Chapter 10

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Impossible, James Arthur.

Sentivo il vuoto sotto i piedi, la gola secca e la memoria che galoppava in cerca di quel ricordo, quella cosa che era uscita dalla bocca di un tizio di nome Stephen Strange.

"Quattordici milioni? E quanti ne abbiano vinti?"

"Solo uno."

E capii.
Quello che era accaduto non era quel futuro, decisamente no: quello in cui avremmo trionfato, quell'unico futuro, sarebbe stato quello in cui io mi sarei sacrificata.
Io l'avrei accettato. Se, per salvare tutti, l'umanità avesse avuto bisogno del mio sacrificio, non mi sarei sottratta al mio destino. Ma come spiegarlo agli altri?

"Cosa significa? Grace?" chiese mia zia, con una faccia allarmata.

Sospirai. Sarebbe stata dura per lei lasciarmi poi fare il viaggio nel tempo, se mai Bruce e Scott fossero stati in grado di far funzionare il tunnel quantico, ma questo era il mio destino, e nessuno poteva ostacolare il nuovo fiorire dell'umanità per una sola vita.

"Quando ero su Titano insieme a Tony e gli altri, lo stregone Stephen Strange aveva visto quattordici milioni di futuri diversi, e uno solo vedeva la nostra vittoria. - Steve trattenne il fiato - Quello che è accaduto non era quello, a quanto pare."

Steve rilasciò l'aria trattenuta.
"E quello vittorioso?"

Non mi voltai a guardarlo, nè guardai Kevin e neppure mia zia.

"Quello vittorioso sarà quello in cui io distruggerò la gemma." dissi, dosando bene le parole.

"Ma quello in cui... - Kevin parlò piano, ma dopo pochi secondi emise un verso strozzato - No, non puoi, Grace, non puoi!"

"Una sola vita non ostacolerà quella di tre miliardi e mezzo di persone, Kevin. Accettalo. - gli dissi seccata. Non volevo esserlo con lui, ma volevo che capisse che quella era la realtà, che spesso per ottenere ciò che si voleva bisognava fare dei sacrifici, e quello era il prezzo da pagare. Era alto, certo, ma non sempre le cose vanno come ai vuole. E tutti noi, in quella stanza, lo sapevamo bene. Risposi all'occhiata vacua di mia zia e ai dubbi di Steve - Ho il potere di distruggere la gemma, come Wanda. Ma l'unica differenza è che i miei poteri sono la mia distruzione. L'utilizzo per distruggere un corpo di così tanta energia quale la gemma porterebbe, di conseguenza, anche la mia distruzione. La mia morte."

Restai in silenzio, ad aspettare reazioni spiacevoli da coloro che occupavano il grande ufficio, che in quel momento mi sembrava essersi incredibilmente rimpicciolito, tanto che iniziai a sudare.

"Grace. Questo è il tuo destino. Ma possiamo cambiarlo." sussurrò zia Amélie.

"Esatto. - concordò Steve. Ma da dove diavolo arrivava tutto quell'ottimismo? - Il viaggio nel tempo che probabilmente riusciremo a fare ci porterà altri spiragli e nuove speranze per far fiorire il mondo. Non carichiamoci di pensieri troppo pesanti da portare."

Annuii rassegnata. Meglio che non l'avessero presa male già da subito, in effetti.
L'unica soluzione era quella: io lo sapevo, ma gli altri... l'unica cosa che non potevo fare era togliere loro la speranza.

"Arriviamo al punto, ora. Perchè i miei mi hanno lasciato la lettera, zia Amélie, perchè? Se ne sono andati consapevoli di non tornare... perchè?" domandai con voce strozzata.

Zia Amélie emise un lungo sospiro.
"Tua madre Kate era una donna molto in gamba, Grace, e farei davvero un peccato mortale a non dirlo. Sposò tuo padre quando entrambi erano ancora molto giovani, e lo erano anche quando tu nascesti. Quando morirono, a ventisei anni Kate e ventotto Chris, tu eri solo uno scricciolo di tre anni appena compiuti, l'unico frammento di quello che era una famiglia spensierata e felice.
Nessuno aveva approvato nè il matrimonio nè la gravidanza di tua madre perchè ritenuta ancora troppo giovane: l'unica ad approvarla fummo io e sua sorella. - si voltò a guardare mio cugino - Tua madre, Kevin. Noi due eravamo le uniche a credere che le cose più belle della vita, ma anche le più faticose, come poteva essere la crescita di un figlio, andassero vissute in giovane età, o comunque quando ancora si possedeva la vitalità necessaria per educare un bambino."

Si fermò per prendere fiato, e io restai zitta per assimilare le notizie.

"Sua sorella, però, partì con suo marito - il padre di Kevin - per la loro luna di miele; andarono in Europa, dove sono poi tornati per una lunga missione di lavoro e dove sono ora da più o meno quindici anni. Io restai sola a casa, e Kate venne a confessarmi l'esito della radiografia fatta quel giorno: era una bambina, mi disse, ma aveva dei poteri strani, una cosa che i medici non si spiegavano ma che io, tua madre e tuo padre sapevamo perfettamente spiegarci.
Loro due lavoravano per lo S.H.I.E.L.D., e oserei dire che anche Nick Fury venne a conoscenza del fatto che la bambina che Kate Hyde ospitava in grembo aveva poteri sovrannaturali."

Sospirai, tremendamente in tensione. Nick Fury sapeva tutto. E mi aveva tenuta d'occhio probabilmente per tutta la vita: aveva deciso di contattarmi solo quando scatenai i poteri a scuola, cinque anni fa, nel momento in cui probabilmente lo S.H.I.E.L.D. ne aveva avuto più bisogno. Perchè in quel momento mi sentivo solo una pedina nelle mani dello S.H.I.E.L.D?

"Tre anni dopo la tua nascita, - continuò Amélie - a Chris e Kate venne affidata una missione quasi suicida, e tu venisti lasciata sotto la mia custodia, poichè ero l'unica a conoscenza della tua vera natura. Insieme a te lasciarono una lettera, che avrei dovuto consegnarti solo al compimento di sedici anni, età che i tuoi genitori reputavano degna per conoscere la verità.
Tua madre mi confidò che sarebbe stata una missione complicata: riguardava la salvezza del mondo da una minaccia quasi impossibile da sconfiggere. C'era in ballo la gemma del tempo, ne sono certa, ed è questo il motivo per cui tu sei incondizionatamente legata ad essa: è l'unico ricordo concreto dei tuoi genitori, ed è l'unico mezzo che hai per conoscere la verità. I tuoi cercavano di proteggere il mondo come avevano sempre fatto con lo S.H.I.E.L.D., e insieme ad altre sei persone salirono su una navicella spaziale per chissà dove, non me lo dissero. Mi conunicarono solo che volevano proteggere il mondo, per epurarlo da tutte le minacce e per far sì che tu potessi crescere in un mondo pulito e non pericoloso. Hanno sacrificato sè stessi per te, Grace."

"Co-come hanno... f-fatto?" balbettai.

Non pensavo che fosse così semplice sapere tutta la verità; in quel momento, però, il mio unico pensiero era quel che era accaduto ai miei. Gli occhi mi pungevano.

"Loro non sono tornati, Grace. Non sono nemmeno mai arrivati sul pianeta prestabilito. - disse la zia con rammarico - La navicella è entrata in collisione con un piccolo asteroide: l'impatto li ha uccisi tutti. I corpi non si sono dispersi nello spazio, ma sono rimasti all'interno della navicella, e sono stati recuperati nel giro di qualche anno, ma sono comunque morti. Mi dispiace, Grace."

Mi sentivo svuotata, e fissavo il vuoto con occhi inespressivi e spalancati.
Sarei dovuta essere soddisfatta di conoscere finalmente la verità, ma sapere che i miei genitori avevano avuto una morte così tremenda e brutale mi aveva sconvolta.
Sentii le braccia di Steve stringersi attorno a me e mi accorsi a malapena di avere le guance bagnate di lacrime.

Mi sentii improvvisamente debole a piangere così tanto, ma sapevo che Steve capiva benissimo come mi sentissi: avevo perso quasi tutti quelli che amavo, e la cosa peggiore e che faceva più male era che, mentre loro erano morti, io fossi ancora viva.
Peggio della morte c'è la vita senza coloro che ami.

"Non saranno morti invano. Finirò io il lavoro che loro avevano cominciato. - mormorai contro il petto di Steve - Li vendicherò. Epurerò questo mondo da qualsiasi minaccia, e passerò sui cadaveri di quelli che vogliono il contrario, perché significa che sono contro gli ideali dei miei genitori."

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora