TRENTADUE

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-Quando nevica, possiamo costruire un pupazzo di neve e chiamarlo Olaf?-  Chiesi a Harry, unendo le nostre mani gelide. 

Avevamo appena finito di guardare Frozen, ed ero completamente stupito: era dannatamente bello per un film Disney.

-Solo se canti quella canzone che canta il pupazzo di neve.- replicò Harry, sorridendomi e alzando le sopracciglia in una specie di sfida.  Mi stropicciai il naso con evidente disgusto.

-Sai che odio la mia voce.-  Era vero, sentivo che la mia voce mentre cantava non era normale, troppo alta e femminile.

-Trovo la tua voce adorabile.- Mi avvicinò la mano alle labbra e la baciò. -Soprattutto quando dici il mio nome.-

-Harry.- sospirai, cercando di trattenere il rossore dalle mie guance.

Camminammo in un comodo silenzio lungo le strade innevate, ognuno di noi felice di stare insieme.

È stato un grande sentimento, in tutta onestà, sapere che ero amato in tutta la mia interezza: amava la mia pancia, la mia voce, le mie mani e la mia mente.
Adorava il modo in cui bruciavo la lingua sul the bollente, il mio essere troppo ansioso e il modo in cui camminavo.

Sono fortunato ad essere amato non solo profondamente, ma interamente.

Le strade erano bianche di neve fresca, anche se la neve sotto i nostri piedi era di un colore grigio scuro da troppi stivali invernali.

In qualche modo ho trovato bellissima anche la poltiglia sotto di noi: immagino che l'allegria natalizia stesse influenzando il modo in cui ho vedevo il mondo.

Alla fine ci siamo fermati su una panchina dopo aver comprato caffè e focaccine per un euro ciascuno, con lo stomaco vuoto e il sedere freddo mentre ci sedevamo sul sedile d'acciaio.

-Cosa vuoi per Natale?-  chiesi a Harry, tra i morsi della mia focaccina alla fragola.

Guardò di fronte, nel profondo dei pensieri.

-Potrei desiderare un bel paio di calzini, forse. O un'altra bandana. E naturalmente...- Si voltò verso di me e chiuse la distanza tra di noi.
Potevo sentire l'odore del caffè sul suo respiro e vedere la barba sul suo labbro superiore. -Tanto amore da te, Angelo.-

Alzai gli occhi al cielo.

-Dai Harry, ci deve essere più di questo.-  Si voltò verso di me, i suoi occhi si posarono sulla mia bocca prima di guardarmi negli occhi.

-C'è una cosa che mi piacerebbe davvero.-

Potevo sentire il mio stomaco contrarsi in anticipo. Onestamente non avevo idea di cosa avrebbe detto.

-È abbastanza importante e non voglio che tu pensi che mi sto muovendo troppo in fretta.-

Harry stava cominciando a giocare con gli anelli sulle dita e sapevo che era nervoso.

-Harry, va tutto bene, dimmelo.- 

-Voglio che tu ti trasferisca da me, a casa.- Mi afferrò le mani, allacciando le dita con le mie. -Stare con te nelle ultime settimane dei miei genitori mi ha fatto capire che non voglio tornare a dormire in appartamenti separati. Voglio svegliarmi accanto a te ogni giorno e addormentarmi accanto a te ogni notte.-

Ero commosso e potevo sentire lacrime di gioia premermi l'interno degli occhi.

-Vorrei provare a mantenere le cose pulite per te, possiamo anche muoverci se necessario, se c'è qualche problema...-
Si interruppe e decise invece di baciarmi.

Non era nulla di appassionato, poiché dovevamo limitarci, dato che eravamo su una panchina pubblica, ma era comunque amorevole.
Mi allontanai qualche minuto dopo, il mio naso freddo battè accidentalmente sulla guancia sua arrossita.

-Mi piacerebbe venire a vivere con te.- confessai. -E puoi essere solo un po' disordinato, okay? Basta che non ti arrabbia con me se impazzisco a volte.-

-Adoro quando ti arrabbi con me.- fece l'occhiolino.

-Ti amo.- 

-Io ti amo di più.-

Underneath Paris |L.S.| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora