undici

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Passarono diversi giorni dopo il loro ultimo incontro, Taehyung e Jungkook si vedevano continuamente a casa del corvino dopo scuola e il loro rapporto sembrava migliore giorno dopo giorno. Ovviamente i due ragazzi avevano deciso di tenere i loro hyung all'oscuro di tutto, per lo più Jungkook voleva farlo e Taehyung acconsentì.

Voleva solo il meglio per lui.

Sì ritrovarono quasi ogni giorno sul divano del minore, l'uno nelle braccia dell'altro, e, la maggior parte delle volte, i vestiti finivano sul pavimento e diventavano un tutt'uno.

Quando erano da soli Jungkook si prendeva cura di Taehyung. Lo accarezzava, lo proteggeva, lo stringeva a sé. Era davvero felice che il castano gli avesse dato un'altra possibilità, tuttavia davanti ai loro amici voleva evitare di mostrarsi per quello che era insieme al maggiore. Certo, aveva smesso di prenderlo di mira, ma comunque non era intento a rivolgergli la parola per paura che gli altri ragazzi potessero capire ci fosse qualcosa con Taehyung.

Quella mattina, come d'abitudine, i sette ragazzi sedevano al solito tavolo della mensa scolastica, consumando tranquillamente il loro pranzo. Scherzavano, si stuzzicavano e sorridevano. La loro amicizia era così perfetta e Jungkook aveva il terrore di poterla rovinare a causa sua e dei suoi presunti sentimenti nei confronti di uno dei suoi più cari amici. Allo stesso tempo però era così stanco di dover nascondere ciò che provava per un presunto giudizio da parte degli altri cinque. Era consapevole che non l'avrebbero mai giudicato, ma la mente era più forte del cuore e di conseguenza teneva tutto dentro di sé, sperando, anche se un minimo, di poter far svanire quei sentimenti.

«Allora oggi pomeriggio tutti da me?» parlò Seokjin, attirando l'attenzione del gruppo.

«Certo che si hyung!» si esaltò presto Jimin e tutti darono il loro consenso. Tutti tranne il minore, che era troppo preso dai propri pensieri con lo sguardo fisso sulla figura di Taehyung. Ammirava ogni singolo dettaglio del suo splendido viso. Dalle ciglia lunghe, al neo sul naso dalla punta arrotondata e per finire le carnose labbra, la cui forma ricordava tanto un cuore. Jungkook bramava quelle labbra come con nessun altro. Le emozioni che provava per il castano erano totalmente diverse da quelle che aveva provato con altre persone in precedenza. Erano più forti e più pericolose. Rischiava di ferire qualcuno se il suo cuore continuava a perdere battiti ad ogni sguardo che il maggiore gli rivolgeva. Credeva di essere diventato dipendente da quel ragazzo, non poteva più fare a meno di lui né tantomeno dei suoi boccioli rosa.

«Jungkook? Sei ancora tra di noi?» la mano di Hoseok sventolò davanti al viso del minore del gruppo, risvegliandolo di conseguenza dai suoi pensieri.

«Eh? Cosa?»

«Seokjin ha proposto di andare da lui oggi, ma tu sembravi totalmente da un'altra parte quando parlava.» ridacchiò Namjoon «Allora? Ci sarai?»

«Si hyung, ovvio che ci sarò.» sorrise imbarazzato a Seokjin per la figuraccia che aveva fatto.

Il suo sguardo successivamente incontrò due occhioni castani che lo scrutavano proprio come stava facendo lui qualche attimo prima. Taehyung cercava di capire da cosa era preso Jungkook, talmente tanto importante che lo fece entrare in una sorta di stato di trance.
Sperava di essere lui ciò di tanto importante, ma era consapevole che occupava un posto meno importante nella vita del minore rispetto a quella che occupava quest'ultimo nella propria. Un sospirò abbandonò le labbra del castano, mentre si rassegnava del fatto che non era lui il centro dei pensieri di Jungkook.

«Scusate ragazzi, devo andare adesso.» Jungkook si alzò velocemente dal suo posto, senza neanche dare la possibilità agli altri ragazzi di chiedere cosa dovesse fare di tanto urgente per abbandonare il tavolo nel bel mezzo della pausa pranzo.

Seokjin non perse tempo e si alzò immediatamente per seguire il minore. Qualcosa non andava e aveva bisogno di capire il problema, odiava vedere i suoi amici in quello stato.

Taehyung non sapeva come comportarsi. Avrebbe tanto desiderato alzarsi per seguire Jungkook, ma avrebbe potuto in qualche modo far capire che tra di loro ci fosse qualcosa e l'ultima cosa che voleva era che il corvino stesse male a causa sua.
Guardò il suo hyung alzarsi per seguire il minore e un certo nervosismo prese il sopravvento. Voleva sapere se Jungkook stesse bene, aveva notato in precedenza che era troppo soprappensiero e non sapeva come comportarsi. Rimase per vari minuti, che sembravano infiniti, seduto insieme al resto dei suoi amici facendo finta di niente, ma non riusciva a trattenersi più di tanto.

«Devo andare un attimo al bagno.»

Annunciò prima di alzarsi e incamminarsi nella stessa direzione in cui erano andati pochi secondi prima il minore e lo hyung.
Non appena mise piede fuori dalla mensa scolastica, notò i due intenti a parlare poco distanti dalla propria figura. Non sembravano essersi accorti di lui, perciò con molta cautela si avvicinò a loro per poter capire di cosa stessero parlando.

«C'entra lui, non è così?» fu di Seokjin la prima voce che sentì.

«Di cosa stai parlando hyung? Lui chi? Non ti capisco.» il tono di voce di Jungkook era fin troppo innocente e confuso, non capiva perché il maggiore l'avesse seguito.

«Non fare il finto tonto con me Kookie, ho visto che non hai tolto nemmeno per un secondo lo sguardo da Taehyung. È successo qualcosa con lui? Avete litigato ancora?»

A sentire il suo nome, il grigio perse un battito. Jungkook davvero l'aveva guardato per tutto il tempo? Davvero stava pensando a lui?

«Hyung sei fuori strada, non è succe-»

«Jungkook, non mentire. Non con me.» il tono duro e freddo fece capire al minore che Seokjin lo conosceva fin troppo bene per poter bersi una delle sue menzogne. Ma lui aveva troppa paura, perciò, per l'ennesima volta, calò sul suo viso la maschera da ragazzo menefreghista e, inconsapevolmente, ferì la persona a lui più cara.

«Hyung, davvero. Credi che mi importi di quello lì? È solo uno sfigato, sai che non lo tollero.»

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