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Crazy in Love- Sofia Karlberg

***

Se vuoi, puoi.

Continuo a ripetermi questa frase da tantissimi anni ogni mattina, mi da la carica per cominciare e per dare il meglio di me. Ho sempre cercato di rimanere positiva nonostante i miei problemi personali, non mi piace trasmettere negatività.

Oggi sono al terzo caffè latte, sto evitando Harry da tutta la settimana, o almeno ci provo, la mattina dopo quella sera è venuto a parlarmi della sua serata come se non mi avesse chiamata per insultarmi.
Aveva notato subito che non fossi dell'umore giusto per parlare con lui, ma è come se tutto quello che mi avesse detto quella sera al telefono sia finito in un burrone profondo e senza fine.

Mentre sto rileggendo alcuni contratti, sento la porta del mio ufficio aprirsi e chiudersi subito dopo, la sedia accanto alla mia abbassarsi e ciò mi fa capire che Harry si è seduto accanto a me di nuovo.

«Avanti. Dimmi cosa ti prende. Ti sei svegliata con la luna storta e hai deciso di ignorarmi per una settimana intera?» mi chiede guardandomi mentre io leggo disinvolta, ignorando la sua domanda per l'ennesima volta.

«Beh?!» alza la voce come se non lo avessi sentito

Respira, Mel. 1 2 3 4 5 6...

Mentre cercavo di calmarmi contanti fino a 10 mi sparpaglia i fogli sulla scrivania facendone cadere alcuni per terra.
A quel punto perdo la pazienza..

«Ora basta! Non vedi che sto lavorando? Non tutti si possono permettere di essere pagati oziando come fai tu.» Sono davvero stufa del suo atteggiamento da ragazzino viziato.

Oggi ha continuato a provocarmi con battutine e mi ha riempita di stupide domande senza darmi tregua. Qualche giorno fa mi ha insultata e continua a comportarsi come se non fosse successo. Potrà anche essere stato ubriaco, ma quelle cose le ha dette e vuol dire che le pensa davvero.

Al mio urlo esasperato sobbalza leggermente non aspettandosi questa reazione da parte mia. Proseguo con la voce leggermente più alta

«Vuoi sapere che cos'ho oggi e cos'ho avuto tutta la settimana tanto da ignorarti?- lui annuisce velocemente mentre continua a guardami, rendendomi conto solo ora di essermi alzata- Bene! Non so quanto ti ricorderai, ma qualche sera fa hai deciso di chiamarmi per prendermi a parole e oggi ti comporti come se niente fosse.» Stavolta urlo attirando qualche sguardo fuori dal mio ufficio che, non appena ricevono una mia occhiata, si allontanano ritornando a cosa stavano facendo prima.

«Io ti ho chiamata?» mi chiede sgranando gli occhi come se non credesse a quello che gli sto dicendo.

Alzo le sopracciglia esasperata e lui apprende il mio cenno. Sospira e si alza mentre si avvicina al lato della scrivania in cui mi trovo appoggiata con una mano

«Non mi ricordo niente, te lo giuro.» parla in modo preoccupato come se lo toccasse davvero

«Ciò non cambia quello che hai detto- lo fisso negli occhi- Per questo motivo Harry, cerca di evitare qualsiasi conversazione non necessaria con me.» dico stringendo i denti

Faccio per allontanarmi, in modo da calmarmi, mi avvicino alla porta quando sento la sua mano stringere il mio polso sinistro con una presa salda ma leggera. La sua mano ricopre interamente il mio piccolo polso lasciando intravedere solo qualche piccola parte di pelle.

È in quel momento che mi giro verso di lui, pronta per sbraitargli di lasciarmi, e vedo il suo sguardo posato sul mio polso mentre piano sposta il pollice dalla parte superiore per guardare meglio.

The dawn of destiny. H.S.Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz