XX

1.5K 138 8
                                    

Il locale in cui lavorava Jooheon, a detta di Jimin, faceva molto anni '70.
E no, Jimin non aveva idea di quale potesse essere lo stile di un locale anni settanta, ma quando ci aveva messo piede la prima volta, era ciò che gli si era materializzato in mente.
Si era ritrovato ad andarci più volte, soprattutto di sabato, quando aspettava con il maggiore che finisse il proprio turno ed arrivasse il collega, e quando finalmente erano liberi, dopo l'intera serata passata ad aspettarsi, andavano in macchina del maggiore e cominciavano a spogliarsi.
Jimin sapeva di sbagliare nel comportarsi così, Jooheon non era l'unico ragazzo con cui andava a letto, e spesso questo suo atteggiamento aveva richiamato l'attenzione indesiderata di ragazzi e uomini diversi. Immaginava che idea potessero farsi di lui, dall'esterno sembrava stesse lì a ballare solo in attesa di un partner occasionale.
Voleva sfogarsi, voleva esprimere tutte quelle emozioni che sempre gli si dibattevano dentro, lottando l'una contro l'altra per uscire, ma che alla fine creavano solo una grande barriera da cui nemmeno una di esse riusciva a trapelare.
Il sesso era l'unico strumento in grado di fargli sentire il petto meno pesante, forse perché sin dai dodici anni si era mostrato più sviluppato dei suoi coetanei, perché non si era mai fatto problemi a postare foto con solo pantaloncini corti e ben poco adatti ad un ragazzo.
Ma di nuovo, a Jimin non importava.
A Jimin non importava di niente, di nessuno, se ne stava sulle sue e mostrava a tutti quella facciata empatica ed angelica dietro cui nessuno avrebbe potuto capire cosa ci fosse.
Non che fingesse con Chanyeol quando quest'ultimo gli chiedeva se tenesse a lui o meno, ma semplicemente ne avrebbe fatto a meno, di lui e del mondo. Perché per quanto Chanyeol potesse farlo stare bene, non c'era persona a cui tenesse così tanto da mostrargli il vero jimin, quello capace di gestire le proprie emozioni, di spegnerle. Quello cinico, melodrammatico, il jimin che nessuno avrebbe apprezzato all'infuori di se stesso.
Probabilmente era così attratto da Taehyung per via di ciò che gli faceva provare, partendo dalla sua presenza e finendo con le sue foto, quell'arte malcelata che quasi alla pari del dolore, riusciva a smuoverlo.
Taehyung aveva quella capacità strana di sciogliere la fitta barriera di emozioni che gli si creava dentro.
Le foto che Taehyung faceva, gli scaturivano così tante sensazioni, che era costretto ad assimilarle tutte, per poi esprimerle attraverso il ballo, gli scritti e talvolta nelle sue stesse foto.
L'arte che ammirava nelle opere di Taehyung, era l'unica cosa che non poteva tramutare in sesso, perché di quello era sicuro, solo un rapporto con Taehyung lo avrebbe soddisfatto sul serio, portandolo all'apice del piacere con il respiro mozzato e le guance bagnate.
E proprio per quello Jimin aveva deciso, basta pensare a lui, basta provocarlo su art.com, se lo voleva, sarebbe andato a prenderselo, e così avrebbe fatto quella sera.
Aveva indossato i jeans più stretti che conservava nell'armadio, poi aveva messo su una camicetta semi trasparente, in modo che si vedesse il meraviglioso piercing all'ombelico, ed aveva lasciato i capelli scompigliati, consapevole di quanto gli addolcissero il viso. Quando si era guardato allo specchio, aveva subito pensato che Jooheon avrebbe apprezzato il suo aspetto, poi aveva scosso la testa, quella sera la proprietà era Taehyung.

«a che ora hai detto che sarebbe arrivato?»
Chiese con un broncio poco accennato, al suo migliore amico, seduto accanto a Baekyun.
Il privé era sulle tonalità del viola, davvero molto carino, ma stava iniziando ad odiare quei divanetti, dato che i due difronte a lui avevano già cominciato a strusciarsi l'uno sull'altro, ignorando la sua presenza.

«che sarebbero, ci sono anche Yoongi e Jungkook ti ricordo.»
Lo rimproverò baek, dando un altro bacio a stampo al suo ragazzo, totalmente perso ad ammirarlo.
«e dovrebbero arrivare a momenti, Yoongi mi ha scritto d'esser per strada circa cinque minuti fa.»

Naturalmente a Jimin non poteva importare di meno, infondo voleva sì conoscere questo Yoongi hyung che avrebbe dovuto insegnare a Tae come suonare il piano, ma non poteva prestare attenzione a lui se sotto gli occhi gli si presentava un'opera d'arte come Kim Taehyung.
E fu proprio per quello che smise di pensare ai suoi due migliori amici, perché quel dio etereo era appena parso nella sua visuale.
No, non era sicuro di poter respirare la sua stessa aria.

«buonasera! Io sono Jungkook!»
E già Jimin non lo sopportava, troppo solare, estroverso ed euforico.
Nonostante l'espressione poco amichevole sul viso però, il corvino si era subito avvicinato a lui per salutarlo con un bacio sulla guancia.

«Jungkook è un fiume in piena, scusatelo.»
Si intromise il ragazzo dai capelli grigi, lui doveva essere Yoongi. Non credeva fosse possibile, eppure la bellezza del maggiore era riuscita a destare la sua attenzione da Taehyung, che dopo aver salutato Baek con una pacca sulla spalla, si era seduto accanto a Yoongi.
Jungkook invece pareva voler stringere amicizia con lui, erano arrivati da un paio di minuti e già il corvino lo aveva tempestato di domande, non lasciandogli captare nulla della conversazione avviata dagli altri quattro.

«No, non ha fatto molto male. Solo un lieve bruciore.»
Alzò le spalle Jimin, indicando attraverso il tessuto semitrasparente, il piercing all'ombelico.

«Ti sta benissimo, l'ho visto su art.com!»
Esclamò il minore dei due, accompagnando il complimento con un bel sorriso. Jimin gli piaceva, seguiva sempre i suoi post e non perdeva occasione di chiedere a Taehyung di farglielo conoscere.

«Oh, hai art.com?»
Nonostante le luci viola del privè, l'imbarazzo di jimin era ben visibile sulla sue guance.
Il corvino scosse il capo, indicando subito dopo il suo ragazzo e iniziando a spiegare. Yoongi passava spesso del tempo a casa sua, e mentre era in bagno a fare la doccia, o in cucina a chiacchierare con sua madre, lui ne approfittava per fare un giro sui social.

«Scusami, vado a prendere da bere, magari parliamo dopo?»
Jungkook annuì, guardandolo alzarsi e dirigersi verso il bancone. Probabilmente i suoi occhi non erano gli unici ad essere puntati su quel corpo.

TAKE IT OFFWhere stories live. Discover now