Portami via da qui

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NICCOLÒ

Sto cercando la sala d'attesa da dieci minuti: questo ospedale è enorme.
Finalmente la vedo: sta seduta con le gambe rannicchiate al petto e la testa appoggiata sulle ginocchia. Tra le mani stringe un fazzolettino di carta.
Mi siedo accanto a lei e le poso una mano sulla spalla. Lei alza la testa e mi guarda confusa
"E tu che ci fai qui?" Mi chiede con gli occhi gonfi per il pianto
"Non voglio lasciarti sola adesso" le spiego
Scoppia a piangere e poggia la sua testa sulla mia spalla e sussurra un "grazie Nì" mentre io le ravvio una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Dopo circa una mezz'ora passata così escono i medici che hanno operato la sorella di Giulia.
Lei si alza di scatto insieme ai genitori. Ciò che da seduto riesco a sentire mi basta per capire il tutto: "mi dispiace, abbiamo fatto tutto il possibile ma le lesioni di vostra figlia erano troppo gravi".
Una semplice frase che può far crollare tutto.
La mamma di Giulia scappa via correndo, il marito la segue per tranquillizzarla... per quanto possibile. Giulia si accascia per terra. Tutti gli altri parenti sono immobili.
Non so che fare, non so come comportarmi.
Decido di alzarmi e avvicinarmi a lei.
La tiro su in piedi e la stringo forte a me. Scoppia a piangere, non ha le forze neanche per tenersi in piedi...
"Portami via da qui, ti prego" mi supplica
"Si certo, andiamo" le rispondo
Iniziamo a camminare fino alla mia macchina.
"Ti porto da Martina? O da Chiara? O magari preferisci fare un giro?" Le chiedo dolcemente
"No...no preferisco andare in hotel, ho bisogno di stare da sola" mi dice
"Da sola non ti ci lascio..
Facciamo una cosa, vieni a casa mia, ti va? Tanto ormai è tardi, ti riposi qualche ora e poi domani a pranzo ti faccio assaggiare la mia eccezionale carbonara" le dico e lei accenna un sorriso
"Ti prego...dimmi di sì perché mi sentirei una merda a lasciarti da sola in hotel in un momento come questo..."
Le domando e lei sussura un "va bene"
Arriviamo a casa e appena apro la porta Spugna le salta addosso.
"Spugna stai giù" sussuro al mio cagnolone spostandolo da lei
"Ascolta.." le dico racchiudendo il suo volto tra le mie mani dato che quando l'avevo fatto alla festa sembrava che si fosse calmata un po';
"ti preparo un bagno caldo così ti rilassi un pochino, ti cambio le lenzuola e dormi nel mio letto. Io starò sul divano" lei annuisce

GIULIA
Niccolò ha anche acceso l'idromassaggio...mi sto rilassando e sento pian piano la tensione e la rabbia scendere.
Ancora non mi capacito che la mia sorellona non ci sia più... eravamo e rimarremo una cosa unica, per sempre.
Le lacrime iniziano a scendere e stavolta non cerco di soffocarle, ma le lascio scendere per sfogarmi in qualche modo..
Dopo circa 20 minuti esco dalla vasca, mi asciugo i capelli e indosso un pantaloncino che avevo in borsa e una maglietta di Niccolò della Kappa - che aveva gentilmente lasciato fuori dalla porta dopo che gli avevo detto di non avere una maglietta per dormire - che mi arriva a metà coscia, nascondendo i pantaloncini e facendo sembrare che indossi solo questa.
Esco dal bagno e vado verso Niccolò che è intento a scaldare una tazza di the.
Non si è accorto della mia presenza, così lo osservo un po'..
Si è fatto una doccia, i suoi capelli sono scompigliati e bagnati; indossa un completino di tuta della Nike e mi chiedo come faccia ad essere così carino anche con una semplice tuta...
Decido di andare verso lui e lo abbraccio da dietro, lui si gira e mi abbraccia: lo stringo forte per fargli capire quanto io gli sia grata per tutto ciò che sta facendo in questo momento.
Mi allontano dalla sua presa e lo guardo negli occhi dicendo "grazie di tutto Niccolò...domani dobbiamo parlare" lui mi asciuga con il pollice sotto gli occhi che stavano per far uscire altre lacrime.
"Non preoccuparti...io sto qua a casa, non me ne vado, quando vuoi parliamo. Buonanotte" mi dice
"Notte Nic" rispondo e me ne vado in camera di Niccolò per cercare di riposare un po'.
Questa giornata non finisce più...
Prendo il telefono e controllo messaggi e chiamate, sono tantissimi ma decido di rispondere solo a papà per tranquillizzare i miei e per dire loro che per stanotte non sto a casa. Spengo il telefono e cerco di dormire: mi giro e mi rigiro per ore nel letto fino a quando non cado in un sonno profondo

Ehi! Lo so che questo capitolo è triste, ma vi assicuro che i prossimi saranno meglio😏
Che ne pensate? Vi sta piacendo la storia? Fatemi sapere nei commenti

Favole..al guinzaglioTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon