18 - Atsushi say: oh oh

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[52 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

*** Questo capitolo è un po' speciale, sarà narrato non dal punto di vista di Chuuya come sempre, ma da quello di un piccolo Atsushi, preparatevi ***

- Sei liberò lunedì sera? - I suoi guai erano iniziati quando Chuuya gli aveva posto la seguente domanda.
Era libero e quindi, ovviamente, aveva risposto di sì, non aveva mentito non era bravo a farlo e preferiva la verità.
Sabato Chuuya l'aveva invitato ad uscire con lui ed alcuni suoi amici lunedì sera. Quella sera. Subito si era sentito un po' spaventato all'idea di ritrovarsi con gente più grande di lui, ma poi l'amico gli aveva detto che sarebbero venuti anche Dazai e altri ragazzi più piccoli, che frequentavano la sua stessa scuola. Non aveva potuto non accettare.

Era sera, aspettava gli altri ragazzi al parco dove avevano deciso di trovarsi. Guardava il cielo che sbucava tra i palazzi farsi lentamente scuro mentre si tormentava una pellicina sul mignolo con crescente ansia e nervosismo, aveva una brutta sensazione...
In quel momento Chuuya, a bordo della sua splendida nuova moto, girò l'angolo e frenò davanti a lui, si tolse il casco e lo salutò con un gran sorriso. Solo in quel momento Atsushi notò che non era solo, dietro di lui o meglio avvinghiato a lui come se fosse la sua ancora di salvezza c'era qualcun altro. Era Dazai-San, Atsushi lo riconobbe non appena quello si staccò da Chuuya sfilandosi il casco, lamentandosi della guida spericolata e folle di Chuuya.

- Va bene che voglio morire, Chuuya-Kun, ma non così! Hai capito?

Chuuya si girò e gli tirò un coppino:

- Ma stai zitto che sotto sotto ti diverti, cretino.

Atsushi vide Dazai storcere il naso contrariato, poi girarsi nella sua direzione e salutarlo tutto sorridente:

- Ehiiii, Atsushi-Kun!

Atsushi ricambiò il saluto un po' più timidamente e prima che potesse pensare di dire qualcosa. Chuuya gridò, sventolando la mano verso l'altra parte della strada:

- È arrivato Tachi con i suoi amici! CIAOOO!

Atsushi alzò gli occhi in quella direzione e rimase paralizzato. Il nervosismo leggero che gli premeva dentro si tramutò in terrore. Akutagawa era lì. Lì, dietro a quello strano ragazzo con un cerotto sul naso, accanto a quella che doveva essere sua sorella.

- Wow, bellissima moto!

Esclamò un ragazzo in direzione di Chuuya, Atsushi concentrato nel cercare una scusa furba per darsela a gambe non l'aveva notato subito. Il tipo aveva occhiali grandi e i capelli castani tagliati a scodella, sorseggiava rumorosamente una limonata.

- Grazie! Io sono Chuuya, piacere.

Disse Chuuya con un sorriso.

- Io Kajii, e il tipo bendato e il piccoletto chi sono?

Dazai sorrise e si presentò, Atsushi lo imitò abbastanza timidamente, mentre giocherellava con l'orlo della maglietta.

Atsushi rimase in disparte per la prima parte della sera, osservando gli altri:

Tachihara che ci provava con la sorella di Akutagawa, Gin, in modo talmente poco discreto che l'aveva notato pure lui, inesperto in amore com'era.

Kaji parlava un po' con tutti e beveva limonata, sembrava un tipo espansivo, anche troppo espansivo per i gusti di Atsushi.

Chuuya e Dazai, litigavamo, si facevano dispetti, si lanciavano frecciatine, sembrando così una vecchia coppia di cinquant'anni sposata.

Akutagawa, invece... Atsushi faceva di tutto per non incrociare il suo sguardo e ignorarlo, ma ne percepiva la silenziosa e minacciosa presenza un po' in disparte, un po' come lui.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now