Capitolo 32⚓️

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In clinica ci spiegarono tutto.
Come funzionava il percorso di disintossicazione per Harry, in cosa consisteva e come potevamo aiutarlo. Il tempo necessario per la sua completa guarigione non era stato stabilito, tutto dipendeva da come avrebbe reagito con il passare dei giorni.
Mentre la dottoressa ci spiegava la situazione, Harry era accanto a sua madre, mentre si mangiava ansiosamente le unghie.
Jenna e Stella erano super concentrate su tutte le singole parole che uscivano dalla bocca del medico. Io invece, non riuscivo a smettere di osservare Harry, preoccupata per quello che avrebbe iniziato a passare nelle prossime ore.
Le visite erano concesse solo una volta a settimana per poche ore. Harry doveva essere estraniato da tutto ciò che poteva disturbarlo, rispetto al concentrarsi sulla sua guarigione.

Accompagnammo Harry nella sua nuova stanza. Scelse di non avere un compagno di camera, voleva rimanere solo.
Parlando con lui il giorno prima, mi disse che non avrebbe mai voluto condividere la sua astinenza in presenza di qualcun altro, magari lo avrebbe potuto uccidere dalla rabbia.
Ripensando al tono di voce con cui lo disse, scherzando, mi spuntò un sorriso che subito nascosi.
-Kate, puoi andare a salutarlo. Noi ti aspettiamo in auto!-così mi disse Jenna uscendo dalla sua camera, nel frattempo io ero rimasta fuori nel corridoio, aspettando che lo salutassero.

Harry era in piedi di fronte alla finestra e stava osservando qualcosa oltre il vetro.
-Sei venuta a dirmi addio?-disse lui senza voltarsi
-Sono qui per dirti che ci vedremo presto. Ho saputo che potrò chiamarti una volta al giorno..e che anche tu puoi farlo! Sono sicura che ci metterai il massimo dell'impegno, in poco tempo sarà tutto finito.-cercando di tranquillizzarlo non mi accorsi che stava piangendo. Harry non era mai stato così vulnerabile, non di fronte a me in quel modo.
Ora riuscivo a capire come era in realtà, cosa significava per lui stare male.
L'astinenza da alcol e droga si sarebbe fatta sentire presto, il modo in cui poteva reagire era sconosciuto. Ricordai le parole che aveva usato Stella quel giorno, tutto si stava ripetendo ancora.
-Mi mancherai più di qualsiasi altra cosa, Kate. Io ti amo, se ce la metterò tutta sarà solo per te.-venne verso di me ancora con gli occhi lucidi e mi abbracciò
-Anche io ti amo. Tua madre e tua sorella vogliono vederti sereno e in salute Harry... Devi farlo per loro, ma sopratutto per te stesso. Noi ti saremo accanto!-gli dissi io accarezzandogli i capelli
-Quando uscirò da qui, sarà tutto diverso.-
Lo baciai dolcemente, pensando a chissà quando lo avrei rivisto. Stavo già contando i secondi.

Dopo averlo salutato, mi allontanai velocemente dalla sua stanza. Stavo lasciando, di nuovo, un pezzo di me. Sapevo che non sarebbe stato per sempre, ma emozioni come quelle sono difficili da razionalizzare.

Mentre Harry era in riabilitazione, gli altri ragazzi stavano portando avanti il lavoro, esclusi i concerti.
Ormai era chiaro del perché Harry fosse via dalla scena. Più volte venne chiesto nelle varie interviste dove fosse, ma la risposta era chiara. Tutti i giorni prima di quel momento, i social network erano pieni di foto in cui Harry era completamente fuori di se.
Non c'era neanche più motivo ormai di chiedere dove fosse finito.
La situazione non era facile soprattutto per i familiari di Harry, che venivano assillati dai paparazzi riguardo questa vicenda. Non lasciavano scampo neanche a me, tanto che Karl era sempre a un passo dietro di me.

Io era chiaro che non potevo più permettermi di rimanere a Los Angeles, senza un lavoro.
Harry aveva insistito per pagarmi l'affitto di un appartamento, ma dovevo sdebitarmi.
Non volevo più starmene con le mani in mano.
Come se niente fosse , ricevetti una chiamata da Dylan qualche giorno dopo la partenza di Harry.
"Kate, come stai? Ho saputo di Harry!" disse lui gentilmente preoccupato
"Già, speriamo che le cose si risolvano. Io sto abbastanza bene, se non fosse che sono disperatamente a corto di denaro!" gli dissi io scherzando
"Questo non è un problema, ho la soluzione che fa per te. Che ne dici se ci vediamo per cena? Così ne parliamo meglio..." Dylan aveva la soluzione che mi occorreva, la fortuna sembrava essere dalla mia parte. Poi ripensai ad Harry e quel mio attimo di felicità, mi sembrò un vero peccato
"Mi dirai meglio a cena, d'accordo! Ci vediamo più tardi." .
Era chiaro che in qualche modo le cose sarebbero andate. Harry non c'era e io dovevo badare a me stessa senza di lui, in una città che non era casa mia.

Mia madre continuavo a sentirla quotidianamente. Sapeva tutto ciò che stavo vivendo, come lei raccontava a me ciò che stava accadendo a casa in mia assenza.
Erano passati sei mesi dalla morte di mio padre e mamma sembrava quasi essersene dimenticata. Quando mi disse che stava frequentando un uomo, ma che era solo un "amico", mi venne una rabbia tale che avrei distrutto ogni cosa. Da quel momento, iniziai sempre di più a provare delusione nei suoi confronti. Non mi sarei mai aspettata un comportamento simile da parte sua. Non gli dissi niente a tal proposito di ciò che pensavo. Forse per lei era un modo per evadere e non pensare alla tristezza che aveva provato, io invece vedevo tutto sbagliato.

Anchor⚓️ 1 //with Harry Styles Where stories live. Discover now