dieci

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L'orario scolastico passò velocemente e di Jungkook neanche l'ombra. Quel giorno Taehyung era intenzionato ad affrontarlo faccia a faccia, ma proprio quando si era fatto più coraggio si rese conto dell'assenza del minore.
Perciò passò l'intera mattinata preoccupato a causa del corvino. Nessuno dei sette ragazzi aveva avuto sue notizie durante in weekend e adesso stava seriamente esagerando. Se gli faceva tanto schifo quello che aveva fatto con Taehyung avrebbe dovuto dirlo e non nascondersi per non affrontare i problemi.

Che vigliacco.

La campanella suonò, segno che anche l'ultima lezione era terminata per quella giornata. Taehyung raccolse le proprie e cose e, insieme a Jimin, si diresse all'uscita.

«Allora questo pomeriggio ci vediamo a casa tua?» domandò il grigio mantenendo lo sguardo basso. Cercava una qualsiasi distrazione per non pensare a Jungkook e Jimin sarebbe stata la migliore.

Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa.
«Credo tu abbia meglio da fare»

«Che vuoi dire?»

Il biondo indicò davanti a sé e Taehyung, confuso come non mai, si voltò verso la direzione indicata dall'amico;
Jungkook era proprio lì davanti a lui e lo sguardo fisso sulla sua figura. Un'espressione corrucciata gli contornava il viso e stringeva i pugni a causa del nervosismo.

«Va' da lui Tae.» Jimin rise prima di spingere l'amico verso il minore.

Quando si ritrovarono faccia a faccia, nessuno dei due sapeva come comportarsi. Non sapevano cosa dire e la tensione aumentò sempre di più. Taehyung era furioso con il corvino. L'aveva ignorato per tutto il weekend e adesso si era presentato lì, davanti a lui, con la sua faccia tosta.

«Cosa ci fai qua?»

La voce di Taehyung era fredda e piatta e Jungkook ebbe una scarica di brividi lungo la spina dorsale a causa del tono glaciale del maggiore.

«Possiamo parlare?»

«Non c'è nie-»

«Per favore.»
Il tono del minore era implorante e il suo sguardo stava supplicando Taehyung di ascoltarlo. Quando il maggiore annuì sospirò, avvicinandosi lentamente alla sua figura. Ormai erano rimasti solo loro due lì fuori, davanti all'edificio scolastico. Tuti gli studenti erano tornati a casa, cosa che desiderava fare molto anche Taehyung.

«Sbrigati, non ho tempo da perdere.» incrociò le braccia al petto il grigio, ignorando lo sguardo di Jungkook su di lui.

«Taehyung per favore, non rendere le cose ancora più difficili.»

«Ah, io?! Io le rendo difficili Jungkook? Sul serio? Sei stato tu quello che mi ha ignorato per due fottuti giorni dopo avermi scopato per la seconda volta. Con quale faccia ti presenti qui adesso? Vuoi dirmi che ti faccio schifo? Bene, dillo pure. Ho fatto l'abitudine ai tuoi continui sbalzi d'umore ormai.»

Gettò fuori tutto quello che aveva da dire e, una volta finito di parlare, si sentì con un peso in meno. Urlargli quelle cose in faccia l'aveva calmato, anche se un minimo.

«Ero confuso.»

Jungkook abbassò lo sguardo imbarazzato e sorpreso dalle parole del grigio. Non si aspettava che di certo tutta quella rabbia nei suoi confronti.

«Perché mai dovresti esserlo? Ormai hai fatto intendere a tutti il disgusto che provi nei miei confronti.» la voce del maggiore si incrinò, sentì gli occhi farsi più lucidi ma si trattenne. Non voleva scoppiare a piangere davanti al minore, o si sarebbe dimostrato troppo debole.

«Porca puttana Taehyung, possibile che non capisci un cazzo?! Possibile che non capisci che non mi hai mai disgustato e mai lo farai? Sei un idiota!» fece una piccola pausa, riprendendo fiato e, finalmente, incontrò lo sguardo del grigio. «Ogni fottuto secondo della tua vita mi rendi sempre più instabile, mi provochi tante di quelle emozioni che non riesco a decifrare e il minimo che io possa fare e fuggire da te.»

Taehyung rimase in silenzio. Adesso quello confuso era lui, quelle parole l'avevano mandato in tilt e non riusciva più a formulare una frase di senso compiuto. Si limitò a guardare, con tanto di occhi spalancati, il corvino che, poco a poco, si avvicinava sempre di più alla sua figura.

«Cazzo, hai preso totalmente il controllo su di me.»

Quella frase fece scattare il maggiore, il quale si precipitò tra le braccia del più piccolo. Non lo baciò, non si strusciò su di lui, semplicemente necessitava delle sue possenti braccia intorno al suo esile corpo.

Rimasero in quella posizione per minuti che sembravano ore. Avevano sentito l'uno alla mancanza dell'altro, solo erano troppo orgogliosi per ammetterlo.

«Taehyung?»

«Mh?»

«Possiamo.. non so, evitare di dire agli altri di questo? Insomma si, io non ho ancora chiarito i miei sentimenti e non sono pronto a espormi agli altri.»

Immediatamente le parole che Yoongi gli aveva detto quella mattina in auto riemersero a galla nella mente del grigio. Jungkook aveva solo bisogno di avere qualcuno accanto, per poterlo aiutare a chiarire le proprie emozioni e quel qualcuno era Taehyung.

«Sta' tranquillo Kookie, lo diremo quando ti sentirai pronto. Qualsiasi cosa sarà, aspetterò te per poterne parlare.»

Ed infine, dopo mesi e mesi di tormenti, litigate e lacrime i due ragazzi si erano ritrovati. Certo, erano ancora confusi, o per lo meno Jungkook lo era, ma l'importante era che in quel momento si trovava con Taehyung e con il resto del mondo messo in modalità silenziosa.

More Than Friends Where stories live. Discover now