Chapter 18

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Home, Joshua Hyslop.

Era il 2010.
Io e Bruce ci materializzammo davanti alla porta del Santuario delle Arti Mistiche di New York.
Sospirai, alzando lo sguardo sul grande edificio.

"Sai cosa dire una volta dentro? - mi domandò Bruce - Perchè io non so nemmeno chi stiamo per incontrare, come sia fatto..."

"Ho tutto in pugno. - lo interruppi - Non pensare troppo a quello che salterà fuori, non c'è nulla di cui preoccuparsi."

Bruce alzò un sopracciglio.
"Ora che lo hai detto mi preoccuperò."

Sorrisi, mentre bussai alla porta, che si aprì da sola.
Avrei dovuto aspettarmelo, stavo per entrare in un santuario magico.

"Chi si reca al Santuario di New York necessitando di un aiuto per risolvere problemi di carattere soprannaturale?" cantilenò una voce visibilmente anziana, con l'aria che quella domanda fosse posta praticamente ogni volta che qualcuno bussava.

"Noi, signore. - dissi, dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata a Bruce, avanzando piano verso la poltrona, sulla quale un uomo dai capelli ingrigiti stava seduto voltandoci le spalle - Siamo... ehm, credo che se mi guardasse negli occhi capirebbe. Qualsiasi altro modo sarebbe inutile per farle comprendere la questione."

L'uomo si alzò e si voltò, e quando mi vide impietrì.
Aveva il viso solcato da qualche ruga, ciascuna accentuata dall'espressione corrucciata.
Gli occhi verdi ricordavano tanto quelli di zia Amélie, e al collo portava il ciondolo con dentro una pietra verde: la gemma.
Era lui, era William Charles Hyde.
Era quell'uomo che era ritratto in un paio di cornici a casa della zia, era proprio lui. Mio nonno.

E lui sembrò notare qualche somiglianza con la bambina che aveva visto nella visione della gemma, presunsi, perchè i suoi occhi increduli erano ancora fissi su di lei.

"Io... ecco, noi..." iniziai, ma il signore mi interruppe.

"Tu sei mia nipote. - mormorò stupito - Sei la figlia di mia figlia Kate... - si voltò, il viso sorridente, a guardare  Bruce - Lei è mia nipote!"

Dal canto suo, Bruce sembrava tremendamente a disagio. Accennò un sorriso e annuì, non sapendo che altro fare.
Ero sicura che stesse pensando "perfetto, sto rovinando una bellissima riunione di famiglia".

"Veniamo dal futuro." chiarii subito.

"Capisco. - borbottò - Una minaccia incombe sul vostro mondo, giusto?"

"Ha già fatto. - intervenne Bruce senza messi termini - La minaccia ha già agito, noi vogliamo sistemare ciò che è successo."

William annuì, e non si pose il problema di sapere chi egli fosse, nè quale minaccia, anche perchè forse lo sapeva già.

"Ho fallito. - dissi come in preda ad una crisi esistenziale - Si poteva evitare tutto, io in primis sono responsabile. Ho capito come fare quando ormai era troppo tardi."

"No Grace. - sopraggiunse Bruce - Hai fatto il possibile. Tutti lo abbiamo fatto." 

"No, potevo evitarlo." ribattei.

Mio nonno interruppe il dibattito.
"Cercare di rimediare è un gesto nobile. So che avete davvero fatto tutto il possibile per evitare che accadesse ciò che è accaduto. Ma non comprendo come io possa aiutarvi." disse calmo.

Feci un passo avanti.
"Con quella che ha al collo, a dir la verità."

Egli mi guardò, e lesse qualcosa nei miei occhi e forse anche nella mia mente.

"Tu sì, sei mia nipote, lo vedo dentro di te. Sai in quale unico caso dovesse avvenire la vittoria?" domandò.

Bruce fece per parlare, presumibilmente per chiedergli di raccontare tutto, ma io lo anticipai:
"Conosco già la posta in gioco. So cosa c'è da fare."

"Devi farlo tu, esclusivamente." mi ricordò mio nonno.

Bruce sbuffò quasi spazientito.
"Posso sapere che succede? Io non so nulla di tutto questo! Quale posta in gioco? Grace, diamine, cosa mi sono perso?"

Non ebbi il coraggio di spiegarglielo, e allora prese la parola mio nonno.

"Con questa gemma io ho osservato il futuro. Ho sempre saputo del potere conservato in essa, e quanto pericoloso potrebbe essere. Volevo la certezza che non avrebbe causato problemi, quindi ho osservato il suo futuro. Ho visto che una bambina la teneva in mano, e che per il bene dell'umanità quella bambina era stata in grado di distruggerla, sacrificando se stessa."

Bruce mi guardò con un'espressione indecifrabile, più o meno la stessa con cui mi avevano guardato Tony e Steve quando avevano saputo di tutto ciò.

"Grace, sei impazzita? Non puoi farlo." constatò.

Voltai le spalle a mio nonno e guardai Bruce.
"So quello che faccio. - sussurrai - Ti fidi di me?"

"Ovvio che sì, ma Grace, questo è..."

Probabilmente lesse la mia espressione seria sul volto, perchè si interruppe e mi guardò interdetto, constringendosi ad annuire.

"Sì, va bene."

Ci voltammo di nuovo verso mio nonno.
"So qual è il mio destino, è rimasto tale dalla mia nascita e non farò sì che la mia vita possa ostacolare quella di miliardi di persone. Prendo quella gemma, e prometto che finito tutto la distruggerò, per il bene dell'umanità." recitai, sapendo che tanto alla fine avremmo trovato sicuramente un altro modo per cavarcela.
D'altronde, trovavamo sempre un altro modo.

"Vorrei che non fosse questo il tuo destino, Grace Edwards." replicò William, sciogliendo l'incantesimo dal ciondolo per poi consegnarci la gemma.

La prese Bruce, e la strinse nel pugno.
"Faremo tesoro della sua gentilezza." disse, facendo un cenno di ringraziamento con il capo verso mio nonno.

Egli sorrise e ricambiò il gesto.
"Buona fortuna. Ricordate: se sapete ciò che dovrebbe accadere, fate di tutto perché accada."

Facemmo per sincronizzarci e tornare indietro, ma fermai Bruce.

"Aspetta. - mormorai rivolta a lui. Quindi osservai mio nonno - Un'ultima cosa, signor Hyde."

Lui mi guardò accigliato e incuriosito, l'espressione gentile; mi chiesi, se fossimo state persone normali, senza poteri intendo, se avessi potuto avere anche io un rapporto d'amicizia come quello che avevano tutti i bambini con i propri nonni.

"Vorrei sapere delle cose su di me. - dissi - Soprattutto, sui miei genitori. Perchè sono morti, per cosa combattevano, cose così."

Lui espirò.
"Sei sicura di volerlo sapere?" chiese con voce grave.

No, forse non ero sicura.
Ma dovevo sapere, per riuscire ad utilizzare la gemma e cercare in qualche modo di riavere i miei.
Avevamo detto a William Hyde che la gemma era per salvare il mondo, insieme alle altre gemme.
Non potevo certo dirgli che questa gemma era per interesse personale e che c'era già un'altra squadra a prendere la gemma in un altro tempo.

Guardai Bruce.
Tutto il tempo che ti serve, lessi nei suoi occhi.

"Sì. - affermai allora, rivolta a mio nonno - Sono sicura."

Lui annuì e si sedette sulla poltrona, quindi ci fece cenno di accomodarci sul divanetto di fronte.

"Prendete posto. Partiremo dal principio."

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora