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Un sospiro rassegnato abbandonó le labbra piene del biondino, mentre con uno strattone il telefono finiva sul pavimento chiaro della camera.
Jimin non era mai stato particolarmente calmo, e forse anche per quello tendeva a restare in disparte, ad evitare discussioni o semplici confronti.
Il suo autocontrollo, già di per sé debole, aveva iniziato a vacillare maggiormente con la comparsa di Taehyung, che in un modo o nell'altro riusciva sempre a causargli un sorriso, e talvolta, anche un'erezione.
Lo aveva conosciuto grazie a Chanyeol circa un anno prima, quando un giorno di ottobre il maggiore era andata a casa del suo migliore amico e gli aveva gridato in faccia di aver finalmente conquistato la sua cotta. Dopo due anni di continui rifiuti, probabilmente Baekhyun si era arreso a quel gigante. Erano stati un intero pomeriggio ad organizzare la cena perfetta, a partire da quale ristorante tailandese chiamare, con quale tovaglia apparecchiare, e per finire con il soju economico che avevano intenzione di comprare.
Certamente Jimin amava ascoltare il suo migliore amico parlare del più basso, ma l'idea di doverci passare una serata intera, non lo allettava più di tanto. Trovava Baek molto cortese e disponibile, innegabilmente bello, ed era sicuro che guardarlo ricevere tutte le attenzioni del maggiore, che in quei anni erano state tutte sue, l'avrebbe fatto sentire un vero schifo.
La felice idea di organizzare un'uscita a quattro, venne proprio al neo fidanzato, che dopo mille preghiere era riuscito a convincere Tae ad accompagnarlo a quella cena, anche se non pensava sarebbe stata più di una pizza a casa del maggiore.

Jimin non ci mise molto a posare gli occhi sul ragazzo alto e castano che gli si era piantato di fronte quando era andato ad aprire la porta.
Non si era trattenuto dal fare una smorfia, era arrivato in ritardo di quasi 20 minuti, ma non voleva già etichettarlo senza nemmeno averci prima parlato. E poi doveva essere sincero, quel ragazzo era davvero stupendo e anche senza averci mai parlato, aveva già una vaga idea di chi fosse. Con il senno di poi, avrebbe capito che in realtà di Taehyung non sapeva nulla, che un profilo anonimo su un social non lo rendeva trasparente al mondo.
Il suo profilo su art.com lo aveva affascinato fin dalla prima foto sfocata, risalente a 4 anni prima. Doveva essere un palazzo, o forse il sottopassaggio della metropolitana in centro.
Il castano non avrebbe mai potuto saperlo, ma era stato proprio lui, con quelle sue fotografie notturne, a spingere Jimin nel creare un profilo tutto suo. Certamente i generi erano diversi, ma giorno dopo giorno aveva iniziato a sentire una strana sensazione sul fondo dello stomaco. Si sentiva compreso, sentiva di non esser l'unico a necessitare attenzioni altrui, sentiva quel leggero filo premere sotto la pelle, ed era sicuro che seguendolo, questo lo avrebbe portato dritto dritto fra le spalle ampie del maggiore.
Jimin non si tirava mai indietro dal mostrare il suo corpo, e spesso i suoi post erano stati vittima di segnalazione, materiale pornografico c'era scritto, lui preferiva chiamarlo nudo artistico.

Ritrovarsi dunque difronte ad uno dei suoi maggiori ispiratori, e scoprire che fosse il miglior amico del fidanzato del suo migliore amico, non aveva per niente giovato alla sua già precaria voglia di restare in quella casa.
Nonostante le pessime premesse, quella cena non andó poi così male, i due si erano abbastanza annoiati i primi minuti, anzi la prima ora, nel dover osservare i loro amici mangiarsi la faccia come una coppia di adolescenti in preda agli ormoni, quando ormai entrambi avevano passato la soglia dei venti. Forse per imbarazzo, o mancanza di interesse, nessuno dei due sembrava intenzionato a rivolgere parola all'altro.
Ma non c'era nessuno che potesse davvero mettere un freno a Jimin, così colto il momento giusto, aveva cominciato a lodare le sue foto con poca discrezione. Non aveva ricevuto neppure un 'grazie',  solo un flebile sorriso prima di alzarsi dal grande sofà nero, per poi dirigersi verso l'appendiabiti. Lo aveva seguito con lo sguardo, rabbrividendo appena quando dopo aver salutato gli altri, si era chinato verso il suo viso, solleticandogli l'orecchio con il respiro.
"ci si vede, littlejiminie".
E lì, quella poca sanità mentale rimastagli, era andata a farsi fottere definitivamente.

TAKE IT OFFWhere stories live. Discover now