quindici

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Era lunedì mattina e se non fosse stato che Jungkook voleva assolutamente parlare con Taehyung, sarebbe rimasto molto volentieri a letto ad oziare piuttosto che alzarsi presto dopo una sbronza.

Se non mi parla dopo questo non so più che fare pensò il ragazzo allacciandosi le scarpe con una lentezza che neanche un bradipo era riuscito ad avere finora.

Uscì di casa e come ormai d'abitudine trovò l'auto di Seokjin davanti al suo vialetto ad aspettarlo, pronto per andare a scuola.

«Ciao hyung.» salutò il suo migliore amico salendo in macchina. Si allacciò la cintura e sistemò lo zaino sulle sue ginocchia.

«Ehi Kookie.» Jin mise in moto il veicolo e partì diretto a scuola.

Il tragitto fu silenzioso tranne per la radio accesa. Non erano soliti a scambiarsi parole durante la mattinata, essendo ancora troppo assonnati per elaborare anche solo una frase di senso compiuto. Piuttosto mettevano un po' di musica e si godevano gli ultimi minuti di pace prima di dover affrontare ore e ore sui libri.

Arrivarono con un anticipo smisurato, perciò fecero le cose con calma e si recarono da loro gruppo di amici che si trovava a pochi metri di distanza dal cancello scolastico. Jungkook individuò subito la figura di Taehyung appoggiata ad un muretto con occhi spenti e tristi. Jimin gli stava circondando le spalle con un braccio e tentava in qualche modo di tirarlo su di morale. Il cuore del corvino perse qualche battito a vedere il suo hyung in quelle condizioni, soprattutto a causa sua.

Non appena Taehyung si accorse della presenza del minore, cercò in tutti i modi di sviarsela a gambe, ma il corvino fu più veloce di lui e lo fermò giusto in tempo.

«Taehyung possiamo parlare?» Jungkook lo aveva afferrato per un braccio, evitando così che potesse scappare via.

«Non abbiamo niente di cui parlare.» il suo tono era piatto e freddo, i suoi occhi erano tristi e stavano implorando il minore a lasciarlo andare. Jungkook però non mollò la presa, facendogli così intendere che non si sarebbe arreso tanto facilmente. «Se è così importante puoi parlarne anche davanti ai nostri amici, tanto non ci sono segreti tra di noi.» Taehyung lo stava palesemente provocando, attirando l'attenzione degli altri cinque ragazzi che a quel punto erano confusi e straniti che i due ragazzi stavano parlando senza urlarsi addosso.

«Per favore Tae, riguarda ieri sera.» cercò di fargli intendere che fosse qualcosa di estremamente privato, ma il grigio non gli diede retta.

«Ti ascolto.» incrociò le braccia al petto guardando il più piccolo con un'aria di sfida.

Jungkook sbuffò e si passò una mano tra i capelli nervoso «Quello che hai visto ieri sera non significa niente.»

«Oh ieri sera ci sei andato alla grande con Irene, Kookie!» si intromise Hoseok con il suo solito entusiasmo, ricevendo in cambio uno sguardo ricco di odio da parte del più piccolo.

«Non mi sei d'aiuto adesso Hoseok!» il nominato si ricompose e mise un tenero broncio.

Taehyung rise, ma era più una risatina amara, e guardò Jungkook dritto negli occhi «Anche i nostri amici hanno visto quanto stavi bene ieri sera. È inutile che continui a giustificarti, so che non provi nulla per me. È meglio che io e te non parliamo più.» Taehyung si allontanò dai suoi amici dirigendosi in classe nonostante mancassero ancora 10 minuti al suono della campanella. Aveva per l'ennesima volta il cuore spezzato e le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi, ma lui non poteva piangere, non ancora almeno. Avrebbe aspettato di ritornare a casa per dare libero sfogo alle sue disperazioni.

Di canto suo Jungkook sentì i suoi occhi farsi lucidi e una strana sensazione al petto per la seconda volta in meno di 24 ore.

Forse sono i pezzi che cadono dal mio cuore.

Lanciò un'ultima occhiata ai suoi amici, più precisamente a Yoongi che era a conoscenza della situazione, per poi sparire anche lui all'interno della struttura scolastica.

Non si sarebbe arreso facilmente, ma aveva bisogno di tempo per elaborare gli effetti che Taehyung aveva sulla sua mente e soprattutto sul suo cuore.

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Trascorsero le prime ore e i due ragazzi non si parlarono per nessuna ragione al mondo, nonostante i loro sguardi dicessero tutt'altro.

Era arrivata l'ora di pranzo e Taehyung si stava dirigendo tranquillamente in mensa per poter pranzare con i suoi amici, ma una mano lo afferrò per un braccio e lo rinchiuse dentro ad uno stanzino, quello stanzino.

«Oh mio Dio, Jungkook! Mi hai fatto prendere un colpo.» si portò una mano al petto spaventato. Il minore l'aveva colto di sorpresa.

«Dobbiamo parlare.» il tono del corvino era fermo e non ammetteva obiezioni.

«Ti ho già detto che non voglio parlare con te, è stata abbastanza chiara la scena a cui ho assistito ieri.»

«Ieri non ha contato nulla per me, come non hanno contato nulla i giorni in cui tu non eri al mio fianco!» Jungkook urlò disperato, non sapeva in che altro modo poteva far capire al grigio che nella sua mente aveva soltanto ed esclusivamente lui.

«Come posso crederti dopo che tu ti vergogni di te stesso anche con i nostri amici?!»

«Per favore Taehyung-»

«No! Per favore un cazzo! Stavo così bene senza di te e tu sei ritornato come sempre a rovinare tutto. Ti odio così tanto Jeon Jungkook!» anche Taehyung ormai aveva preso ad urlare. Non ne poteva più di quella situazione e soprattutto non ne poteva più di Jungkook e della sua sfiducia verso sé stesso e verso i loro amici.

«Se stavi così bene senza di me allora perché Yoongi hyung mi ha detto che ieri sera sei scoppiato a piangere dopo avermi visto con Irene?»

Taehyung maledì Yoongi in quel momento per aver detto della sua reazione troppo eccessiva dopo quella scena pietosa.

Le lacrime cominciarono ad uscire impertinenti dagli occhi del grigio e la sua voce si incrinò e si spezzò insieme al cuore di Jungkook non appena parlò.

«Perché sono solo un coglione e mi sono innamorato di uno stupido ragazzino che teme il giudizio degli altri piuttosto di essere sé stesso!»

More Than Friends Where stories live. Discover now