55. Strateghi eccezionali

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Non serviva a nulla cercare di tirare Valder fuori da lì, decise. Non poteva salvarlo in tempo né sollevare le macerie in maniera sicura, e l'idea di vederlo agonizzare la spaventava.

Chiese un altro sforzo alle gambe pesanti e iniziò a trascinarsi via da lì, lontano dal pericolo. Voleva solo sedersi e riposare... non poteva fermare la distruzione di quell'edificio, così come non era stata in grado di salvare Ryan o Valder.

Ma lei, lei sarebbe sopravvissuta, ancora una volta. Dentro il suo petto sentiva il cuore muoversi, sentiva il sangue pulsare nelle vene, e sperimentò una sorta di felicità isterica nel trovarsi ancora tutta intera. Non aveva intenzione di rischiare quel corpo, per niente e nessuno. Non più, non più.

Un fragore improvviso alle sue spalle, simile a quello di un'enorme cascata, la fece scattare in avanti d'istinto. "Un altro crollo" Pensò, voltandosi, ma le ci volle qualche secondo per capire davvero quello che stava vedendo.

L'armatura da combattimento di Werhunter, la cui lucentezza era stata smorzata dal nerofumo persistente e lunghi graffi superficiali, si stava scrollando di dosso i detriti del crollo a cui Cherry era sfuggita per un soffio ed era uscita nel cortile. Sottobraccio teneva, vivo, scalciante e furioso come al solito, Valder, che non riuscendo a liberarsi compensava coprendo il nemico d'insulti.

Era un po' uno shock rivederlo in vita pochi secondi dopo averlo dato per morto.

La ragazza ipnotica si sentì stanchissima. Se Valder fosse stato morto e basta, se Werhunter si fosse limitato a scontrarsi con Adrian, la situazione sarebbe stata chiusa, in maniera spiacevole, terribile, certo, ma chiusa. E invece eccola da capo a doversi sorbire un nuovo teatrino surreale.

Ora, invece di zoppicare via, le toccava farsi delle domande. Che diamine ci faceva lì quel super cattivo matto, com'era sfuggito alla lotta con Adrian? Come ci era finito Valder sotto il suo braccio?

"Ma perché?".

Perché non poteva solo andare via, trovarsi un posticino in cui rannicchiarsi e dormire? Voleva dormire, quella ragazza, chiudere gli occhi e abbandonare le membra, lasciare che il sonno lavasse via la paura, la stanchezza, le domande una dopo l'altra.

Valder gridava e la sua voce sembrava tagliare l'aria, disperata ed acuta, da strappare le corde vocali. Se fosse sopravvissuto a quell'esperienza, l'indomani mattina avrebbe sentito un male cane alla gola.

Cherry si allontanò ancora di qualche passo, sperando di poterlo fare, di riuscire ad andare via.

«Non scappare!» Esclamò Werhunter. La sua voce amplificata sembrò rimbombare nella piana.

Non scappare. Non scappare. Non scappare.

Cherry si fermò: sì, stava parlando proprio con lei. L'elmo metallico, la visiera scintillante, erano girate verso di lei. La ragazza ipnotica immaginò lo sguardo celato dietro di essi, acuto e bruno, e un brivido le risalì lungo la spina dorsale. Il mostro, il gran cattivo, stava guardando lei.

Qualcosa si mosse dietro una finestra del piano superiore, fra le enormi crepe sul muro, e una figura che si muoveva così rapidamente da sembrare poco più che un'ombra nera saltò fuori, atterrando a qualche metro di distanza da Werhunter.

Hawk Storm. Il cervello di Cherry lo associò all'uomo gentile che ricordava solo quando vide Anya, che lui aveva portato aggrappata alla propria schiena, lasciargli il collo e scendere nel cortile in fretta. Sui lineamenti della mutaforma era scolpito astio puro, ma la rabbia che pervadeva Hawk ed induriva i suoi occhi stonava sul suo viso. Era quella di un giovane dio pronto a vendicare i torti dei mortali, consapevole e terribile, non quella di un uomo.

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now