12.

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L'imbarazzo che c'era a tavola in quel momento si poteva toccare, tanto che era evidente. Mio fratello aveva appena invitato Minho a mangiare con noi, e dal momento in cui ha fatto il suo ingresso in cucina tutta la mia determinazione nel dirgli di starmi lontano scomparve. Non ero riuscita a spiccicare parola, né tantomeno a guardarlo in faccia, mentre lui sembra che non abbia avuto problemi nel fissarmi, sentivo il suo sguardo addosso mentre parlava con mio fratello.
<<Allora che fai alla vigilia?>> chiese mio fratello all'amico.
<<Uhm, i miei saranno fuori per lavoro, quindi penso che ordinerò qualcosa d'asporto e mangerò a casa.>> rispose dopo averci pensato un po'.
<<Da solo?!>> domandò Jisung, e Minho fece di si con la testa mentre mangiava <<Non se ne parla, sarai ospite da noi.>> sentenziò lo scoiattolo facendomi quasi strozzare. Cominciai a tossire forte e a bere molta acqua per cercare di riprendermi.
<<Tutto apposto?>> si preoccupò mio fratello, mentre sentivo ancora lo sguardo di Minho addosso.
<<Si.. solo che, non pensi manchi ancora tanto alla vigilia? E poi si fa in famiglia.>> risposi cercando di arrampicarmi sugli specchi.
<<È solo tra due settimane! E poi Minho insieme agli altri sono la mia famiglia!>> alzai lo sguardo a quelle parole per vedere Jisung tranquillo a mangiare e Minho fissarmi compiaciuto, e io lo guardai arrabbiata per poi tornare a mangiare.
<<Insomma! Si può sapere che vi prende?!>> sbraitò improvvisamente Jisung.
<<Niente.>> rispondemmo all'unisono, e io alzai lo sguardo imbarazzata.

Torna in te Y/N, Cristo Santo.

Jisung ci guardò con fare sospetto ,e io sentivo l'ansia salire senza un apparente motivo, continuò a guardarci per un po' assottigliando ancora di più gli occhi da scoiattolo finché non li spalancò improvvisamente.
<<Omo! Non ci credo, vi siete baciati!>> urlò Jisung.
<<Si.>> <<No!>> urlai rossa in viso, per poi riservare un occhiataccia al ragazzo che aveva appena detto di si. Non provava nessun imbarazzo nel dire a un ragazzo nel dire di aver baciato la sorella? E possibile che a Jisung non interessasse che la sorella era stata baciata da un puttaniere?
<<Non ho più fame.>> dissi alzandomi dalla sedia e andarmene in camera, mi buttai a peso morto sul letto e cominciai a lamentarmi, perché non me ne andava una giusta?
Mi guardai intorno nella stanza, e vidi i suoi vestiti appoggiati sulla sedia, ancora dovevo darglieli e sbuffai all'idea di dovermi avvicinare di nuovo a lui.
<<Ok Y/N, ora tu prendi quei vestiti, glieli dai e comincerai ad ignorarlo come hai fatto per tutto il tempo alle superiori.>> ordinai a me stessa, così presi i vestiti, presi un bel respiro e uscii da camera mia per tornare in cucina.
<<Lascia stare mia sorella.>> sentii dire da Jisung nel breve tragitto fino alla cucina, pensai che finalmente ne aveva dette quattro al suo migliore amico e rendevo grazie al cielo, se solo fosse stato così. Entrando in cucina lo vidi con un telefono in mano, il mio telefono, mentre Minho se ne stava lì seduto a tavola.
<<Chi è Mingyu? E perché voleva vederti?>> cominciò a farmi l'interrogatorio mio fratello, ma a differenza delle altre volte, più che entusiasta nel sapere che mi avesse chiamata un ragazzo, sembrava infastidito.
<<Un amico.>> risposi senza tanti giri di parole.
<<Un amico eh? Un amico chiede un appuntamento?>> domandò quasi irritato.
<<Mai visto amici uscire insieme?>> domandai a mia volta, prendendo dalle sue mani il telefono<<Chi ti ha dato il permesso di rispondere alle mie chiamate?>>
<<Oh scusa se mi preoccupo di sapere chi frequenta la mia sorellina!>>
<<Jisung Cristo Santo! Ho 22 anni, sono grande abbastanza da decidere chi frequentare e chi no! Non ho bisogno che decida tu per me!>>
<<Beh sappi che tu questo Mingyu non lo vedrai più, o se la vedrà con me.>> esattamente come le altre volte, non capiva nulla di quello che gli dicessi.
<<Si può sapere che ti prende? Prima vuoi che frequenti qualcuno e nel momento in cui trovo qualcuno che mi possa interessare mi vieti di vederlo.>> mi lamentai, sentivo lo sguardo di Minho più forte di prima, sentivo quasi come dei sensi di colpa nell'aver detto quelle cose.
<<Non fa per te!>> rispose Jisung, e a quelle parole scoppiai.
<<Esci fuori, e non farti più vedere.>> dissi indicandogli la porta e cercando di mantenere la calma.
<<Y/N>> mi chiamò Minho <<Jisung lo fa per il tuo bene, lo sai no?>> risi a quelle parole, ora quella persona che aveva reso i miei anni di superiori un inferno veniva a farmi la morale.
<<E tu cosa c'entri in tutto questo? Vattene anche tu, non ti ho detto di entrare.>> sputai acida facendo rimanere i due con occhi spalancati.
<<Hai ragione, meglio che vada.>> disse per avviarsi poi alla porta <<Ciao Jisung.>> e uscii.
Io non mi mossi dalla cucina, rimasi a fissare male mio fratello per i suoi gesti <<Che stai aspettando ad andartene?>> dissi infastidita.
<<Ora vado.>> rispose a testa bassa avviandosi anche lui alla porta, lo seguì per assicurarmi che uscisse veramente <<Chiariremo, lo so io e lo sai tu che lo faremo. Sei sempre stata molto impulsiva e questo ti impedisce di vedere le cose come stanno. Vado.>> mi lasciò un bacio sulla guancia <<Ti voglio bene, scusami.>> e uscii anche lui.
Ci mancavano solo i sensi di colpa, avevo trattato di merda una delle uniche persone che si era sempre preoccupata per me, avevo detto di essere interessata a qualcuno davanti al ragazzo che mi aveva baciata, davanti al ragazzo che mi aveva fatto provare mille sensazione nel giro di un secondo, avevo cacciato fuori casa il vero ragazzo di cui forse ero interessata.
Che giornata del cazzo.
-
Erano passati due giorni da quella discussione, Jisung si era ripresentato stesso la sera e avevamo chiarito. Mi disse che se lo sentiva che Mingyu non facesse per me, che si era preso confidenza troppo velocemente e che soprattutto doveva conoscere prima lui un ragazzo essendo un fratello abbastanza geloso. Si scusò anche però per aver risposto senza il mio permesso e per essersi messo in mezzo in cose non sue, ovviamente lo perdonai. Cacciò fuori anche il discorso Minho, ero dispiaciuta di averlo trattato in quel modo, avevo passato 48 ore con la testa pieni di sensi di colpa. Alla fine si era solo preoccupato di non far litigare me e mio fratello, e io l'avevo cacciato fuori di casa; ogni mattina poi vedevo i suoi vestiti, ancora piegati sulla sedia di camera mia, glieli dovevo ancora ridare. Quel ragazzo era passato dall'essere il mio incubo allo stare nei miei pensieri, era passato dall'essere la mia ombra allo scomparire improvvisamente. Perché si, da quella discussione non si fece né vedere né sentire, erano solo due giorni ma a me sembravano un'infinità, solo che ancora non capivo perché gli davo tutta questa importanza, se fosse perché aveva rubato il mio primo bacio, se fosse per i sensi di colpa o per qualcosa di più profondo e onestamente avevo paura di sapere la verità.

~The magic of Christmas ~Lee Minho • readerWhere stories live. Discover now