39. Attesa

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Informazioni -> libro "My Books!" nella biblioteca

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È un giorno che sono chiusa in questa stanza, un giorno che lui dorme, un giorno che io non mangio, un giorno che non dormo. Lo vedo lì addormentato e ogni volta che richiudo gli occhi ricordo il momento in cui il mio cuore si è sfrantumato...

《È in infermeria》aveva risposto mio fratello alla domanda. In quel momento il mio respiro e il mio cuore si sono fermati e i bambini hanno smesso di tagliare le bende.

Non ho nemmeno parlato che sono corsa verso l'infermeria, non avevo provato il suo dolore perchè lui si stava sforzando di nascondermelo ma mano mano che mi avvicinavo lo percepivo.

L'ho visto

Lì, su una barella, pieno di sangue mentre urlava e si agitava. Tre uomini lo stavano trattenendo ma non ci riuscivano.

Aveva un proiettile conficcato nella carne.

Mi sono avvicinata e ho iniziato a tranquillizzarlo, carezzandoli il viso e parlandogli dolcemente. Lui infatti si è calmato un po' ma si è definitivamente addormentato quando il dottore lo ha sedato.

Sono stata un'ora insieme alla madre di Bryan a piangere, fare promesse inutili, e cercare di sperare come meglio potevo che tutto si sarebbe risolto.

È stato un momento di gioia quando il dottore ci aveva annunciato che era fuori pericolo. Erano riusciti a togliere il proiettile che non aveva colpito organi vitali.

Così, mentre loro portavano il mio compagno nella nostra stanza, ho portato le due bambine con la loro madre dal babbo.

Lo sguardo con cui guardavo la nuova arrivata della sua famiglia e la figlia tra le mie braccia mi ha ridato speranza, speranza che anche io avrei potuto riabbracciare Bryan e guardarlo in quel modo.

Gli spiegai velocemente come era andato il parto e mi ero raccomandata di far visitare tutte e due e poi me ne sono andata nella stanza.

Mi sono sdraiata e adesso è un giorno che sono in questo letto nella stessa posizione.

Nessuno è entrato in questa stanza tranne il dottore per visitarlo. Secondo lui tra poco dovrebbe svegliarsi.

Non ho mangiato, ma solo bevuto. Il mio stomaco è completamente chiuso e ogni cosa che ho provato ad ingerire l'ho poi rigettata.

So che già la mia lupa sta male e cosi peggioro, ma non riesco proprio.

***

Sono passati altri e due giorni, io piango e il dottore non capisce perchè stia ancora dormendo.

In questo momento c'è ginevra con mio padre fuori dalla porta che cerca di entrare.

《Annik devi ragionare! Devi mangaire, bere , parlare con qualcuno!》ripete per la millesima volta in tee giorni.

《Ho detto di no, Cazzo!》

《Annik potresti morire se continui così!》

《È Meglio! Tu non sai che cazzo vuol dire vederlo su questo letto inerme senza il suo sorriso spavaldo. NON LO SAI!》urlo piangendo con tutte le mie forze.

《Ma io lo so, cucciolina mia. Capisco cosa significa. Fa male, ma devi riprenderti. Prova a uscire o a far entrare qualcuno magari.》

《Io non riesco a mangiare, ma se una persona vuole entrare deve stare sulla porta e non avvicinarsi》sono diventata enormemente possessiva nei suoi confronti.

Così nella stanza entrano, senza il mio consenso. La madre di Bryan, il padre, mio padre e Ginevra.

Io sono poggiata sul suo petto mentre piango e loro mi guardano con gli occhi lucidi.

Mio padre prova ad avvicinarsi ma io ringhio mettendolo sugli attenti. Lo stringo di più a me e guardo male mio padre.

《Posso venire lì annik?》chiede sua madre. Ci ragiono e non mi sembra giusto tenerla lontana dal figlio.

Lei si avvicina e si siede sul letto. Inizia a piangere e anche io sento le lacrime salire agli occhi.

《Che ne dici di mangiare qualcosa?》mi chiede dopo essersi ripresa.

《No, non finchè non si sveglierà》

《Annik, tesoro. Tu devi mangiare. Perchè... lui... potr-ebbe non sv-egliarsi più》inizia a dire ma si ferma scossa dai singhiozzi. È qui che la mia lupa perde il controllo, i miei occhi diventano rossi come la brace e le zanne escono fuori.

《LUI SI SVEGLIERÀ》capiscono che sono troppo arrabbiata e farò di testa mai perciò escono dalla stanza. Io chiudo la porta a chiave e mi butto sul suo petto. Piango cercando di buttare via tutte le paure finché non mi addormento.

Quando mi sveglio cerco di muoverlo ma nulla, nessuna reazione.

《Bryan, amore mio. Devi svegliarti. Sembra stupido ma ancora abbiamo da fare molte cose. Dobbiamo litigare, dobbiamo fare viaggi, voglio vederti sorridere e soprattutto voglio amarti. Devo ancora chiamarti amore, devo ancora dire a mio padre che non sono più vergine. Lo so sono sadica ma vohlio vedere la reazione che avrà su di te, voglio vederti ridere con mio fratello e perchè no un giorno vederti ridere con i nostri figli. Voglio solo che ti svegli perchè mi manchi fottutamente tanto, giuro che non ti brontolerò se starai senza maglietta, giuro che ti cucinerò tutte le mattine i pan cake e li riempirò di nutella fino a farti ingrassare. Farò tutto ciò che vuoi ma svegliati e torna qui da me...》dopo ciò mi addormento sperando che l'indomani mattina lui sia sveglio.

Capitolo 39!Mi scuso se questo capitolo è corto ma volevo mettere in questo capitolo tutta la tristezza di questi giorni

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Capitolo 39!
Mi scuso se questo capitolo è corto ma volevo mettere in questo capitolo tutta la tristezza di questi giorni. Il covid, la scuola, tutto è uno stress e una tristezza. In un certo momento mi sono sentita quasi impersonificata nel personaggio e ho deciso di lasciare così il capitolo senza aggiungere altre parti. Devo dire che ho lasciato scendere qualche lacrima. Al prossimo capitolo che si spera sia più felice!

Unica notizia di felicità, ho finito la settimana di verifiche perciò tornerò a pubblicare tutti i giorni o quasi

MC💠

Alpha, The WarWhere stories live. Discover now