50. Faccia a faccia con lui, nel suo laboratorio

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Cherry si guardò alle spalle. Era sicura che qualcosa si fosse mosso, a qualche metro da lei, forse qualche componente meccanico... lì dentro qualunque cosa avrebbe potuto animarsi da un momento all'altro e attaccarla. Non c'era un angolo sicuro, né un oggetto che fosse certamente innocuo. Non c'era modo di scappare.

«Stai prendendo almeno in considerazione la mia proposta, Cherry Gale?».

La ragazza trattenne l'impulso di prendere un respiro profondissimo, serrando i denti. Con la lingua, toccò l'interno della sua guancia, assaporando il sangue. Perché c'era sangue, nella sua bocca?

«Sto prendendo in considerazione la tua proposta» Rispose Cherry, con voce ferma

«E sei più per il sì o più per il no?»
«Per il sì. Più per il sì»

«Splendido. Lascia che ti dia ancora una spintarella e forse accetterai con più facilità».

Un rumore meccanico. Un chiavistello che si apriva, il pfssss di una decompressione. Cherry guardò alla sua destra, verso il fondo della stanza, e vide una porta metallica che si apriva a scorrimento, invadendo l'ambiente con una luce bianca, angelica, sovrannaturale... no, erano neon, che con la loro brillantezza continuava delineavano la sagoma di qualcuno che si avvicinava.

Ryan McCallister entrò nella stanza e la porta si richiuse dietro di lui. Era vestito in maniera diversa dal solito, con un completo viola a scacchi su una maglietta nera decorata dal disegno multicolore e grunge di un lupo che ringhia, aveva i capelli tirati all'indietro con il gel, ma era immediatamente riconoscibile. Ryan McCallister, senza ombra di dubbio.

Cherry non gli corse incontro e non lo abbracciò. Dentro di lei, però, montò un'ondata di affetto che la portò indietro nel tempo, alle mattinate scolastiche tiepide e sonnacchiose, all'odore dei deodoranti da quattro soldi e del sudore dei ragazzi, il pulviscolo che turbinava nell'aria come polvere d'argento alla luce delle finestre aperte. Le sembrava che fossero passati mille anni da quei giorni, che i mesi si fossero susseguiti come il movimento ipnotico di un'enorme ruota rumorosa.

Taban-taban-taban. La ruota cosmica l'aveva travolta talmente tante volte che lei credeva di aver perso per sempre quei ricordi, e invece ora erano lì, dipinti negli occhi allegri di Ryan, nelle increspature della pelle intorno ai suoi occhi, nel suo odore.

«Ryan?» Domandò Cherry, ad alta voce

«Ciao, Cherry» rispose il ragazzo, con un sorriso.

E lei rimase in silenzio. Cosa avrebbe potuto chiedergli? "Che cosa ci fai qui"? Era ovvio che cosa ci faceva lì, si preparava a diventare una pop star. Non sembrava che fosse in pericolo, non sembrava triste, non sembrava provato, niente. Cherry non sapeva esattamente cosa si sarebbe aspettata di trovare, se avesse rincontrato Ryan, ma di certo non era questo.

«Non dici niente?» Incalzò il ragazzo «Ehi? Cherry?»

«Quindi sei proprio... tu. Stai bene così» rispose lei, in tono vago

«È tutto quello che hai da dire?»

«Sono contenta. Sono contenta che tu stia bene, Ryan. Sono stata... preoccupata»

«Non devi preoccuparti. Werhunter e Bloodhound sono fantastici. Non sono come la gente li dipinge».

L'elmo dell'armatura robotica rise. «Ora penserai che gli abbiamo fatto il lavaggio del cervello» Disse «Non preoccuparti. Parla pure liberamente: sei troppo preziosa perché io ti polverizzi per un paio di opinioni personali».

Cherry si avvicinò a Ryan di qualche passo, analizzandolo. Anche da lontano sentiva il suo profumo, un mix di agrumi, pino e zucchero, pesante e pastoso. Sentì un po' della paura che si scioglieva, giusto un pizzico, sostituita da un sollievo soffice.

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now