32 - Nero pt. 2

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[87 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

*** capitolo dal punto di vista di Dazai, probabilmente scrivendolo avrò istinti suicidi, dopo spero di essere ancora viva per pubblicarlo (: ***

Dazai, seduto da solo al tavolo dell'enorme sala da pranzo di casa sua, fissava con occhi vuoti il liquido del bicchiere appoggiato davanti a lui.

Era da qualche giorno... Esttamente da venerdì sera che aveva notato un leggero cambiamento nel comportamento di Chuuya, probabilmente mentre erano ubriachi era successo qualcosa di cui non si ricordava...

Dazai infilò un dito nel bicchiere e lo pocciò nell'acqua, poi cominciò a muovere il dito circolarmente, creando delle minuscole onde contro il vetro del bicchiere.

Chuuya lo evitava... O meglio, evitava di restare da solo con lui, in più tutte le volte che Dazai si avvicinava a lui l'amico arrossiva, prendeva un respiro profondo prima di reagire allontanandosi...
Aveva due ipotesi sul perché di questo suo strano comportamento ed entrambe non gli piacevano neanche un po' perché mettevano in crisi la loro amicizia.

Sollevò il dito dall'acqua e osservò una goccia scivolare lungo l'epidermide del suo dito e tornare nel bicchiere con un suono quasi impercettibile.

Ipotesi numero uno: o mentre erano ubriachi si erano baciati, ma possibile che lui non se ne ricordasse minimamente? Forse era successo qualcosa di un po' meno... Forse un abbraccio o una frase strana da parte sua? Ma in tale caso il comportamento di Chuuya sarebbe stato eccessivo.

Un altra goccia cadde dal suo dito nel bicchiere.

Ipotesi numero due: Chuuya aveva scoperto qualcosa su i suoi genitori e sul suo passato... Allora quel rossore e quel suo allontanarsi non erano tanto imbarazzo, ma paura, disagio, terrore... Questa era decisamente l'ipotesi peggiore.

Il ragazzo seduto al tavolo si prese convulsamente la testa tra le mani, bagnandosi appena una minuscola parte del cuoio capelluto con la punta del dito leggermente umida.

Dazai si stupì nel provare paura di perdere la fiducia e l'amicizia di Chuuya.

Dio, se esisti, anche se non me lo merito fa che non sia così, fa che non sappia...

Dopo questo pensiero si riproverò: stava proprio diventando debole se adesso si affidava a forze superiori e per di più dalla dubbia esistenza, nelle quali non aveva mai creduto.

Dazai strinse gli occhi con forza fino a farsi male, dietro le palpebre ritrovò la solita immagine ad aspettarlo, le solite orbite vuote, il solito corpo che, privo della vita, andava raffreddandosi.

Sono più forte di te, pensò, non vali niente.

Con queste parole provò a scacciare quel fantasma che ormai lo perseguitava da anni, tutte le volte che chiudeva gli occhi, che si ritrovava solo in una stanza, che metteva piede in un cimitero...

Ma questa volta l'immagine non sparì come al solito. Era stranamente presente.

Sono stato troppo debole, si disse spalancando gli occhi, nell'ultimo periodo ho fatto troppo affidamento sulla compagnia e la presenza di Chuuya per allontanare i miei incubi...

E ora si ritrovava lì di nuovo solo, l'allontanamento seppur lieve di Chuuya lo stava completamente mandando in crisi.

Ecco perché non bisogna mai affidarsi agli altri... L'ho imparato a mie spese...

Dazai si alzò, riempiendo il silenzio di quella grande stanza con lo scricchiolio della sedia contro il pavimento. Dopo un ultimo sguardo privo di rimpianti rivolto al vaso di fiori appassiti abbandonato al centro del tavolo da pranzo uscì dalla stanza e camminò silenziosamente fino in camera sua, attraverso vuoti corridoio e stanze anonime.

We are falling like the stars - Soukokuحيث تعيش القصص. اكتشف الآن