In giro per l'Europa

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Dopo Parigi partimmo e facemmo concerti per tutta l'Europa.
In Spagna, dove provammo la sangria, in Germania, dove andai con Niall a visitare lo stadio del Bayern Monaco, in Belgio, in Austria e in fine in Olanda.

Arrivammo ad Amsterdam che ormai era già fine maggio, eravamo in viaggio da già quasi 2 mesi, il tempo era volato.
Ormai, dopo tutti i vari concerti tutto lo staff aveva capito e accettato, chi più e chi meno, la mia storia con Harry tanto da prenotarci ormai solo una camera matrimoniale, in cui stavamo insieme. 
"Quanti giorni abbiamo liberi?" Chiesi.
"Ehm, due mi sembra." Rispose Niall che stava scendendo dal pullman.
"Si, abbiamo i due concerti; uno sta sera e uno domani e poi abbiamo due giorni, facciamo uno e mezzo..."
Mi spiegò esattamente Zayn. Io annuii.
"Poi finalmente si torna a casa." Dissero Emily e Ginny sorridendo.
Avevano ragione, la tappa successiva sarebbe stata l'Italia.
"Ci vediamo di nuovo qui tra 15 minuti."  Liam era diventato quello più responsabile, sempre e solo fuori dal palco ovviamente, perché poi una volta che prendeva un microfono in mano tornava in ragazzino di 16 anni di XFactor.
Salimmo in camera e lasciammo giù i bagagli. La finestra della stanza dava sul canale della città.
"Che spettacolo eh?" Mi disse Harry che si era avvicinato a me.
"Bellissima, ma ho visto di meglio." Risposi con un ghigno malizioso.
Sorrise e mi appoggiò al muro lì affianco, mi mise le mani dietro al sedere e mi baciò.
Bussarono.
"Muoviamoci." Era Liam.
"Ufff, arriviamo."
Uscimmo dalla stanza e andammo nella hall.

Provammo per un po' tutte le canzoni della scaletta, ormai non avevamo più dubbi, tutte andavano alla grande.
Scegliemmo anche di aggiungere un pezzetto di "Stan by me" a cappella, la provammo per divertimento durante la giornata e colpì tutti, soprattutto le ragazze.
Ormai le due sorelle erano diventate i nostri due angeli custodi, si occupavano di noi in ogni occasione, ci davano una mano in tutto e per qualsiasi consiglio erano sempre lì a dirci la loro, infatti la canzone la scelsero soprattutto loro.

I due concerti andarono alla grande, come al solito del resto.
Il pubblico si divertì moltissimo e noi ancora di più, particolarmente quando vedemmo che molte fan, che si erano ricordati di una delle nostre prime volte in città, indossavano vestiti e accessori arancione fluorescente, risplendendo così per tutto lo stadio.
Il pubblico olandese era impazzito per Niall, non sappiamo se più per i tratti vichinghi o per la sua stupidaggine, ma il suo concerto andò meglio del solito e quando cantò la sua canzone da solita "Slow hands" la folla urlò come non mai.
Durante "Drag me down" Liam iniziò a farmi una delle solite docce, ma al posto di star lì a bagnare solo lui corsi nel backstage, un cameramen mi seguì facendo vedere a tutti la scena sul mega schermo, Liam fece lo stesso.
Una volta arrivato sul retro bloccai Emily e, non appena Liam capì il mio intento, cominciò a svuotarle almeno un paio di bottigliette addosso. Continuavamo a ridere come matti, fortunatamente anche lei, altrimenti altro che a letto senza cena.
Tornati sul palco il pubblico applaudì ancora più forte, nessuno aveva ancora smesso di ridere.
Fu uno dei concerti più divertenti di sempre.

La mattina dopo il secondo concerto, così come quelle dei giorni liberi passati, andò buttata; tutti dormimmo fino a tardi.
"Che facciamo oggi?" Mi chiese il riccio una volta sveglio.
"Tra un'ora mi vedo con Niall per andare a vedere lo stadio."
Dopo quelle parole abbassò lo sguardo triste.
"Però torno presto, voglio fare un giro in città con il mio fidanzato. Niall già lo sa."
"Scusa con chi?" Chiese sorridendo.
"Si hai capito, con il mio fidanzato Harry Edward Styles."
Lo baciai, andai in bagno mi lavai e vestii per poi salutarlo e uscire dalla stanza.

Tornai un paio d'ore dopo e lo trovai al bar davanti all'hotel con Emily a bere un tè, così mi avvicinai.
"Oi-Oi." Salutai. Presi la mano di Harry e diedi un bacio in fronte a Emily.
"Tutto a posto?" Continuai. Entrambi annuirono sorridendo.
Avevano le facce di due che avevano appena smesso di spettegolare di tutto e tutti, due facce adorabili a dire il vero.
"Posso portarmelo via?" Chiesi a Emily.
"È tutto tuo!"

Così si alzò e mi seguì. Camminammo per ore in giro per la città, mano nella mano, era tutto perfetto, I fiori erano sbocciati, le case erano tutte strane e colorate, c'era un'atmosfera diversa dal solito.
Calò il sole e ci fermammo su un ponticello pieno di vasi e chiacchierammo ancora un po'. Non ne avevo mai abbastanza di lui e della sua voce.
Si avvicinò sempre di più a me e mi girò il viso verso di lui. Mi accarezzò il volto, dolcemente e mi diede un piccolo e tenero bacio.
Mi girai di nuovo a guardare il panorama mozzafiato.
"Ei Lou."
"Si Harold?" Chiesi girandomi verso di lui facendogli una faccia buffa.
Rise rumorosamente e si coprì la bocca con una mano. Appena si calmò mi guardò di nuovo negli occhi.
"Ti amo." Disse tutto d'un fiato.
Mai sentita sensazione più bella. Mai sentite parole più belle. Non ero mai stato così felice.
Gli sorrisi anch'io per poi saltargli al collo per abbracciarlo. Lui mi strinse più forte che mai.
"Anch'io ti amo."
Mi riappoggiò a terra e mi baciò.

Tornammo in albergo, mangiammo tutti insieme e andammo in camera.
Decidemmo di guardarci un film, il suo preferito "Fight club", appena fu finito ci addormentammo abbracciati,
come sempre.
Partimmo di nuovo intorno alle 12, il viaggio fu bello lungo, ma in un modo o in un altro riuscimmo a passare il tempo divertendoci come sempre.
"Contenta?" Chiesi a Emily che stava leggendo un nuovo libro con la sua tazza di caffè.
"Un po' si, è da un po' che io e Ginny non torniamo in Italia e Milano non la vediamo da tanto."
"Dove vivete voi esattamente?" Ci conoscevamo da un po' ormai, ma non ci aveva mai parlato delle sue origini.
"Sul mare, letteralmente, il nostro agriturismo è sulla spiaggia, parecchio lontano da Milano." Spiegò.
"Emily posso chiederti una cosa?"
"Certo, dimmi!"
"Ei ragazzi venite!" Richiamai l'attenzione di tutti.
"Perché durante le due settimane di vacanza non andiamo tutti da Emily? Che dici? Ci sarebbe posto per noi?"
Rimase un po' scioccata, però era felice. Anche durante le vacanze saremmo stati tutti insieme.
"Appena arriviamo a Milano sento casa e troviamo una sistemazione per tutti!" Disse Ginny euforica.

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