TRENTA

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-Abbiamo un problema.- annunciò Harry, con la voce bassa e il respiro sulla mia clavicola. 

-Hmm?- Rabbrividii leggermente alla sensazione della sua bocca sulla mia pelle nuda, pensando che non sarei mai stato in grado di fermare la pelle d'oca che si allargava lungo le mie braccia quando Harry era così vicino a me.

-Le porte si chiudono, ma le pareti non sono esattamente insonorizzate.- Harry rise, le sue guance si tinsero leggermente.

-Gemma mi ha detto di fare silenzio.-

Non potei evitare, una risatina mi è sfuggì dalle labbra.

-Oh!-

-È solo gelosa, credo.-

Anche Harry stava sorridendo, le sue labbra screpolate e luminose da una combinazione avventata di baci e freddo.

Ero confuso. Gelosa di cosa?

-È gelosa di cosa? Di me e di te?-

Harry fece un cenno con la mano verso il muro tra la sua stanza e quella di Gemma.

-È gelosa di me.- sorrise abbastanza da far lampeggiare velocemente una fossetta e chiuse gli occhi con i miei. -È gelosa di avere un ragazzo in forma che bacia meravigliosamente.- ho combattuto l'impulso di alzare gli occhi.

Si giusto.

-Lou, sto facendo sul serio. Chiunque con la mente giusta sarebbe geloso di me. Sono l'uomo più fortunato del mondo.-

Era l'una del pomeriggio ed ero così innamorato dell'uomo in pigiama a righe accanto a me.
Mi sentivo così felice, sono stato fortunato.

Le nostre due tazze di the erano sul tavolo accanto a noi, i miei piedi piegati sotto le sue gambe.

-Beh, immagino che dovremo rimanere un po' più tranquilli.- Dissi alla fine, menandomi sul sedile.

Il fatto che Gemma stesse ascoltando mi ha mise molto a disagio.
Oh, vorrei che fossimo soli.
Adoravo stare da solo se significava che ero con Harry. Harry era solo una parte di me come me, ora eravamo più di una persona che di due metà separate.

-O aspetto solo che se ne sia andata.- Harry disse piano, un tono roco al suo sussurro.  Gli passai la mano lungo il busto, fermandomi all'ombelico e tracciando i capelli allineati alla cintura dei suoi pantaloni.

-Mi piace molto di più l'idea.- Risposi, le mie dita si abbassarono leggermente.

Harry emise un respiro profondo e mi baciò leggermente sulla fronte. 

-Piccolo, facciamo qualcosa.-

Harry cominciò ad alzarsi e io lo tirai indietro verso di me, un po' sorpreso dalla facilità con cui lo attirai a me.

-Non lasciarmi al freddo.- Mi lamentai, facendo scivolare le braccia attorno a lui.

-Altri cinque minuti e poi usciamo, okay?-

-Dieci.- Brontolai, rabbrividendo contro di lui. 

Faceva leggermente freddo nella sua stanza, la finestra aperta e l'aria francese ventilata e fresca. 

-Se resteremo qui per altri dieci minuti, voglio sfruttare al massimo il mio tempo.-

Mi allontanai, confuso.

Cosa?

Harry improvvisamente rotolò sotto di me, posizionandomi in modo da essere proprio sopra di lui.

Molto tempo fa, io e Harry eravamo a Londra.  Ora, mentre afferravo i riccioli di Harry tra le mie piccole dita, giunsi alla conclusione che Harry sotto di me era qualcosa di molto più bello.

-Gemma è a casa?- Chiesi.

-No.-

-Bene.-

Underneath Paris |L.S.| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora