26. Werhunter il genio

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Questo supercattivo era sicuramente più difficile da neutralizzare di Bloodhound: era inscatolato in un'armatura meccanica che lo proteggeva dall'assalto fisico degli uomini controllati da Cherry, perciò lei avrebbe dovuto convincerlo ad uscire.

Il gruppo arrivò in giardino.

La dottoressa Cosmos era a terra, con del sangue che sembrava spalmato sulla faccia, ma si stava rialzando in fretta. Werhunter era in procinto di scagliarsi su di lei, correndo a quattro zampe come una mostruosa pantera meccanica e sferragliante.

Cherry si sarebbe aspettata qualunque cosa, tranne di vedere la dottoressa che con un calcio faceva rotolare di lato l'armatura-robot, ammaccandone un fianco.

«Oh, Dottoressa del mio cuore!» Esclamò Werhunter, la cui voce veniva fuori distorta, più profonda e quasi melodiosa, dalle casse audio sull'elmo «La tua forza mi incanta ancora una volta. Ma non posso lasciare che tu vinca questa battaglia»

«Sei un bastardo!» Ringhiò la dottoressa Cosmos, zoppicando

«Vuoi uscire con me?»
«Lo hai già chiesto tre volte! E la risposta è sempre no!»

«Repetita iuvant»

«La risposta rimane sempre no!» Rosie raccolse da terra l'asta e la lanciò come se fosse un giavellotto.

Werhunter sollevò un braccio per afferrarla, ma non fu abbastanza veloce e il bastone metallico trafisse una spalla della sua armatura, poco sopra la sua vera spalla, strappandogli la tuta protettiva insieme ad un gemito.

«C'ero quasi...» Mormorò la dottoressa Cosmos, delusa.

Cherry guardava la scena, senza capire cosa dovesse fare. Era una battaglia fra titani, tutta basata sulla potenza e sulla rapidità d'azione, e non sembrava che una tattica basata sull'ipnosi potesse avere spazio d'azione. Ma poi, qual'era il potere della psicoterapeuta?

«Cherry!» Gridò la dottoressa Cosmos, notandola «Vattene!».

Poi vide anche i detenuti, tutti in piedi dietro la ragazza, con le facce truci, le braccia allargate e i pugni stretti, e si raggelò. Cosa ci facevano tutti fuori? Rosie pensò che fosse stato Bloodhound a liberarli e che ora tenessero in ostaggio la povera Cherry Gale. Doveva aiutarla! Doveva combatterli!

Prese a correre verso di loro.

«Dove vai?» Domandò Werhunter «Il nostro scontro non è concluso, amore mio! Se te ne vai, dovrò distruggere il tuo ospeda-hey, chi sono quelli?».

Cherry non capì perché la dottoressa gli stesse venendo incontro, con l'aria determinata di una donna che è pronta a prendere a pugni chiunque, ma per buona misura ordinò in fretta «Presto, fatemi scudo!».

I criminali le si pararono davanti, pronti a sacrificare anche la vita per lei, ma sembrava che nessuno di loro potesse tenere testa alla dottoressa Cosmos, che a pugni e calci li sparpagliò tutti intorno nel prato, come semi di soffione maturi.

Cherry allungò le mani di fronte a sé per proteggersi.

«Che sta succedendo?» Domandò Werhunter ad alta voce, per poi aggiungere «Ah, ma tu sei la ragazzina dell'altra volta, Cherry! Bloodhound mi ha detto che eri nel bosco a spiarci. So tutto di te!»

«Lasciala stare!» Gridò la dottoressa Cosmos, battendosi il petto con un pugno «Non l'avrai!»

«Non mi interessa averla. È te che voglio»

«Ti accartoccerò come una lattina!»

«Aspetta... tu vuoi proteggere quella ragazza» il tono di Werhunter suonò terribilmente diabolico «E saresti disposta a fare qualcosa per me, per salvarle la vita?»
«Non la toccare!».

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