseguenze, come se non avesse importanza che qualcuno possa rimanerci male a causa tua o delle tue parole, intanto lo sai che saprai farti perdonare.
Con una mano ancora appoggiata al viso a massaggiarsi il punto colpito dal pugno di Aaron, l'oceano che invadeva lo sguardo di Drake stava riprendendo a farsi più calmo, mentre lo vedevo lottare per non far scendere quelle lacrime che forse gli avrebbe fatto bene versare.
« Non volevo » sussurrò il ragazzo appoggiandosi al muro esterno di casa.
« Non volevi fare il coglione? » Lo corresse Aaron scuotendo la mano rimasta anche lei ferita da quel colpo inflitto al suo amico.
« Portami da Hope » aggiunsi io, incurante di ciò che si stavano dicendo quei due, troppo preoccupata per la mia amica per avere il tempo di occuparmi anche di loro.
Aaron e Drake si guardarono per qualche secondo prima di riposare lo sguardo su di me, quasi a decidere tra di loro se fosse stato più giusto seguire la mia richiesta o risolvere prima quel problema sorto all'ultimo.
« Non lo ripeterò ancora, » ripresi a parlare notando quel silenzio tra di noi come se non avessi mai aperto bocca, « non mi interessa niente dei problemi che avete tra di voi. Sono qui per Hope ed ora voglio andare da lei. Se quando non ci sarò volete litigare o prendervi a pugni come due animali selvaggi, siete liberi di fare quello che volete! » Conclusi senza lasciare spazio ad alcuna risposta, vedendoli abbassare lo sguardo a terra e rimanere in silenzio.
Forse le mie paure erano diventare realtà, forse anche io mi ero trasformata in quel tipo di persona che non vuole ferire eppure ci riesce senza troppi problemi.
« Seguimi » sussurrò Drake mentre mi faceva strada dentro casa, avendo avuto conferma che i medici avevano lasciato la camera di Hope per parlare in tranquillità con Daisy, l'infermiera personale della ragazza incaricata di sorvegliarla ed accudirla in quella casa.
« Mi dispiace » disse Drake una volta arrivati di fronte alla stanza della sorella, quasi con la speranza che quelle parole potessero farmi fermare qualche secondo in più prima di sparire dentro a quella camera, come se potessero convincermi a rimanere a parlare con lui per sentire anche il resto delle cose che aveva da dirmi.
« Come sempre » risposi, continuando a tenere i pensieri in silenzio, e chiudendo la porta della stanza di Hope alle mie spalle, per poi appoggiarmi per qualche secondo su quel pezzo di legno a riprendere fiato. 
Sbuffai rumorosamente chiudendo gli occhi per qualche istante, come se in quel modo potessi ricaricarmi, ma ecco che la mia voce preferita riempì quella stanza avvolta dall'odore di disinfettante.
« Ciao » mi salutò Hope facendomi voltare verso il letto e ritrovandola sveglia seduta tra quelle lenzuola, con il suo solito sorriso che avrebbe potuto illuminare la stanza intera.
Non le risposi neanche, mi limitai a correre verso di lei per poi stringerla nel mio abbraccio più sincero che avessi mai dato a qualcuno, terrorizzata alla sola idea che potesse succederle qualcosa di tanto brutto da portarla via da me.
« Come stai? » Le domandai distendendomi al suo fianco per poterla tenere stretta a me, quasi per paura che potesse scappare ancora una volta lontana. 
« Ho solo perso i sensi per qualche minuto. Immagino che Drake ti abbia spaventata, esagera sempre quando si parla di me » provò a giustificare il fratello ai miei occhi, quasi scusandosi da parte sua per avermi fatta correre con tanta velocità, come se sarebbe mai esistito qualcuno davvero in grado di rallentarmi quando si trattava di lei. « Dovresti vederlo, » riprese a parlare vedendomi immersa nelle sue parole senza alcuna intenzione di interromperla. « Quando provo ad addormentarmi rimane per delle ore a fissarmi appoggiato alla porta della camera, come se non me ne rendessi conto » concluse sorridendo ancora, un po' in imbarazzo per quei gesti a detta sua "soffocanti" del fratello.
« Sei tutto ciò che ha » le dissi, sentendo il mio cuore tremare un po'.
« Io e te siamo tutto ciò che ha » mi corresse lei.
« Non dirlo neanche per scherzo » le risposi appoggiando la testa sulla sua spalla per non fargli leggere più quei miei occhi traditori. 
« Ne parli come se fossi davvero convinta di aver chiuso con lui » Provò a ribattere Hope divertita, che oltre a scrutare i miei occhi sembrava aver imparato anche a leggermi nella mente.
« Perché non posso chiudere con lui? Perché lo rendo migliore? Perché voglio bene a te? O forse perché in fondo lui è una bella persona!? »
« Beh, vedo che i motivi non ti mancano » rispose Hope cercando di strapparmi un sorriso, e riuscendoci nonostante i miei inutili sforzi di trattenermi. « Non puoi chiudere con lui perché lo ami » aggiunse subito dopo, con quella voce rauca e stanca di chi avrebbe voluto abbandonare quel momento solo per un po'.
« A volte neanche l'amore basta » sospirai.
« L'amore basta sempre. Basta a renderci felici, a darci la forza per superare i momenti peggiori, basta per perdonare e per renderci migliori. Siamo noi a decidere di non farlo bastare. » 
Nel sentire quelle parole mi alzai dal suo letto per poterla mettere più comoda distesa sul cuscino che presto avrebbe sorretto quei sogni che speravo le avrebbero potuto dare un po' di serenità. Nell'afferrare un'altra coperta appoggiata sulla poltrona accanto a letto, guardai fuori dalla finestra notando Drake ed Aaron che parlava come i vecchi tempi, salutandosi con una stretta di mano ed un colpo sulla spalla prima di dividersi ancora. Forse era vero che l'amore bastava. Anche loro si amavano seppur in modo un po' diverso: si erano ingannati e forse anche un po' odiati, eppure nei momenti come quello, riuscivano ancora a salutarsi con un sorriso.
« Dove la tieni tutta questa saggezza? » Le domandai concentrandomi nuovamente su di lei appoggiandole la coperta sopra al suo magro corpo che profumava di malattia e speranza.
« Sotto al materasso insieme ai contanti. Ma non lo dire a nessuno » rispose riuscendo a farmi ridere di nuovo.
Era incredibile come riuscisse a tirarmi sempre su di morale nonostante fosse lei quella a pezzi. Era davvero possibile che ci fossero delle persone in grado di cambiare tanto ed altre invece che non cambiavano mai? Nel farmi quella domanda il mio pensiero ricadde nuovamente su Gwen che ormai da giorni era sparita dalla mia vita. Perchè le amicizie mutano in modo tanto improvviso ed inaspettato?
Prima di farmi divorare da altre emozioni, abbracciai forte Hope, cercando di darle quel calore che una persona tanto bella com'era lei meritava. L'abbracciai stretta sedendomi vicino ai suoi piedi per poterla osservare mentre chiudeva gli occhi in modo tanto impercettibile, capendo in quel momento perchè Drake rimanesse per delle ore a sorvegliarla in quei momenti. Quando quel volto pallido e senza luce chiudeva le palpebre, dovevi assicurarti che respirasse ancora non riuscendo a scrutare alcun segno di vita in quei lineamenti sofferenti. Mi resi conto solo in quel momento che un giorno, quella piccola creatura, avrebbe chiuso gli occhi per non riaprirli più. Un giorno, la piccola Hope sarebbe stato tanto stanca ed esausta da abbandonarsi in un sonno che non le avrebbe più dato via di fuga, e guardandola in quel momento tanto intimo e delicato, capii anche quale fosse la vera quotidianità di Drake.
Ancora prima di percepirle sulla pelle, delle lacrime presero a scendere sul mio viso mentre mi concentravo per vedere le coperta muoversi a tempo con il suo respiro. Avevo appena conosciuto quella ragazza, qualcuno di tanto buono da faticare ancora a credere che esistesse per davvero. L'avevo appena conosciuta eppure le avrei presto detto addio.
Come potevo accettarlo?
Il pianto iniziava a farsi sempre più forte, singhiozzavo e cercavo di trattenere il respiro per non svegliarla.
Perché piangevo così tanto? Lo sapevo che era ammalata, lo sapevo che sarebbe successo, perché mi sentivo solo ora crollare il mondo addosso? Non appena trattenni l'ennesimo singhiozzo che lottava per uscire rumoroso da me, la porta della stanza si aprì alle mie spalle, facendomi voltare di scatto e notando Drake che sembrava aver sentito quel dolore rumoroso provenire da quella camera.
Drake mi guardò con una luce diversa nei suoi occhi come quella di chi condivide e capisce fin troppo bene quello che stai provando, e facendomi segno di uscire da quella stanza tenne la porta aperta aspettandomi. Senza lasciar passare un secondo di troppo, mi alzai e camminai veloce verso l'uscita, e non appena mi ritrovai di fronte a lui portai le mie braccia attorno al suo collo, nascondendo così la mia testa tra le sue spalle continuando a singhiozzare come una bambina. Drake non disse niente, portò solo le sue braccia attorno a me tenendomi tanto stretta al suo corpo da non riuscire a capire come riuscissi a respirare con tanta facilità.
Non so come faceva, ma nella sua stretta riuscivo sempre a sentirmi al sicuro da tutto quello schifo che avevo attorno.
Più lo stringevo a me, e più sentivo la sua mano tenere la mia nuca vicina al suo viso, dimostrandomi che in qualcosa fossimo davvero perfetti e complementari.
Continuavo a piangere e a singhiozzare, eppure sentivo che non mi sarebbe mai successo nulla. Finché ero avvolta tra le sue braccia, ogni cosa sarebbe andata per il meglio.


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Prossimo capitolo: domani, mercoledì 4 settembre

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La mia bugia con te Vol. 1 [Sei la mia bugia più bella]Where stories live. Discover now