due

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La pausa pranzo stava continuando tranquillamente dopo la breve discussione successa tra Jungkook e Taehyung. Quest'ultimo parlò solamente con Jimin e Hoseok, mentre il corvino intratteneva il resto del gruppo. Non voleva neanche dargli retta, solo a sentire la sua voce si sarebbe potuto sentire male.

Continuava a mangiare silenziosamente, quando due ragazze passarono accanto al loro tavolo salutando lui e i suoi amici in modo tutt'altro che amichevole.

'Cazzo che troie' fu il primo pensiero di Taehyung.

Come se la gente a scuola non sapesse che Namjoon e Seokjin stessero insieme e che lui ed Hoseok fossero gay. Le ragazze continuavano a cercare di attirare la loro attenzione, nonostante l'orientamento sessuale di alcuni componenti del gruppo.

«Quanto scommettete che entro sabato riuscirò a portare a letto una di loro?.» commentò Jungkook guardando in direzione delle due ragazze.

Ed ecco qui l'altro gay represso.

Un'altra cosa che Taehyung odiava di Jungkook era il suo modo di nascondere il proprio orientamento. Il castano sapeva con certezza che il corvino non era etero al 100%, ma la sua fissazione di dover apparire perfetto all'occhio della gente era troppo alta per far sì che il minore potesse essere sé stesso.

«Tsk, si certo.» commentò a bassa voce, ma Jungkook lo sentì ugualmente e si girò velocemente verso di lui fulminandolo con lo sguardo. «Come scusa?»

Taehyung in risposta si alzò dal suo posto e salutò i ragazzi per dirigersi verso la sua classe, era stanco di stare a sentire o solamente di guardare in faccia quell'idiota.

Attraversò la grande porta della mensa, arrivando davanti al suo armadietto per poter prendere i libri della lezione successiva.
Una forte strattonata all'avambraccio lo fece gemere di dolore e si voltò verso chi gliel'aveva provocato. Chi poteva essere se non Jungkook?

«Che cazzo vuoi?» sibilò a denti stretti.

«Ti credi spiritoso? Fai battutine, ti metti contro di me, cerchi di tirare fuori quella sera. Che intenzioni hai?» lo spintonò contro il freddo metallo degli armadietti. «Vuoi per caso dire a tutti quello che è successo?» il tono del minore era palesemente nervoso, temeva che il suo hyung potesse spifferare tutto quanto ai loro amici e all'intera scuola.

«Non sono come te che mi diverto a rovinare la vita degli altri, a differenza tua ti rispetto e non lo direi mai a nessuno.»

«Fai meno il santarellino, sei solo uno sfigato.» Jungkook si allontanò leggermente dal corpo di Taehyung rendendosi conto della troppa vicinanza.

«Qui l'unico sfigato sei tu. Tu ti nascondi dietro ad una maschera per far sì che tutti ti adorino, quando in realtà sei solo un g-»

«Non provare a dirlo! Io non lo sono, tutto quello che è successo tra di noi è stato uno sbaglio. Non rompere più i coglioni e cerca di farti più i cazzi tuoi, sfigato.»

Jungkook se ne andò, lasciando lì un Taehyung palesemente soddisfatto a causa della reazione del corvino. Sapeva che stava mentendo, lo si capiva dal suo sguardo e dal suo tono di voce impaurito. Era palese che si stesse nascondendo da qualcosa, o da qualcuno.

La campanella suonò segnando la fine della pausa pranzo, perciò Taehyung raggiunse la propria aula pronto ad affrontare le ultime tre ore per poi poter, finalmente, ritornare a casa.

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«Ragazzi, voi ci sarete alla festa di Youngjae venerdì sera?»

L'ennesimo party a cui avrebbero partecipato tutti e sette soltanto per dire "Si, ero alla festa!" per poi non ricordarsi niente a causa del troppo alcool che avrebbero ingerito. Finiva sempre così. Arrivavano, ballavano, si ubriacavano e finivano a letto con qualche ragazzo o ragazza con i quali non avevano, forse, mai parlato.

«Ci puoi scommettere.» un esulto uscì dalla bocca del più piccolo, cosa che fece roteare gli occhi a Taehyung. Non lo tollerava per niente.

La giornata scolastica era finita e la comitiva era riunita nel salone della casa di Seokjin come da abitudine ormai da anni.

Si conoscevano tutti dall'infanzia. C'è chi si conosceva grazie ai propri genitori, come Namjoon e Hoseok, chi si conosceva data la vicinanza delle proprie case, Seokjin, Jungkook e Yoongi, e chi si conosceva perché erano nella stessa classe all'asilo, Jimin, Taehyung e Jungkook.
Ad unire il loro gruppo fu proprio il minore, il quale fece conoscere prima i propri compagni con i proprio vicini, e successivamente con Namjoon e Hoseok.
Casualmente questi ultimi erano figli di una collega della madre del corvino e le due donne li fecero incontrare.
Un giorno tutti e sette i bambini si ritrovarono nello stesso salotto a festeggiare il compleanno del minore. Jimin e Taehyung non si separavano l'uno dall'altro, stessa cosa per le altre due coppie. Fu per il famoso 'gioco delle sedie' che si ritrovarono a socializzare tra loro e a formare, inconsapevolmente, il loro gruppo che ancora oggi era costituto da tutti e sette più uniti che mai. Eccetto Taehyung e Jungkook ovviamente.

Era loro abitudine ritrovarsi il mercoledì pomeriggio a casa di Seokjin, bevevano qualche birra, giocavano ai videogame e passano un normale pomeriggio tra amici. Capitava però che il padrone di casa insieme al proprio fidanzato sgattaiolavano via per poter rimanere un po' da soli ed il resto della comitiva era costretta ad ascoltare i loro.. suoni senza potersi ribellare. Infondo loro li avevano spinto a mettersi insieme ed erano felici di questo.

«Io preferirei passare per 'sta volta.» alzò la mano Taehyung per farsi notare da tutti.

«E perché mai? Non rifiuti mai di andare ad una festa!» si lamentò il biondo. «Avanti TaeTae, vieni con noi, ti divertirai!»

Taehyung si ritrovò ad annuire arreso alle lamentele del proprio migliore amico.
Infondo aveva ragione, si divertiva sempre alle feste con loro. Soltanto che 'sta volta aveva uno strano presentimento.

More Than Friends Where stories live. Discover now