2 - Baby-sitter ai lanciatori di coltelli

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[0 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Chuuya finalmente poteva riposare. Era crollato mezzo addormentato sul divano senza rendersene conto.
Quella mattina era stata super stancante, a scuola non avevano avuto pietà... Li avevano massacrati di compiti.
E lui non era riuscito a mantenere la promessa fatta a se stesso ovvero ignorare il nuovo arrivato, Osamu Dazai. Senza volerlo si era ritrovato a fissarlo in un sacco di momenti... Il problema era che quel ragazzino non passava certo inosservato, emanava una sicurezza quasi materiale e aveva un fascino che attirava chiunque come se lui fosse un enorme magnete. Nel giro di una mattina era riuscito a simpatizzare con un sacco di persone, a conquistare il cuore di un bel po' di ragazze e a chiarire che lui comandava.

A Chuuya stavano indifferenti la maggior parte delle persone, ma aveva un'avversità particolare per quelle come Osamu Dazai, persone convinte di avere tutto ed essere migliori degli altri.

Chuuya si aspettava di vedere il nuovo compagno pieno della timidezza e insicurezza che caratterizzava tutti i nuovi arrivati, alla ricerca del loro posto, ma si era sbagliato, Dazai sapeva esattamente dove voleva stare.
In più quel ragazzo aveva un dono nel comprendere gli altri e sapeva benissimo come convincere le persone a fare quello che lui voleva, Chuuya l'aveva notato... Era riuscito a saltare l'ora di ginnastica con solo una mezza parola, di solito il prof era severissimo e non voleva sentire scuse. Aveva convinto la sapientona della classe a stare zitta ed era riuscito a far parlare la più timida, sotto lo sguardo ammirato e sorpreso di tutti.
Chuuya sospirò mezzo addormentato e si rigirò sul divano con un sbuffo.
Dopo doveva passare a fare la spesa, sua nonna non era troppo in forma e non se la sentiva di uscire e quindi doveva occuparsi lui delle compere... E poi doveva pure buttarsi avanti con i compiti, il solo pensiero lo mandava in depressione.

Di colpo sentì uno strano fischio vicino alle orecchie poi un "tum" . Chuuya spalancò gli occhi, trovandosi un coltello ad un centimetro dal viso, infilato nell'imbottitura del divano.
Lo sfilò con cautela e si girò verso la persona che lo aveva quasi ucciso lanciandolo.

- Kyoka, porco topo, dove hai preso i coltelli?

La bambina, di circa otto anni, rise della sua imprecazione e lanciò di nuovo un coltello che si infilò in un cuscino.
Chuuya lo osservò chiedendosi quanto dannatamente erano affilati i coltelli di quella casa e quanta potenza aveva quella bimba.
Quel pomeriggio, come tutti i venerdì e i lunedì, faceva il babysitter a casa Izumi, a Kyoka e al suo piccolo fratellino adottivo, Yumeno.

- Kyoka, metti giù quei coltelli, ora!

- No! -

Rise la bambina nascondendo dietro la schiena gli ultimi tre coltelli che teneva in mano, Chuuya la guardò esasperato chiedendosi come aveva fatto ad addormentarsi sul divano mentre stava lavorando... Era quasi sicuro che quando si era addormentato Kyoka stava giocando con le bambole insieme al piccolo Yumeno.
Sobbalzò, dov'era il piccolo? Che Kyoka lo avesse usato come bersaglio per esercitare il suo hobby assassino?
Allontanò l'immagine e balzò in piedi rischiando di prendersi un altro coltello in mezzo alla fronte, Kyoka era troppo brava in quel genere di attività per avere solo 8 anni, si disse avvilito Chuuya, mentre cercava con gli occhi Yumeno per il piccolo salotto.
Lo trovò in un angolino, anche lui tutto preso da un gioco... Originale...
In qualche modo aveva anche lui recuperato un paio di coltelli e giocava a infilarli e sfilarli dalla sua bambola di pezza... Chuuya rabbrividì pensando che la scena aveva qualcosa di Vodoo.

- Yumeno, metti giù i coltelli ora!

Il bambino non si girò nemmeno a guardarlo e continuò imperterrito nel suo gioco, sventrando sempre di più la povera bambola.
A quel punto Chuuya si riscosse corse da Kyoka e le sequestrò i coltelli, poi recuperò quelli disseminati in giro per la stanza, finiti negli angoli più strani per colpa del fantasioso gioco della bambina, poi sequestrò anche i due coltelli di Yumeno. A quel punto il bambino, privato del suo bellissimo gioco scoppiò in lacrime.
Chuuya lo ignorò e sciacquò i coltelli e li rimise nel cassetto della cucina.
Poi mentre prendeva in braccio un disperato Yumeno, cercando di consolarlo chiese a Kyoka:

- E come hai fatto a prendere i coltelli?

- Ho aperto il cassetto e li ho presi...

Lo guardò come se quella domanda fosse scema, e Chuuya dovette ammettere che non aveva tutti i torti.

- E come mai hai preso i coltelli?

- Quando ci sono mamma e papà non mi lasciano.

- Giusto...

Kyoka sorrise.

- Ora, Chuuya- San, posso riaverli, non sono riuscita a colpirti in mezzo alla fronte come volevo.

- No.

Rispose Chuuya secco, mentre Yumeno gli inzuppava la spalla di lacrime. Per un secondo gli balenò la mente di lui bloccato in rotante bersaglio, come al circo, mentre Kyoka cercava di prenderlo in mezzo alla fronte, rabbrividì.

- E poi chi ti ha insegnato a tirare i coltelli? Non sei capace!

Kyoka gli fece la linguaccia e scappò via, Chuuya la guardò ancora con gli occhi pieni di stupore poi si sedette sul divano cercando di consolare Yumeno.
Appena il piccolo ebbe smesso di piangere e Chuuya poté tirare un sospiro di sollievo Kyoka gli saltò addosso facendolo sobbalzare.

- Chuuya-San, posso una caramella? Una solaaaa... Per favoreee...

Spalancò gli occhi la bambina e Chuuya non potè non alzarsi e accontentare la sua richiesta.

- Però promettimi che lasci stare i coltelli, almeno finché ci sono io... Va bene?

Lei sorrise e senza rispondere divorò la caramella e Chuuya ringraziò il cielo di non essere quello sfortunato dolciume, poi tornò a sedersi sul divano, vicino a Yumeno, che intanto stava giocando con un cuscino colorato.
Non appena si fu messo comodo, Kyoka gli fu di nuovo addosso.

- Chuuya-San, mi raccogli i capelli in un modo bello come sei capace solo tu?

Chuuya sorrise con dolcezza, quella bambina sapeva proprio come conquistarlo.

- Va bene, siediti qui e lascia fare a me!

Kyoka esultò, corse a prendere mollette, elastici, spazzola e tutto il necessario, poi depositò tutto sui cuscino accanto a Chuuya e si sedette ai piedi del divano davanti al ragazzo.
Chuuya cominciò subito a spazzolarle con precisione e mani esperte i capelli scuri, mentre la bambina ridacchiava e parlava tra sè e sè.
Chuuya adorava i suoi capelli, mentre la pettinava pensò perfino di provare a far crescere i suoi, convinto però che non gli sarebbero stati altrettanto bene.
Dopo un po' sorrise e levò le mani dalla testa della bambina:

- Ecco qui!

- Grazie Chuuya-San, sei bravissimo! Come sto? Sono bella?

Chuuya scoppiò a ridere e la strinse in un abbraccio.

- Si, Kyoka-Chan, sei stupenda come al solito.

La bambina sorrise poi gli gettò le braccia al collo e lo guardò dritto negli occhi. Chuuya si aspettava di sentirsi dire qualcosa di intelligente o qualche richiesta, ma Kyoka esclamò semplicemente:

- Ora tocca a me pettinare te, Chuuya-San!

A. A.
No, okay... Scusate, ma non potevo non scrivere di Chuuya che fa il babysitter a Kyoka e Yumeno. Ahhh che bella l'infanzia, Kyoka insegnami a lanciare i coltelli. Dopo questo momento di nostalgia stile novantenne, spero che la storia vi stia piacendo, in quel caso fetemelo sapere con un commento o una stellina... Se ho voglia e trovo le canzoni giuste, dalla prossima volta allego una canzone al capitolo. Bye.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now