7 - Sogni segreti, non più tanto segreti

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[13 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Dazai lo fissava divertito e con evidente soddisfazione, dall'altra parte del bancone. Chuuya dovette prendere un respiro profondo per mantenere la calma e rimanere professionale.
Aveva rivisto Dazai quella mattina a scuola, dopo due giorni di assenza della mummia. E il ragazzo non l'aveva degnato di uno sguardo (cosa che andava benissimo a Chuuya) come se quel lunedì pomeriggio e la punizione che avevano condiviso non fosse mai avvenuto. Chuuya aveva sperato di non dover mai piu scambiare una parola con quell'ammasso di bende ambulante, ma la fortuna gli aveva di nuovo voltato le spalle.

- Cosa prendi?

Chiese Chuuya cercando di assumere un tono il più possibile professionale.
Dazai in tutta risposta fece un sorriso, un sorriso riposato che illuminò il ragazzo ricoperto di bende di una bellezza quasi sovrumana. Indossava vestiti costosi, puliti ed eleganti, le bende erano bianche e sembravano appena cambiate e alimentavano in qualche modo l'aura di potenza che circondava quel ragazzo, il volto era rilassato e riposato come tutta la sua postura. L'esatto contrario di Chuuya, che lo fissava, stanco, arruffato,  con le spalle e la mascella contratta e addosso la stanchezza di una giornata di lavoro.

- Immagino che non mi servirai mai alcolici.

Chuuya confermò l'affermazione di Dazai scuotendo la testa.

- Allora una caffè, e mi raccomando Chuuya-Kun che sia buono e con tanta schiuma.

Chuuya non ripose, strinse i denti e si mise al lavoro, preparandone due, uno anche per sé, visto che confidava che Fujio sarebbe tornato presto e lui avrebbe potuto fare quella pausa che gli aveva promesso.

- Sei stato tu a chiedere di me prima?

Chiese Chuuya dopo un po', riempiendo le tazzine con il caffè caldo. Dazai annuì:

- Quando sono arrivato ho incrociato il professore Sakunosuke e mi ha detto che lavoravi qui... Ho apprezzato la coincidenza avevo bisogno di compagnia...

Chuuya sbuffò, in quel momento entrò un altro cliente, allora porse la tazzina con il caffè pronto con tanta schiuma a Dazai, mise da parte la sua e si spostò si qualche metro per servire il nuovo arrivato.

Poco dopo tornò Fujio sorridente come sempre e fece cenno a Chuuya di fare una pausa.

- Fai pure un po' di pausa Chuuya-Kun, hai fatto un buon lavoro, divertiti pure con il tuo amico. Ahh che bello essere giovani.

Commentò poi al cliente che stava servendo.
Chuuya annuì e uscì da dietro il bancone con la sua tazzina di caffè in mano e ancora il grembiule addosso. Si sedette in uno dei pochi tavoli del bar, un vecchio mobile di legno scuro e consumato. Senza che lui glielo chiedesse Dazai lo raggiunse, si accomodò di fronte a lui e cominciò a sorseggiare con estenuante calma il suo caffè.

- Posso darti un consiglio Chuuya-Kun, la prossima volta fallo un po' meno caldo così non devo aspettare secoli per berlo.

Chuuya lo guardò stancamente, era così esausto che non trovo nemmeno la forza di insultarlo.

- Perché fai tutti questi lavori e poi finisci per ridurti così?

Detto questo Dazai lo indicò con la tazzina rischiando di rovesciare un goccio di caffè. Chuuya rispose con un'alzata di spalle allora l'altro continuò:

- Anche se a casa hai problemi economici e desideri comprarti una moto, non credi di strafare? Devi pensare anche alla scuola e agli amici...

Chuuya lo guardò a malapena, ma questa volta trovò la forza di rispondere:

- Per il primo sentì chi parla, nemmeno tu sei un genio.

- Ne sei sicuro? Guarda che io sono il genio della serie "È bravo e dotato, ma non si applica come potrebbe"

Chuuya fece spallucce, non poteva importargliene di meno di quello che era Dazai, quindi continuò come se non l'avesse interrotto.

- E gli unici veri amici che ho sono quelli che incontro al lavoro e poi mi piace quello che faccio.

- Ti piace sgobbare dalla mattina alla sera come un animale ed essere sempre stanco morto?

Lo punzecchiò Dazai.

- No, questo non mi piace.

- Allora perché lo fai?

Chuuya alzò le spalle e guardò Dazai confuso. Non capiva per quale motivo quel tipo strano stesse parlando con lui come se fossero dei vecchi amici, in più stuzzicandolo e infastidendolo decisamente di proposito. Si divertiva forse a prendersi gioco di lui?

Dazai lo studiò un istante in silenzio, poi continuò a parlare:

- Sai, Chuuya-Kun, sei una persona curiosa... Non riesco a comprenderti bene come vorrei e come sono in grado di fare con le altre persone. Sei anche troppo scontato... Consumato come sei da te stesso, dalla tua quotidianità e della paura della noia e dei momenti vuoti... Eppure c'è qualcosa in te che non riesco ad afferare, mi incuriosisci, sai?

- È per questo che stai parlando con me sta sera?

Chiese Chuuya con stizza, odiava quando la gente cercava di capirlo, si metteva ad analizzarlo come se fosse un oggetto, anche se Dazai ci aveva azzeccato su tutto.

- Esatto. Non riesco ancora a capirti come vorrei, ma una cosa l'ho compresa chiaramente di te...

Chuuya lo guardò negli occhi, teso, strinse le mani attorno alla tazza di caffè che andava lentamente raffreddandosi e si sentì bruciare dalla curiosità.

- E cosa? Sentiamo.

- Tu hai un sogno... Un folle sogno che custodisci gelosamente, che ti brucia dentro da sempre e che cerchi di nascondere disperatamente perché, credendolo un desiderio idiota, te ne vergogni.

Chuuya a quelle parole impallidì, come aveva fatto a intuirlo? Il suo segreto. Deglutì cercando di mantenere la calma, poi chiese beffardo cercando di mascherare il panico che le parole appena ascoltate gli avevano iniettato nelle vene.

- E allora?

Dazai stirò le labbra in un ghigno folle, che di umano aveva ben poco.

- Allora voglio fare di tutto per realizzarlo.

Chuuya sgranò gli occhi, quel tipo lo stava stupendo ogni istante di più, non poteva avere la mente a posto, poi si ricordò il motivo dell'espulsione dalla sua scuola precedente e non poté non confermarsi che nel cervello di Dazai c'era decisamente qualche rotella che girava per il verso sbagliato.

Alzò gli occhi e vide Fujio da dietro il bancone fargli segno che aveva ancora bisogno di lui, Chuuya annuì stancamente, poi appoggiò la testa sul tavolo chiudendo gli occhi, un istante, due, prese un profondo respiro e si alzò.

- Ora devo tornare al lavoro, ci si vede Dazai.

Dazai annuì con un sorriso, poi gli mise la tazzina vuota in mano.

- Buonanotte Chuuya-Kun, ci vediamo a scuola e mi raccomando tieni a mente i miei consigli sul caffè.

Chuuya lo salutò con un sorriso stanco - forse Dazai aveva ragione, stava strafacendo - poi si avviò stancamente, arrivato al bancone recuperò le stoviglie sporche che doveva lavare e rientrò in cucina, benedicendo il silenzio di quel luogo.

A. A.
Sappiate che mi diverto un mondo a scrivere tutti i dialoghi tra questi due. Spero di riuscire a pubblicare la prossima settimana, perché sarò in montagna e non so se prenderà. Farò comunque del mio meglio.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e grazie alle tre, quattro persone che votano ogni volta e fanno sentire questa storia meno inutile. Bye.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now