CAPITOLO 18

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TOBY P.O.V.

Purtroppo ieri non riuscii a stare tutto il giorno con Liu, il preside lo aveva chiamato per spiegargli alcune cose. Così andai da lui una volta finite le lezioni.
"Ehi, Liu!" lo salutai entrando nel suo ufficio.
"Ciao Toby. Vorrei che tu ti ricordassi che ora sono il tuo responsabile e quando lavoro mi devi trattare come tale, non come amico" mi rispose mentre leggeva delle carte.
"Scuuusami, dai. Non fare lo scorbutico, non serve che tu sia così rigido"
"Lo sai che io prendo tutto seriamente" mise via quei fogli, per poi guardarmi, "Hai bisogno?" mi chiese.
"Oh, no. Volevo vedere solo come andava il tuo primo giorno"
"Toby" disse con tono di rimprovero.
"Andiamo Liu, se no non passeremo mai un po' di tempo insieme" mi sedetti sulla sua scrivania, abbassando un po' la testa per convincerlo.
"Va bene, va bene. Rimani pure, però sappi che non sarà così tutti i giorni. Tu hai le tue mansioni da studente da svolgere e io le mie"
"Ok, non tutti i giorni. Però mi inviterei nell'appartamento che hai al campus?"
"Guarda che non posso portarci gli studenti"
"Seh seh, e gli studenti devono passare la notte nei rispettivi dormitori. Pensi che qualcuno lo faccia? Eddai, non lo saprà nessuno!"
"Non se lo urli così!" sospirò, "Solo una volta"
"Ehhh? Ma è pochissimo!"
"Al mese"
"Al mese?..." dissi con dispiacere.
"Ok ok, alla settimana, ma non scenderò più di così!" disse al limite dell'esasperazione.
"Ohhh, grazie Liu! Vederci per il campus sarebbe stato troppo complicato!" dissi entusiasta abbracciandolo e lui ricambiò a modo suo, appoggiandomi una mano sulla schiena e con l'altra mi faceva pat pat sulla spalla.
"Posso anche dormire da te?"
"Non esagerare! Vivo in un buco"
"Non fa nulla, non mi da mica fastidio dormire insieme" frecciatina. Frecciatina troppo palese.
Con Liu sono sempre molto insistente e molte volte finisco per innervosirlo, ma lo faccio per attirare la sua attenzione. Non è un tipo molto affettuoso o socievole, la maggior parte delle volte è freddo e se non gli do una spinta io non mi nota nemmeno. Devo sempre fare io la prima mossa.
A volte non capisco se sia scemo o cosa. Io ci provo palesemente con lui, ma Liu sembra non notarlo, anche quando è Jeff che lo fa notare. Questa cosa mi da sui nervi...
"Senti, ci penserò, ok? Ora non so" disse facendomi riprendere dai miei pensieri.
"Va beneee" risposi accoccolandomi a lui.
Almeno non mi rifiuta mai, per il fatto che non si accorge che ci sto provando con lui.

PUPPETER P.O.V.

Dopo la chiacchierata con Eyeless dovetti andare da Helen, Jack mi aveva detto qual era la sua stanza. Non volevo bussare, non volevo nemmeno parlare con lui. Helen sarebbe stato l'unico ad avere il diritto di essere arrabbiato con l'altro, invece ero davanti alla sua porta incazzato nero.
Feci un gran respiro e bussai.
Un piccolo Helen avvolto da una coperta, con i capelli arruffati e gli occhi mezzi chiusi, che si spalancarono subito quando capì che ero io davanti alla sua porta.
"P-Puppy..." balbettò incredulo.
"Non chiamarmi Puppy. E cosa aspetti? Mi vuoi lasciare sull'uscio tutto il giorno?" dissi acidamente, mentre lui, come se si fosse appena svegliato, si scostò di lato facendomi entrare, per poi richiudere la porta alle mie spalle.
Mi sedetti sul letto, senza che lui mi dette il permesso prima, e mi misi a guardarlo.
Lui lentamente si sedette al mio fianco, o per meglio dire, infondo allo stesso letto dove ero seduto anche io.
Restammo entrambi in silenzio per svariati minuti, riuscivo solo a guardarlo, mentre lui stava rannicchiato tra le coperte, probabilmente per cercare conforto. Lo faceva anche quando eravamo piccoli e lui aveva paura, solo che io puntualmente lo tiravo fuori da quelle coperte e gli dicevo che ci sarei stato io a proteggerlo, che non avrebbe dovuto avere paura se c'ero io a stringerlo fra le mie braccia. Però adesso non lo farò, non sono più quel bambino.
"Senti, perché mi eri venuto a parlare?" disse rompendo quel silenzio pieno di tensione. Ovviamente il mio tono era rude e sgarbato.
"Beh... v-volevo sapere come stavi, cosa a-avevi fatto in questi anni e-e... come mai eri andato via..." rispose continuando a balbettare, sapevo sarebbe arrivato a quel punto.
"Non sono affari tuoi del perché sono andato via"
"Ma Puppy, io non capisco! Sei andato via senza salutarmi, non ti sei fatto sentire e ora sembra che io ti abbia fatto qualcosa di male... vorrei solo-"
"Io vorrei solo che tu crescessi e ti lasciassi il passato alle spalle Helen! Eravamo bambini, ok?! Non c'è più nulla fra di noi, fattene una ragione!" gli sbraitai contro, se avesse continuato a parlare avrebbe solo peggiorato le cose.
"Puppy, perché?! N-non pretendo che tu abbia ancora voglia di stare con me, m-ma speravo che almeno potessimo essere amici! I-io ti amo, Puppy... non voglio perderti ancora... perché fai così?" si era tolto le coperte di dosso e aveva iniziato a piangere, non riuscivo più a guardarlo negli occhi.
"Io... io non esco con persone che non hanno esperienza!" esordì, sperando che mi credesse e lasciasse perdere.
"Allora insegnami, ti prego!" Cosa? Mi sta veramente chiedendo di insegnargli e fargli fare esperienza in ambito sessuale? Io non pensavo sarebbe arrivato fino a questo punto pur di stare con me... non potevo dirgli di no, non potevo proprio.
"V-va bene... ma sappi che questo non significa che uscirò con te! Lo farò solo se ti dimostrerai all'altezza!" dissi, mentre sul suo volto si dipinse un enorme sorriso.
"Ok! Mi basta questa possibilità! T-ti voglio bene, Puppy" disse ancora in lacrime per poi abbracciarmi. Velocemente me lo staccai di dosso, alzandomi.
"I-io ora devo andare"
"Aspetta, non iniziamo?" mi chiese, quasi con fare innocente, come se dovessi dargli ripetizioni matematica.
"No! Iniziamo... domani a ricreazione, ci vediamo all'ultimo piano della scuola, guai a te se fai tardi" risposi cercando di mantenere un tono autoritario.
"Mhmh, ci vediamo domani, Puppy!" mi salutò allegramente.
"Smettila di chiamarmi Puppy!" lo rimproverai, per poi dileguarmi da quella stanza.
Mi ero cacciato in un casino.
Un grosso casino.

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