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L'unica cosa a cui Chanyeol riusciva a pensare, era tutta quella situazione a detta sua irreale.
Non era possibile che il suo migliore amico, sempre stato cinico e razionale, decidesse all'improvviso di andare a vivere con la sua cotta, come se non fosse importante pensare anche alle bollette, al cambio di residenza, al cambio quartiere e tutte quelle merdate burocratiche. Non che fosse davvero quello il punto, stava davvero pensando di trasferirsi da un ragazzo di cui non conosceva quasi nulla? Voleva lasciare la loro casa, rinunciare ai sabati in cui passavano ore e ore a prepararsi per qualche uscita? Agli anelli di cipolla fritti comprati dall'altro lato della strada?
E poi c'era lui, il suo migliore amico, c'era l'unico ragazzo che gli era sempre stato accanto e che fra bestemmie e litigi non lo aveva allontanato nemmeno una volta.
Voleva davvero tutto quello?

«mi sembra sia diventato pazzo, non ragiona, l'unica cosa che fa è pensare di voler stare con taehyung.»
Ammise con voce roca, facendo intenerire il suo ragazzo, che poche volte l'aveva visto piangere. Doveva davvero fargli male il modo in cui jimin si stava comportando.

«posso provare a parlare con Taehyung, va bene? Cerco di farlo ragionare, magari facendogli notare che quasi non conosce jimin, mh?»
Accenna un piccolo sorriso, accarezzandogli la guancia scoperta. Sembrava un bambino con il capo sulle sue cosce e le gambe rannicchiate al petto.
E proprio come un Infante, scosse il capo a quel vago tentativo di consolazione.
«Baek ho passato tutta la notte a parlargli, sanno benissimo entrambi a cosa vanno incontro, capisci? È questo il problema.»

La camera rimase silenziosa per qualche minuto, poi il minore sospirò e gli accarezzò la guancia.
«andrà tutto bene e recupereremo jimin, te lo prometto.»
E baek ci credeva davvero, lo avrebbero riportato sulla via della razionalità e gli avrebbero fatto capire che forse stava facendo le cose troppo in fretta, che entrambi non avevano abbastanza complicità per vivere insieme.
Jimin non sapeva nulla di taehyung e Taehyung non sapeva nulla di jimin. O quasi.

Tutte quelle cose il biondo le sapeva già
Era più che cosciente nel sapere che di quel ragazzo avesse solo dei dettagli e dei stracci di ricordi mal posizionati nel tempo.
Solo non pensava fosse importante, infondo lui conosceva taehyung per quanto ci era stato insieme, per come lo aveva visto reagire e agire, per come si era sentito quando le loro dita si erano sfiorate e quando le sue braccia lo avevano stretto al petto.
Jimin sentiva il corpo andare in fiamme al solo pensiero di come fosse stato toccato, di come quel suo hyung lo avesse maltrattato per avere del sesso da lui, incosciente e drogato.
Il basso ventre formicolava se la mente proiettava le immagini ipotetiche di quel amplesso violento, non consenziente.
Jimin ammirava il modo in cui Taehyung si era preso ciò che voleva, ammirava la tenacia, la determinazione, la pazienza con cui per tutto il tempo lo aveva studiato da lontano, seguito, fotografato.
Non era importante ciò che gli altri pensavano delle sue scelte, non gli interessava minimamente se stesse abbandonando tutto solo per stare con quel ragazzo, lui era tutto ciò che aveva segretamente desiderato.

Qualcuno che lo modellasse con cura, come un vaso di creta fra le mani di un attento artigiano.

Qualcuno che lo guardasse per il corpo snello e provocante che aveva lottato per ottenere.

Qualcuno in grado di farlo sentire amato solo con uno sguardo, con un tocco, con un leggero bacio sul collo.

Voleva essere gratificato, premiato, voleva ricevere ciò che da bambino gli era mancato: l'approvazione.

Taehyung faceva questo e molto altro per lui, i pochi momenti passati insieme lo avevano completamente rapito, non riusciva a pensare a nulla che non fosse quel ragazzo, il modo in cui lo aveva accolto in casa, con quanta premura avesse sistemato la tavola per poi cenare a luci basse. Persino la cortezza che aveva avuto nell'aprire la finestra prima di fumare.
Eppure non gli sarebbe importato se la cucina si fosse riempita di fumo e lui avrebbe avuto problemi nel trovare dell'aria pulita da immettere nei polmoni.
A jimin non importava, non gli importava alcuna motivazione che fosse razionale, giusta o normale.
La ragione lo aveva abbandonato, e nonostante Baekhyun fosse fermamente convinto di riuscire a farlo tornare sui suoi passi, il tempo avrebbe confermato che non sarebbe accaduto.

Quando si inizia la scalata verso l'inferno, non si può più tornare indietro, e prima o poi toccherai il fondo. Ed è lì che qualcuno ti concede l'ultima possibilità: continui a galleggiare nel liquido amniotico del diavolo, o salti verso l'alto alla ricerca del tanto agoniato respiro?

TAKE IT OFFWhere stories live. Discover now