36 - L'amico non più amico

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[90 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

- È stato tre anni fa... Avevo tredici anni. Vivevo già con Mori, vivo con lui da sempre. Un giorno, dopo anni di silenzio sono comparsi i miei genitori, sono venuti a prendermi e mi hanno portato in un posto, una centrale di polizia o una prigione o qualcosa del genere, non me l'hanno mai detto.
A quel punto senza troppi giri di parole mi hanno messo una pistola in mano e mi hanno portato in una stanza dove c'era un uomo ammanettato seduto su una sedia. Mi hanno detto che era un assassino, che aveva provato a uccidermi quando ero un bambino. Sparagli mi hanno detto poi. Uccidilo, dimostraci che sai difenderti. Gli ho guardati in silenzio, non avevo niente da dimostrare loro, eppure nel vedere quell'uomo in volto ho riconosciuto in lui un disprezzo per la vita altrui e il terrore della morte, non ho resistito ho preso la mira e ho sparato. Un colpo dritto allo stomaco, uno al cuore, uno alla gamba... La cosa peggiore è che ci avevo preso gusto, ogni suo gemito mi faceva piacere... Io...

Dazai deglutì e socchiuse gli occhi, probabilmente stava cercando il coraggio di continuare a raccontare.

- Alla fine l'ho ucciso definitivamente sparandogli alla fronte, i miei genitori hanno sorriso soddisfatti e mi hanno riportato a casa... Quali genitori possono essere soddisfatti nel vedere il figlio che uccide?

Chiese amaramente Dazai, Chuuya stava cercando qualcosa di furbo da dire quando Dazai continuò.

- Un anno dopo, ero per strada, un uomo mi ha riconosciuto e mi ha aggredito... Sai, i miei genitori fanno un lavoro non molto sicuro e hanno parecchi nemici, non ho voglia di stare qui a parlare di loro e non voglio metterti nei guai, quando si tratta di loro, meno sai e meglio è...

Chuuya annuì in silenzio, per quanto era divorato dalla curiosità non avrebbe insistito, non per il momento almeno.

- Io, che dal mio primo omicidio giravo sempre con una pistola, nel trovarmi davanti l'uomo armato l'ho istintivamente ucciso come ho fatto con il primo, ma non era solo... Dopo che gli ho sparato, una ragazza nascosta chi sa dove ad osservare la scena, armata di un coltello arrugginito ha fatto per saltarmi addosso, aveva negli occhi un'espressione folle, io... Ho ucciso anche lei...
Per anni non ho provato troppo ribrezzo per me stesso, trovavo la vita una noia, una gabbia e invidiavo le mie vittime. Ma poi ho conosciuto te... Mi hai mostrato come si vive sul serio e improvvisamente mi sono reso conto di tutto ciò di quello che ho tolto alle persone che ho ucciso.
Se non fosse stato per te, quella volta che sei venuto a salvarmi, avrei probabilmente ucciso di nuovo. Quindi grazie...

Dazai si passò una mano sul viso con stanchezza.
Rimasero in silenzio per un po'... Dazai ad aspettare una qualsiasi reazione da Chuuya, Chuuya che cercava di metabolizzare tutta quella storia e capire come reagire... Si stupì di non provare disgusto, paura o rabbia nei confronti di Dazai, solo un sentimento misto di malinconia e pietà...

Dopo un silenzio interminabile, Dazai abbassò lo sguardo sull'orizzonte e parlò di nuovo:

- Io... Sono un mostro e un assassino... Eppure non mi piaceva l'idea di nasconderti tutto questo, non dopo tutto quello che hai fatto per me... Però se ora vuoi allontanarti da me, fallo e basta, okay? Non voglio che continui ad essere mio amico solo per pietà...

- Questo non lo farei mai e lo sai.

Dazai annuì in silenzio...

- Però dico sul serio Chuuya-kun... Non ti biasimerò se vuoi andartene e non vuoi più avere a che fare con me.

- Perché continui a dire così Dazai? Tanto con la mente che ritrovi sai già cosa sta per succedere.

Disse Chuuya avvicinandosi un po', intravide nel buio le labbra di Dazai tirarsi in un sorriso amaro.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now