La cugina di Louis Tomlinson

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La mattinata in studio ci aveva distrutto, così tornammo a casa e ci riposammo un po', ci svegliammo dopo poco e iniziammo a preparaci. Menomale che avevamo due bagni in quella casa, altrimenti sarebbe stata una lotta.
Mi lavai e mi vestii, ci misi molto poco, alla fine si era un bel locale, ma niente appuntamenti o cose simili; infatti indossa un maglioncino bianco con delle sottili righe nere, un jeans nero e delle Louboutin "Ron Ron" bordeaux, erano un regalo di Alex, amavo quelle scarpe.
Ginny invece ci mise le ore, si cambiò forse una dozzina di volte, poi finalmente si decise.
Un tubino blu notte abbinato a dei tacchi nude e una pochette dello stesso colore, era bellissima.
Lei usci presto, Niall la passò a prendere alle 19.30, io invece mangiai un' insalata al volo e chiamai un taxi per le 20.50.
Tutto tranquillo. Si, a parte il traffico. A Londra c'era traffico ad ogni ora del giorno e della notte. Arrivai in ritardo, intorno alle 21.20.
Louis era lì fuori ad aspettarmi con una sigaretta in mano, così scesi dal taxi e gli corsi in contro. Lui mi abbracciò.
Mi accesi anch'io una sigaretta e mi scusai.
"Tranquilla lo so, qui il traffico è impressionante. È tutta questione di abitudine vedrai." Mi spiegò. Io sorrisi.
"Vieni, entriamo." Continuò. Lo seguii, entrammo e ci sedemmo ad un tavolo.
Non passarono neanche due minuti che la gente cominciò a notarci, dopo poco arrivarono anche i paparazzi.
Lui non ci fece neanche caso, ormai ci aveva fatto l'abitudine.
"Cosa dici ordiniamo?" Mi chiese tranquillo. Io accettai.
Non fece neanche in tempo ad alzare la mano che una delle cameriere si lanciò al nostro tavolo.
"Per me un moscow mule." Disse alla ragazza che pendeva dalle sue labbra.
"Per te cugina?" Mi chiese con un ghigno. Io cercai di trattenere le risate e risposi tranquilla.
"Un mojito al mirtillo." La ragazza mi fece un cenno di approvazione e se ne andò.
"Allora? Cosa vuoi sapere?" Mi chiese.
"Non pretendo di sapere niente Louis, puoi dirmi quello che hai voglia di dire. Nessuna pressione." Spiegai.
Lui mi sorrise.
"Beh iniziamo dal fatto che con Eleonor non va molto bene ecco." Disse prima che arrivasse la cameriera con i drink.
Appena la vide si zittì di colpo e pagò.
Appena andò via andammo avanti.
"Come mai?" Chiesi curiosa.
"Beh diciamo che non è proprio il mio genere." Disse guadando dentro il suo bicchiere.
"Louis state insieme da anni, com'è possibile che te ne sei accorto solo ora?"
Lui alzò le spalle con uno sguardo triste.
"Lou sei sicuro che non c'è altro?" Domandai accarezzandogli il braccio.
Lui alzò lo sguardo, fissandomi con i suoi occhi di un azzurro spettacolare.
"Si beh altro c'è, hai ragione. Non l'ho capito solo in questi giorni, no direi proprio di no."
"Se vuoi saperla tutta nel mio album non c'è neanche mezza canzone dedicata a lei." Continuò prima di bere velocemente un gran sorso del cocktail che aveva ordinato.
Io lo guardai attentamente, quel ragazzo era triste, tanto triste. Non chiesi niente, volevo che mi parlasse lui liberamente, così mi mangiai uno dei mirtilli che erano nel mio bicchiere e andai avanti ad osservarlo.
Poi nel locale cambiarono canzone, la riconoscemmo entrambi. Era "Two Ghosts" di Harry.
"Ecco proprio la canzone giusta!" Sbottò prima di finire il drink appena arrivato. Io rimasi scioccata.
Ne ordinò subito un altro.
"Sicuro Louis? Qui è pieno di telecamere." Gli chiesi preoccupata. Lui annuì semplicemente.
Poi abbassò leggermente il colletto della polo che indossava e mi mostrò un tatuaggio.
Un mezzo cuore spezzato. Sgranai gli occhi.

Non può mica essere vero?
Da piccola ho sempre sperato nei Larry ma dopo anni ci avevo quasi perso le speranze.
Avevo capito che ormai c'era qualcosa tra i due..
era praticamente ovvio! Ma non pensavo così.

"Hai capito vero?" Mi chiese abbassando di nuovo lo sguardo dopo aver pagato il secondo drink. Io annuii.
"Da quanto va avanti sta storia Louis?" Gli chiesi.
"È proprio questo il problema Emily. Non è mai andata avanti." Bevve ancora e continuò.
"C'è stata una mezza cosa ad XFactor e nei mesi successivi, ma poi insistevano sul fatto che ci saremmo dovuti lasciare, così, per paura, gli spezzai il cuore."
"In che senso scusa? Perché?" Non capivo, non potevo crederci.
"Si, la Modest, il nostro management, diceva che per la nostra carriera non avrebbe fatto assolutamente bene, anzi, ci avrebbe rovinato facendo diminuire notevolmente gli spettatori. Così dopo mesi di flirt vari e un'amicizia incredibile gli dissi di che non sarebbe mai potuto essere il mio fidanzato, che era stato tutto un grande errore."
"Stai scherzando spero." Urlai. Lui non rispose e io lo presi per un no.
"Perché non gliel'hai detto dopo che la band si è divisa?"
"Avevo paura. Paura Emily. Gli ho spezzato il cuore, non sarebbe mai tornato da me.
Se poi i fan la prendevano male?" Chiese con gli occhi lucidi.
"Non capisco se sei stupido di natura o lo fai apposta." Risposi. Poi notai che aveva già finito il secondo moscow mule.
"Lou basta bere." Gli dissi severa, ma non mi ascoltò e ne ordinò un altro.
"Louis le fan non aspettano altro da 10 cazzo di anni, lo sanno dal vostro primo incontro che siete nati per stare insieme." Gli spiegai.
Arrivò il terzo bicchiere.
"Non hai mai visto come ti guarda?" Chiesi ancora. Lui non rispose, ma fece cenno di no con la testa e si rifugiò di nuovo nel suo drink.
"Non vuol dire niente." Rispose con una voce più bassa del solito e biascicando un po'.
I paparazzi stavano iniziando a fare sempre più foto e il ragazzo, ormai ubriaco, di fronte a me non voleva comunque smettere di bere, andare avanti a parlare sarebbe stato inutile, così presi una decisione.
Misi la mano in una delle tasche della sua giacca di jeans, presi le sue chiavi della macchina e mi diressi verso il bancone.
"Il proprietario?" Chiesi velocemente. Un ragazzo mi si avvicinò.
"Quanto vuoi per farci uscire dal retro senza farci vedere?" Tirai fuori il portafoglio.
Avrei fatto qualsiasi cosa per non farlo andare nei casini. Contrattai con il barista gli diedi i soldi e tornai da Louis.
"Forza Lou, torniamo a casa." Dissi tirandolo per un braccio. Lui si alzò e mi segui barcollando leggermente.
Il responsabile ci portò fuori, era buio quindi nessuno avrebbe potuto vederci. In pochi minuti arrivammo alla macchina di Louis, lo lanciai sul posto del passeggero e salii dall'altro lato; lui non avrebbe mai potuto guidare conciato così.
Iniziai a guidare, avevo deciso che quella notte avrebbe dormito da me, nella camera degli ospiti.
Louis iniziò a piangere, ma non normalmente, a singhiozzi, letteralmente.
La scena era abbastanza comica, ma mi trattenni, ero anche un po' preoccupata.
"Louis calmati! Basta piangere." Cercai di calmarlo. Non funzionò.
"Io ti amo Harry." Disse tra un verso e l'altro. Rimasi paralizzata. Non avevo idea di cosa dire, così rimasi in silenzio.
Fortunatamente il ritorno durò poco, misi la macchina nei box, in modo tale da non farla vedere.
Lo portai in casa e lo buttai a letto così com'era, lo salutai e chiusi la porta.
Ginny non era ancora arrivata ma erano già le 2.30, ero distrutta dalla serata, così andai a letto lo stesso.

Il giorno dopo mi svegliai comunque presto, la notte dormii poco continuavo a pensare alle parole di Louis della sera prima.
Mi alzai dal letto, indossai una felpa, raccolsi i capelli in una cipolla scompigliata e andai in cucina.
Presi un tazza, preparai il caffè e iniziai a versarmelo quando la porta di un bagno si aprì.
"Oddio che ci fai qui?" Urlai facendo volare caffè ovunque. Dal bagno non uscì mia sorella, come mi aspettavo, ma Niall.
Niall urlò terrorizzato. Notai che indossava il mio asciugamano, mi venne da ridere ma mi trattenni.
"Quello è il mio asciugamano Niall." Spiegai.
Lui arrossì un po' e cercò di iniziare a parlare, ma lo fermai.
"No, tranquillo! Non voglio sapere niente." Gli dissi sorridendo.
Poi si aprii un'altra porta.

Ah perfetto, ci mancava anche questa

Pensai. Louis uscì dalla stanza degli ospiti. Aveva i capelli tutti disordinati, due occhiaie che gli arrivavano fino agli zigomi e si sorreggeva la testa con una mano.
"La finite di urlare?" Chiese dopo aver sbadigliato.
"E tu cosa ci fai qui?" Gli domandò il biondo. Louis alzò le spalle, aveva appena aperto gli occhi dopo una nottata da incubo e non sapeva neanche dove si trovava.
"Va beh io è meglio che vada.." Mi disse Niall entrando in camera di mia sorella.
Louis si avvicinò al bancone della cucina.
"Come va?" Chiesi avvicinandogli una tazza piena di caffè. Ci si buttò dentro e poi rispose.
"Un po' rincoglionito e molto confuso." Io gli sorrisi e gli riempii nuovamente la tazza di caffè.

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