Capitolo 22⚓️

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Il tragitto in auto non fu per niente facile. Cercavo in tutti i modi di controllare le lacrime, mentre Harry continuava a scusarsi.

Non riuscii a tenere la situazione sotto controllo, forse perché avevo paura di una sua ricaduta, sapendo già quello che aveva passato.

Stella era stata precisa nel descrivermi ciò che era accaduto a suo fratello. Non potevo fargli capire che già ero a conoscenza del suo malessere, ma trattenere le lacrime era impossibile.

-Potrai mai perdonarmi?-mi chiese lui, quasi supplicandomi

-Harry, per favore. Io non ce l'ho con te, ho solo paura che tu possa stare male...

Arrivati davanti l'albergo non eravamo soli. Karl scese per primo facendoci strada verso l'entrata.

Le urla erano fastidiose per me in quel momento, non volevo minimamente immaginare in che situazione dovesse trovarsi la sua mente.

Il tragitto per arrivare alla porta d'ingresso fu interminabile.

Appena fummo dentro iniziai a calmarmi.

Salimmo con l'ascensore i piani che ci avrebbero portato in camera. Appena arrivati di fronte alla porta Karl ci disse -Se avete bisogno di qualcosa sono nella stanza accanto! Non uscite dall'albergo senza chiamarmi-

-Grazie Karl, se dovessimo uscire ti avvertiamo! -gli dissi io gentilmente.

Non appena fummo soli, l'atmosfera si fece strana.

Lui si era allontanato da me, non come poco prima che mi teneva la mano senza mai lasciarla.

-Ho voglia di bere qualcosa, te no?-mi fece mentre si avvicinava al bar della sala.

Scattai in piedi, avevo i nervi a mille, ma cercai di mantenere la calma.

-Non credo proprio che tu debba bere. Ti sei appena ripreso!-gli dissi io quasi urlando

-E va bene, cosa devi dirmi Kate?-mi disse lui in tono scocciato, quasi non lo riconoscevo

-Te dovevi dirmi qualcosa, se non sbaglio...

Si sedette accanto a me sul divano. Sospirò, prima di iniziare a raccontare.

Era agitato, non riusciva a tenere le gambe lontane da un tremolio compulsiva

-Lo scorso anno, mi sono lasciato andare. Credevo di sapermi controllare, ma così non è stato. Avevo iniziato a frequentare le persone sbagliate, bevevo e facevo festa tutte le sere, ogni momento che avessi libero. Persi il controllo della mia vita, da un momento all'altro. Ero diventato schiavo dell'alcol. Tutte le persone che cercavano di aiutarmi, le allontanavo. Molte volte Liam ha cercato di mettermi davanti all'evidenza, davanti a ciò che ero diventato. Io non gli diedi retta, e continuai...-mentre mi raccontava quello che aveva passato, non riusciva a guardarmi negli occhi, forse per la vergogna di quel momento buio

-..fino a quando una sera, mi sentii davvero male. Eravamo andati ad un concerto di Ed, io e Niall. Esagerammo col bere, io forse di più. Mi sentii male, tanto che dovettero portarmi in ospedale.-lasciai che finisse di parlare prima di intervenire.

In realtà non avevo idea di cosa dirgli -Voglio aiutarti...io sono qui con te.-mi limitai a dirgli.

Lui mi accarezzò il viso con la mano -Io sono un pericolo per quelli che mi sono intorno. Ho paura di ferirti senza volerlo.-mi disse lui mettendosi le mani tra i capelli.

Poi continuò la sua storia -Alla fine sono stato in un centro di riabilitazione, per l'intero mese di pausa durante le vacanze natalizie. Mia madre e mia sorella erano preoccupate, così accettai di andarci. Credevo che le cose stessero andando bene, sopratutto dopo averti conosciuta. Ma ho sbagliato ancora...se vuoi andartene posso capirlo, chi sceglierebbe un mostro simile?-scoppiò in lacrime

Anchor⚓️ 1 //with Harry Styles Where stories live. Discover now