16. Un'amica

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La dottoressa Cosmos si avvicinò alla porta

«Visto che sei stanca, ma vuoi parlare con la tua amica, è meglio che io me ne vada subito, non credi?».

Cherry annuì per quel poco che la medicazione rigida gli permetteva.

La dottoressa uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle. La giovane Gale, rimasta sola, si passò una mano fra i capelli, sentendoli secchi e sfibrati. Aveva bisogno di uno shampoo, e magari anche di una doccia, al più presto. Si guardò le mani: erano pulite, le minuscole striscette di sporco che spesso si accumulavano sotto le sue unghie quando giocava con Prince e con il terriccio erano state lavate via. Non le piaceva pensare che qualcuno avesse toccato il suo corpo mentre lei era incosciente, ma non avrebbe certamente potuto lamentarsi di essere stata salvata.

Stava rimuginando sulla stranezza degli eventi (nessuno al di fuori della sua famiglia l'aveva mai toccata senza il suo consenso) quando sentì la porta che si apriva e alzò gli occhi.

Maris Douglas entrò, reggendo lo zaino per una bretella. Indossava un top nero e una giacca di pelle con gli spuntoni sulle spalle, un abbigliamento che poco si addiceva ad un ospedale, e aveva il volto pesantemente truccato, con aloni neri intorno agli occhi.

«Ciao, Cherry» Disse, buttando per terra lo zaino mentre chiudeva la porta «Ti sei svegliata, finalmente».

Cherry notò che sullo zaino, macchiato e palesemente punk, di Maris spiccavano delle formule matematiche scritte con il pennarello argentato. Sapeva che erano stati quelli del club di scienze a scriverle.

«Ciao, Maris» Sospirò

«Come stai?»
«Sono stanca»

«Vuoi che me ne vada? La dottoressa ha detto che volevi che venissi, ma...»
«No. Per favore, resta».

Maris le si avvicinò, ma rimase in piedi, a braccia incrociate

«Mi dispiace, Che. È un casino, tutto un casino. Mia madre è andata fuori di testa quando le ho raccontato cos'era successo...»

«Tua madre era a casa mia, poco prima» disse Cherry «Poi se n'è andata. Cos'era venuta a fare?»

«A cercare me» rivelò Maris «Ero scappata di casa. Ha pensato che potessi essermi nascosta da te, così con la scusa di accompagnare tua madre è venuta da voi»

«Ah. Ecco perché, quindi...»

«Perché, Cherry?» domandò Maris, improvvisamente molto seria.

La giovane Gale batté le palpebre più volte, confusa

«Perché cosa?»
«Perché quella stronza di tua madre ha cercato di farti fuori?».

Cherry si portò una mano al petto e cercò le parole. Non era facile da spiegare a qualcuno che non aveva chiara la sua situazione familiare... diamine, non era facile da spiegare e basta! Cherry non era neanche sicura di volerlo raccontare a una come Maris. Dopo qualche istante di silenzio, però, le sue parole fluirono da sole, naturali come respirare.

«Mia madre aveva paura del cambiamento. Una grande, grandissima paura. Riteneva che fossimo una famiglia felice, che non potessimo diventare meglio di così. Io le avevo appena detto che volevo unirmi alla task force di Sam Bedstone, lei ha dato la colpa di tutto a papà, ha detto che era debole o qualcosa del genere e ha deciso di toglierselo dai piedi. Non le piacevano molto gli uomini, mi diceva che sono inaffidabili, che sono cattivi. Papà non era inaffidabile e cattivo. Papà era la persona più buona del mondo»
«Lo so» Maris sciolse le braccia, lasciandole cadere ai lati del corpo «Era un pezzo di pane. Ti lasciava fare qualunque cosa... e quella volta, quando gli hai detto che volevi diventare una spogliarellista» rise «Oddio, mi piaceva tuo padre. Mi dispiace tantissimo per lui»

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now