12 - Trovo un lavoro come palla da basket

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[25 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Quella mattina c'era un bel sole, Chuuya si stava godendo la pausa pranzo seduto all'ombra di un grande albero in angolo dell'ampio cortile della scuola.
Appoggiato con la schiena al tronco leggeva un libro, alzando di tanto in tanto gli occhi sul gruppetto di ragazzi che giocava a basket nel campo poco lontano.
L'intera scuola era in fermento da quella mattina, Chuuya aveva sentito delle voci, bisbigli scambiati nei corridoio, teorie e prese in giro. Era riuscito da questi a intuire che quell'agitazione era ovviamente tutta colpa di Osamu Dazai.

Quel piccolo deficiente il giorno prima aveva provato a suicidarsi buttandosi giù dal tetto della scuola. A Chuuya non interessava e non capiva tutto quello scalpore tra gli studenti, perché nessuno si faceva mai gli affari suoi? Per lui Dazai poteva andarsene all'inferno vestito da cameriera o suicidarsi con qualche frutto velenoso ittita, non gli sarebbe comunque interessato, perché, molto semplicemente, la cosa non lo riguardava minimamente...

Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere un tizio alto del terzo anno tirare a canestro e fare punto tra le grida dei suoi compagni di squadra, fece per tornare al suo libro quando Dazai si sedette accanto a lui, appoggiandosi al tronco nello stesso modo.
Dopo l'uscita di giovedì non si erano praticamente parlati a scuola se non qualche frase di circostanza, semplicemente Dazai se ne stava per i fatti suoi e lo stesso valeva per Chuuya.

- Ehi, Chuuya-Kun.

- Che vuoi bastardo?

Chuuya ritornò al libro deciso a non interrompere la sua lettura per quel cretino. Dazai lo guardò stampandosi un ghigno in faccia.

- Sempre elegante e garbato, vero?

- Taci, brutto scemo, non vedi che sto leggendo?

- Cosa leggi? Sbaglio o un libro di matematica?

- La cosa non ti riguarda.

Dazai si sporse in avanti e sbirciò la lettura dell'amico, quando realizzò che stava leggendo un capitolo sul teorema di Pitagora guardò Chuuya ridacchiando.

- Pitagora? Ma non l'hai studiato una vita fa? Non dirmi che sei così messo male in matematica!

- Sta zitto, è che sabato devo dare ripetizioni, devo essere un minimo preparato.

Dazai gli sottrasse il libro e cominciò a sfogliarlo.

- Ma che bravo il mio Chuuya-Kun, che si impegna nel suo lavoro.

- Ma sta zitto e ridammelo!

Esclamò Chuuya, saltando addosso a Dazai cercando di riprendersi il suo libro.

- Mi chiedo quanto qualcuno debba essere disperato per chiedere ripetizioni ad un ignorante come te!

Chuuya si riprese il libro con uno strattone e ritornò a leggere deciso ad ignorare Dazai, cosa facile se quello non si fosse alzato e riseduto accanto a Chuuya, rannicchiandosi come se volesse nascondersi.
Chuuya lo fissò seccato:

- Vuoi proprio rompermi le scatole, bastardo?

- No, è che mi da fastidio la gente che mi fissa.

- Potevi pensarci prima di provare a buttarti giù dal tetto!

- Ahn, lo sai anche tu?

- Ovvio che lo so, scemo! Ne parlano tutti qui.

Dazai si strinse le ginocchia al petto infastidito.

- Poi così con le bende attiri ancora di più l'attenzione... Sei consapevole di sembrare un depresso che si taglia le vene?

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now